La vibrante riunione dell'Assemblea e il fiero ordine del giorno

La vibrante riunione dell'Assemblea e il fiero ordine del giorno La vibrante riunione dell'Assemblea e il fiero ordine del giorno Roma, 2 dicembre. La riunione plenaria delle Commissioni legislative della Camera dei Fasci e delle Corporazioni è riuscita stamane di una particolare solennità, intonata all'austero clima di guerra. Verso le 11, ora fissata per l'inizio della seduta, l'aula di Montecitorio era già gremita in tutti i settori di consiglieri nazionali che indossavano la divisa fascista. Al banco del Governo erano presenti tutti i Ministri e tutti i Sottosegretari. Nella tribuna dei senatori si notavano moltissimi appartenenti all'altro ramo del Parlamento, anch'essi in divisa fascista. Una grande dimostrazione Alle 11 precise il Presidente Grandi dichiarava aperta la seduta e poco dopo faceva il Suo Ingresso nell'aula il Duce, che indossava la divisa fascista ed era accompagnato dal Ministro Segretario del Partito. L'assemblea, sorta in piedi, acclamava lungamente e calorosamente Mussolini il quale, dopo aver risposto più volte col saluto romano alla imponente manifestazione di devozione e di fede, si recava ad occupare il Suo seggio al banco del Governo. Il Presidente ordinava il saluto al Duce e l'assemblea rispondeva con un altissimo «A noi!». Le acclamazioni continuavano quindi con rinnovato fervore fra le grida « Duce! Duce! ». Il Presidente ha poi annunciato: « Parla il Duce! ». Mussolini è salito alla tribuna tenendo in mano soltanto poche cartelle di appunti ed ha iniziato il Suo grande discorso fra la più viva e intensa attenzione dell'assemblea. Il discorso del Duce è terminato alle 12,25. Le ultime parole di Mussolini sono state coronate da una grandiosa ovazione da parte dei Ministri, dei Sottosegretari e dei Consiglieri nazionali. La dimostrazione si è prolungata per alcuni minuti, mentre I Consiglieri nazionali, abbandonati 1 loro seggi, affollavano l'emiciclo e si stringevano attorno al banco del Governo. SI è levato poi, -alto e solenne il canto di Giovinezza al quale si è associato anche il Duce. Subite dopo il discorso del Duce è stato votato per acclamazione il seguente ordine del giorno presentato dal cons. naz. Delcroix, presidente dell'associazione dei Mutilati di guerra, dai cons. naz. Medaglie d'oro Paolucci, Rizzo di Grado, Rossi Amilcare, Lunelll, dai cons. naz. padri di caduti in guerra Cobolii Gigli, Ferretti di Castelferretto, Asinari di San Marzano, Lojacbno e dal cons. naz. Garibaldi Ezio. « La Camera dei Fasci e delie Corporazioni, udita l'alta e ferma parola del Duce In risposta alla tracotante menzogna e minaccia del nemico, eleva il suo pensiero fiero e riconoscente agli eroici Ca duti su tutti i fronti di guerra per cc a o r la difesa e la grandezza Patria; rivolge il suo saluto ai valorosi soldati d'Italia, alle città gloriose e alle indomite popolazioni fatte bersaglio della violenza omicida e devastatrice del nemico; riafferma la decisa volontà del popolo italiano di resistere e di combattere, nell'incrollabile certezza della vittoria ». (Vivissime e prolungate acclamazioni). Il discorso di Paolucci Il Presidente ha dato quindi la parola al primo firmatario dell'ordine del giorno, medaglia d'oro Raffaele Paolucci. Salito alla tri buna, il cons. naz. Paolucci ha detto: « L'ordine del giorno che vari camerati hanno con me. presentato e di cui testé il Presidente vi ha dato lettura, certo risponde, nel suo breve linguaggio, al sentimento unanime di voi tutti. E non avrebbe forse bisogno di illustrazione dopo il mirabile discorso che abbiamo ascoltato con commozione e con fierezza e in cui rivivono nella loro cruda realtà i fatti di cui siamo stati testimoni e partecipi. Tuttavia è necessario che in questa Camera, sia pure per bocca del più modesto tra voi e con una breve parola, sia riaffermata la nostra Indomabile volontà di combattere fino alla vittoria. « Il popolo italiano ben ha misurato l'abisso nel quale cadrebbe se venisse a mancare la fede nella vittoria. La vita nostra e quella dei nostri figli diventerebbe una miseria senza nome. I) popolo italiano sa che la lotta sa rè. lunga e aspra e difficile e esige sacrifici, sofferenze e dolori. Ma sa anche che cosa è in giuoco. Non la fortuna di uomini ma la vita di intere generazioni. Troppo a lungo fummo defraudati e irrisi da coloro che oggi da un lato ci blandiscono e dall'altro ci minse ciano additandoci la via del diso nore e della viltà. « Questa Camera nacque da quella frode, il Fascismo da quelle ingiustizie è nato quando la vanità del sacrificio, le delusioni patite, le amarezze sofferte, sollevarono i nostri cuori. No, noi non piegheremo mai! (Applausi prò lungati). Potrà il nemico distruggere le nostre città ricche di storia e di arte; potrà uccidere inermi popolazioni; potrà anche raccogliere, dopo tónte sconfitte, qualche successo locale; ma ci troverà tutti uniti come un uomo solo, pronti a versare fino all'ultima goccia del nostro sangue. E' indubbio che la vittoria premierà chi saprà meritarla. E' indubbio che noi sapremo meritarla. « Mentre il naviglio nemico diminuirà sempre fino a rendere impossibile varcare gli oceani, noi rimarremo saldi, compatti, tetragoni , combattendo tenacemente. Anni? Decenni? Attenderemo, ma della t il nostro giorno verrà. L'immagine augusta dell'Italia, quella delle epiche lotte del Risorgimento, quella del Piave e di Vittorio Veneto, l'Italia delle sanzioni, l'Italia dei martiri e degli eroi, vive nei nostri cuori. La sua gran voce materna ci esalta e noi la sentiamo nel profondo che chiama a raccolta tutte le infinite energie di nostra gente. Che lo sappia e non si illuda, il nemico. Noi slamo in piedi, siamo tutti in piedi per la grandezza e la gloria della Patria (vivissimi, prolungati applausi). Dopo il discorso del cons. naz. Paolucci, la Camera ha approvato l'ordine del giorno per acclamazione. Infine una nuova, vibrante manifestazione dell'assemblea ha accompagnato l'uscita del Duce dall'aula. Nelle adiacenze della Camera e in piazza Colonna una grande folla attendeva la fine della riunione e ha improvvisato una calorosa dimostrazione al passaggio dell'automobile del Duce.

Luoghi citati: Grado, Italia, Lojacbno, Roma, San Marzano, Vittorio Veneto