Collegamento fra le sedi di sfollamento e di lavoro

Collegamento fra le sedi di sfollamento e di lavoro Collegamento fra le sedi di sfollamento e di lavoro La raccolta delle biciclette nelle piccole stazioni Lo sfollamento delle famiglie — di forza maggiore o prudenziale, in ogni caso necessario o raccomandabile — fa risorgere più acuto ed urgente il problema delle comunicazioni vicinali con mezzi pubblici. La vita della città non solo non deve allentarsi per lo sfollamento delle famiglie, ma abbisogna oggi più che mai di tutti gli uomini validi, per mantenere la sua funzione produttiva nell'economia della Nazione e per risanare le piaghe del terrorismo nemico. A foro volta però una lar- §a parte di questi lavoratori, di raccio o di cervello, hanno sistemata o vanno sistemando la famiglia fuori città: nè si potrebbe negar loro di raggiungerla seralmente o con una certa frequenza, specie per quelli che hanno perduta, con l'abitabilità dell'alloggio in città, la materiale Sossibfiltà di pernottare a Torino. I' chiaro che le inevitabilmente accresciute difficoltà del trasporti in questi momenti non consentono certo di richiedere, al meraviglioso sforzo che compiono le Ferrovie per fronteggiare le più impellenti necessità dell'ora, 11 supplemento di un ripristino del vecchio orarlo. Si può però richiedere — e lo in' vochfamo in via d'urgenza un ri' maneggiamene dei treni superstiti, per renderne l'orario adatto alle necessità degli sfollati. L'attuale orario compartimentale è ancor quello impostato sul vecchio canone dell'equa suddivisione, nelle ore diurne, delle coppie di treni disponibili, con qualche rinforzo di primo mattino e di tarda sera per gli spostamenti operai — orario nel quale gli isolati depennamene recenti hanno creato capricciose e irrazionali lacune. L'orario di emergenza che invochiamo dev'essere impostato sul concentramento della maggior parte del treni disponibili in partenza da Torino nel tardo pomeriggio o di prima sera, e in arrivo a Torino nelle ore mattutine, tenuto presente 11 nuovo orarlo In cui si concentra per necessità la vita cittadina (compresi uffici pubblici e grandi aziende) tra le 9-10 e le 16-17. I viaggiatori ordinari cui giova una distribuzione oraria inversa (partenza diurna da Torino e ritorno serale, o trasferte isolate a metà giornata) sono ormai in tal minoranza numerica, da poterli transitoriamente invitare a servirsi di un unico treno o di un paio, lungo il resto delia giornata. Esemplo pratico, scelto a caso tra le linee più battute: la TorlnoPinerolo. Essa conserva sei coppie, ma gli sfollati hanno a disposizione non più di due treni per la di' scesa in città, e non più di altrettanti per 11 ritorno serale alla nuova dimora: assolutamente insuffli cienti anche per il più denso stivaggio. Si osserva che i due treni in partenza da Torino alle 4,25 e alle 6,30 potrebbero esser fusi in uno solo; il successivo delle 13,10 potrebbe rimanere inalterato, e gli altri quattro serali essere avvicinati, ad esempio con partenza alle 17.30 - 18 - 18,30 e 20, in modo da ripartire equamente l'affollamento — mentre nel senso inverso (dove è anche più sentito lo sfasamento dell'orarlo vigente sulle attuali necessità), al primo tre no prevalentemente operaio in arrivo alle 6,48 dovrebbero seguire almeno altri tre treni tra le 8 e le 9,30, con relativo diradamento nel servizio pomeridiano. Altrettanto dicasi, naturalmente, per 11 servizio locale di tutte le altre linee, compatibilmente col numero di treni esistenti: tenuto presente che non tutti gli sfollati risiedono a cavallo della linea ferroviaria, (molti han da compiere a piedi o con mezzi di fortuna parecchi chilometri per raggiungere la stazione) e che quindi un concenti-amento di treni troppo mattutino non risolve il problema, dato anche il ritardato inizio della giornata lavorativa urbana. Ancora un invito, facile da raccogliere, alla benemerita amministrazione ferroviaria.: la custodia delle biciclette nelle piccole stazioni. Lo sfollato lontano dalla ferrovia deve poter raggiungere in bicicletta la stazione prossima, e ritrovarsi la macchina per il ritorno, senza ammattirsi o correr rischi per la consegna, la custodia, il ritiro presso il* ferzo o il quarto. Anche all'aperto (possibilmente al coperto) non dev'essere impossibile organizzare razionalmente e con sistemi celeri e ordinati di presa e di riconsegna, nelle pertinenze ferroviarie, quest'umile ma preziosa funzione. L'argomento si presta ancora ad un voto, rivolto questo alle autorità vigilanti 11 movimento automobilistico. Anche passato l'attuale periodo dei traslochi famigliari dalla citta, è probabile che una maggior circolazione di automezzi rimarrà sulle strade esterne (a corrispondente scapito del chilometraggio urbano) per l'andarivieni delle persone d'affari munite di licenza speciale per auto, tra la sede di lavoro e la famiglia. In tal caso, anziché proibire a costoro di trasportare terze persone, sarà il caso d'invitarli a tesorizzare in ogni trasferta la capienza della propria macchina: sarà tanto di guadagnato per la congestione ferro-tranviaria vicinale. La ben nota e giusta sobrietà nell'assegnazione di carburante è la miglior remora contro ogni abuso. A. F

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