Quegli ingenui borghesi serbi che davano armi e denari ai comunisti... di Alfio Russo

Quegli ingenui borghesi serbi che davano armi e denari ai comunisti... OSSERVATORIO BALCANICO Quegli ingenui borghesi serbi che davano armi e denari ai comunisti... BELGRADO, novembre. Ti Quartier generale croato annunzia ogni tanto che bande di partigiani sono state sconfitte e fatte prigioniere; anche il governo serbo del generale Nedlc annunzia che la lotta contro i comunisti procede assiduamente con risultati notevoli Bulgari e ungheresi non mancano di praticare nei territori jugoslavi recentemente acquistati misure repressive. Gli stati successori della disfatta Jugoslavia hanno dovuto insomma assumere il peso d'una guerriglia che 1 comunisti hanno imposto senza temere di rovinare vaste Provincie e di provocare la miseria e la strage d'innocenti popolazioni le quali non domandano che d'essere lasciate' in pace. L'Italia sostiene la maggior parte di questo peso: se pensate che la regione balcanica è una specie di prolungamento o, meglio, di retrovia del fronte sovietico, che la Balcania potrebbe diventare l'avanguardia del sovletiarno; se pensate che gli slavi di Europa sono pedine del gioco di scacchi delta grande Russia, comprendete l'Importanza europea della missione Italiana appunto nella regione balcanica. E' utile dire che l'Italia non ha chiesto compensi per la lotta che sostiene con tanto consumo di energie, non ha mire segrete, ma obbedisce solamente a un principio di civiltà e a una legge d'umanità. I soldati italiani, dalla Slovenia alla Lika, dal Montenegro alla Bosnia, hanno compiuto e compiono una durissima (mera assicurando l'ordine e la pace, consolando dolori e miserie, mitigando gli orrosi della guerriglia comunista. Li ambizioni di Mosca I motivi della guerriglia balcanica sono diversi; ma, certamente, il motivo principale sta nel sentimento degli slavi d'Europa di considerare la Russia come la madre generosa dalla quale verrà un giorno grandezza e prosperità; sta anche nell'azione anti-europea delle potenze anglo-sassoni che pur di creare imbarazzi all'Italia e alla Germania sono diventati alleati del comunisti senza pensar che la sconfitta italo-germanica aprirebbe le porte alla conquista sovietica dell'Europa danubiana e balcanica. Non bisogna appunto dimenticare che la congiuntura bellica favorisce e fortemente aiuta gli antichi sogni ambiziosi di Mosca che ri tiene d'avere fra gii slavi ci Europa strumenti docili di penetrazione e possibilità infinite di conquistare molta parte dell'Europa con poca fatica. Non è poi cosi lontana l'epoca della politica zarista a Belgrado e tanto meno lontana l'epoca della politica comunista a Praga. Molotov vale Sazonov, Stalin vale Nicola. Abbandonare la Bai canta al comunismo significa precisamente portare i russi a Belgrado, a Zagabria, a Serajevo e nell'Adriatico. Non è abbastanza chiaro quel che è avvenuto e avviene nei territori della disciolta Jugoslavia dall'aprile del '11, quel che specialmente avviene in Serbia e in Croazia che sono i due pezzi più grossi del vecchio edificio jugoslavo. La Serbia, come sapete, è stata ridotta nei suol antichi confini. E' un piccolo paese con poco più di tre milioni d'abitanti, povero, senza comunicazioni, sentimentale, emotivo come pochi altri. E' il paese delle follie che volta a volta hanno avuto un nome, una cifra: eccidio del re Alessandro Obrenovic e della regina Draga, eccidio di Sera^ jevo, colpo di Stato del 6 gennaio, colpo di Stato del 27 marzo, rivolta contro 1 tedeschi, eccetera. Soltanto è strano che il colpo di stato del 27 marzo non abbia provocato la morte del principe reggente, ma è vero che provocò la morte dell'intiero stato jugoslavo. E' un paese che somiglia a una polveriera, pronto a esplodere se il fuoco d'un incendio scaldi un poco le teste. Ma è, malgrado la piccolezza e la follia, un paese assai importante, strategicamente importante, , perchè è come una chiave che apre e chiude secondo la volontà di chi la possiede la porta d'un vasto complesso geografico. E' un paese che fatalmente attira l'attenzione delle diplomazie di tutti i paesi europei. Il governo di Nedic Che cosa è avvenuto in Serbia? Qualche settimana dopo l'occupazione tedesca, le formazioni irregolari del distrutto esercito jugoslavo, i cetnici, tutti di nazionalità serba, prese le armi che in gran copia giacevano nei magazzini e nelle stazioni ferroviarie ancora imballate perchè la fulminea azione del tedeschi aveva paralizzato la mobilitazione dell'esercito jugoslavo e perchè i tedeschi non avevano avuto il tempo di raccoglier¬ lclsgvmrrpsdtmmsrcldstsncIRacsaansgsvdfs n le, prese dunque le armi comlnciaron la guerriglia. Ma scoppiata la guerra contro la Russia, un vasto incendio comunista fiammeggiò In tutto il paese. Le masse sovversive che 11 folle governo di Simo vie aveva non £ola mente tollerato ma addirittura protetto durante gli effimeri giorni del suo potere (in realtà il colpo di stato se pure apparentemente eseguito da elementi borghesi e da una parte dell'esercito era ricapito solamente per 11 sollecito favore delle masse comuniste) gettata la maschera patriottica della quale s'erano servite per sobillare il paese contro il patto tripartito e contro la Germania, appiccarono l'Incendio, fucilarono e impiccarono 1 cosidettl borghesi che poterono catturare, taccheggiarono e distrussero placide case di contadini benestanti approfittando del fatto che 1 tedeschi erano gravemente Impegnati nella guerra contro la Russia la quale in Serbia mandava agenti e denaro. I tedeschi, alla fine d'agosto del 41, invitarono 11 generale Nedlc a costituire un governo nazionale serbo al quale promltaro fiducia e assistenza. Nedlc non è stato mal amico della Germania e, tanto meno, dell'Italia. Il suo nome è stato spesso citato, anni fa, da questo giornale come il nome del rappresentante più intransigente dell'avversione jugoslava alle potenze dell'Asse. Tuttavia, e assai lodevolmente, egli accettò l'invito e formò un governo chiamandovi i seguaci di Stojadlnovtc e di LJotlc, capo d'un movimento jugoslavo nazlonalfa scista che però non ebbe mal eccessiva fortuna, n nuovo governo proclamò la sua fede nel la monarchia e nella patria e su. scitò immediatamente un'antitesi con il fuggiasco governo jugoslavo di Londra specialmente perchè Nedic'bandiva la lotta contro il comunismo negatore della patria. Il giorno anniversario del giovane re Pietro, un Te Deum venne celebrato nella cattedrale di Belgrado con l'Intervento del governo e del le autorità militari tedesche. Il governo di Londra gridò al tradimento perchè Nedic compromette va la Corona, ma In realta Nedic niente e nessuno tradiva, anzi alutava efficacemente il suo paese che vide ridotta la pressione tedesca e cominciò a ricostituire il suo ideale di patria cosi violentemente attaccato dai comunisti. t1sI attirici ncll'antiguerrlglla La costituzione del governo di Nedic non poteva naturalmente risolvere la questione serba che i assai complessa per diverse ragioni, essenzialmente economiche e territoriali, e non poteva nemmeno risolvere e nemmeno affrontare la risoluzione del problema delle minoranze etniche; suscitava il distacco di gran parte della popolazione dal movimento comunistapartigiano, spezzava l'organizzazione dei cetnici, e creava le condizioni della repressione delle ban de sovversive. Cosi d'un giorno all'altro 15.000 cetnici passarono nelle file di Nedic e insieme al volontari reclutati dal governo di Belgrado cominciarono l'an ti guerriglia Più tardi altri gruppi di cetnici cominciarono a collaborare con Nedic, con i tedeschi e con gli italiani; e perfino i cetnici della Croazia i quali combattevano contro gli ustascia accettarono un accordo col governo di Zagabria e si schierarono con gli italiani contro i partigiani. Nedic insomma ha ottenuto un grande risultato: ha diviso cioè la responsabilità, degli elementi nazionali dalla responsabilità dei partigiani. C'è stato infatti un momento che anche 1 partiti nazionali serbi vedevano con simpatia il movimento comunista non come il rappresentante d'una ideologia politica ma come il mezzo più efficace di combattere i tedeschi; ma è chiaro che a un certo momento quei partiti sarebbero stati assorbiti come è avvenuto in altre zone della Jugoslavia dove l'inconsiderato aluto dei borghesi ha provocato 11 rafforzamento dei partigiani i quali non hanno poi avut> nessuna tenerezza per gli etesii borghesi antl-tedeschi o ariti-italiani. Nedic ha compreso benissimo che la complicità del borghesi con 1 comunisti poteva significare non il ritorno alla libertà della Serbia ma l'asservimento della Serbia all'internazionale moscovita E' cosi che il generale Nedic ha servito l'ideale patriottico del popolo serbo e ha aiutato seppure con piccole forze il grande fronte europeo contro la Sovietla. La nostra opera La confusione suscitata dallo scatenamento della guerriglia nei Balcani era tanta che le bande sono state aiutate e arricchite d'insospettate reclute borghesi poiché i fautori dello jugoslavismo, il quale nella Serbia propriamente detta non è stato mai popolare, sostenevano appunto i comunisti come i nemici più efficaci della Germania e dell'Italia. La democrazia jugoslava insomma prestava denari, armi e uomini ai partigiani perchè, pavida, non osava combattere, ma affidava al comunismo la sua sorte. E' avvenuto che i comunisti hanno preso denaro e armi, ma hanno preso spesso la vita degli ausiliari borghesi perchè essi logicamente combattono per sè e non per resuscitare una Jugoslavia monarchica e borghese. Assai tardi 1 borghesi di Belgrado hanno compreso che aiutare i comunisti significa tagliarsi le mani: l borghesi di Londra e di Nuova York, tutti gli altri borghesi di tutti gli altri paesi che covano affettuosamente l'uovo comunista avranno lo stesso risveglio brusco e sanguinoso. Ma questo è affar loro. Qual'è stata la parte dell'Italia, qual'è tuttavia, nel raddrizzamento della Serbia nazionale? Molte cose sono e debbono restare segrete fin che dura la guerra; cosi non è il caso di dire il numero dei sol- dati italiani che hanno combattuto e tuttavia combattono nel territori jugoslavi contro i comunisti 1 quali sono stati ridotti di numero e di energia dalla costante severa azione militare italiana. Ma possiamo dire che l'Italia ha svolto accanto all'azione guerresca un'azione umana e civile di essenziale valore: diecine e diecine di migliaia d'uomini debbono la vita, il lavoro, la pace, al soldati Italiani che non hanno mai fatto distinzione di razza e di religione. Dov'è l'Italia, c'è giustizia e umanità. E come altre volte, l'Italia non chiederà 11 conto della sua assistenza, nm chiederà gratitudine e riconoscenza perchè solamente ha obbedito alla legge della sua millenaria civiltà. Alfio Russo

Persone citate: Alessandro Obrenovic, Lika, Molotov, Stalin