La madre di Fabio Filzi è morta a Rovereto

La madre di Fabio Filzi è morta a Rovereto La madre di Fabio Filzi è morta a Rovereto Trento, 26 novembre. E' morta a Rovereto, a 81 anni d'età, la signora Amelia Filzi nata Ivanclch, madre del martire medaglia d'oro Fabio, impiccato dall'Austria degli Absburgo nei castello del Buon Consigilo, e dell'eroe Fausto, accorso dall'America per vendicare il fratello e caduto gloriosamente sull'altipiano di Asiago. La scomparsa della veneranda signora è stata appresa con vivissimo generale cordoglio. Il Prefetto e il Federale di Trento si sono subito recati a Rovereto per rendere omaggio alla salma. Questa sera il feretro è stato trasportato nella sala* consiliare del municipio, dove sarà vegliata da guardie d'onore. I funerali si svolgeranno in forma solenne sabato alle 15,30. Nata nel 1861 a Pisino d'Istria, era stata educata dalla famiglia al più alti sentimenti patriottici. Andata sposa nel 1882 al prof. Giovanni Battista Filzi, di Rovereto, allora insegnante del ginnasio di Pisino, fervente irredentista, ella crebbe i suoi quattro figli al fervente culto della Patria. Fabio, il suo prediletto, divenne discepolo e seguace di Cesare Battisti, partecipando con lui e con gli altri patrioti trentini alle animose battaglie della vigilia. Scoppiata la guerra, esso doveva seguire la sorte gloriosa del suo caro maestro, salendo con fierezza italica il patibolo, dopo di aver sopportato impavido il più straziante calvario. Amelia Filzi, allora internata in un campo di concentramento austriaco, seppe comprimere eroicamente la sua indicibile pena di madre orgogliosa del supremo Or locausto che il suo figliolo aveva dato alla Patria, e affrontò stoicamente le persecuzioni e i soprusi del suoi carcerieri. Dopo il sacrificio di, Fabio, ella apprese con la stessa fierezza la morte di Fausto, medaglia d'argento, caduto egli pure gloriosamente sul campo dell'onore. Un altro strazio doveva colpire più tardi il suo cuore di madre: la morte del terzo figlio, Mario, deceduto in seguito alle sofferenze patite nelle carceri austriache. L'ultimo figlio rimastole, Ezio, seniore della Milizlza, combattente In Africa Settentrionale, si trova ora prigioniero del nemico. Nel 1919, conclusasi vittoriosa- mente la guerra, la signora Filzi' ritornava col marito a Rovereto,! dedlcando la sua Inesausta attivi- tà a opere e istituzioni benefiche.iSempre presente a tutti i riti del la Patria, ella comprese subito la grande forza spirituale e le altissime idealità patriottiche del Fascismo, al quale aderì con entusiastico fervore ottenendo la tessera d'onore del Partito. Nel 1928 il Duce le dedicò una sua fotografie, e Amelia Filzi espresse il suo ringraziamento con le seguenti parole, che bene esprimono i suol sentimenti di madre italiana e fascista: « Nel mio modesto sacrarlo,-* Rovereto, dove tengo i ricordi a me tanto cari dei miei diletti figli e dei loro compagni di fede e di armi, io porrò.con orgoglio d'italiana e entusiasmo di fascista la fotografia dell'amato Duce: perchè vano sarebbe stato il sacrificio del martiri e degli eroi se la mano di ferro e il genio di tanto Uomo non avessero salvato a tempo l'Italia portandola, col suo alacre lavoro, a un'altezza tale da renderla oggetto di invidia presso tutte le Nazioni >. Dopo la morte del marito, ella visse ritirata parte a Bordigliela e parte a Rovereto, non mancando Uuttavia di intervenire alle celeibrazioni della Patria e del Regijme. e spesso esprimendo con commoventi parole la sua ammirazio[ne per ii Duce.

Persone citate: Amelia Filzi, Cesare Battisti, Duce, Fabio Filzi, Giovanni Battista, Rovereto Trento