Una gara di abnegazione fra Soldati, Corpi armati e Unpa
Una gara di abnegazione fra Soldati, Corpi armati e Unpa Dorante e dopo le, incursioni Una gara di abnegazione fra Soldati, Corpi armati e Unpa Il vivo plauso del Prefetto In occasione delle recenti incursioni su Torino l'opera svol ta dai reparti delle Forze Arma te, dai Vigili del. fuoco, dai Reali Carabinieri, dai Corpi di Po lizia, dalla Croce Rossa, dal Co mitato di P.A.A., dall'U.N.P.A e dai Vigili Urbani è 'stato stipe riore ad ogni elogio. Tutti si sono prodigati instancabilmente con ooraggio, abnegazione, al tlssimo senso del dovere e spi rito di sacrificio. Il Prefetto ha fatto pervenire ai Comandi e ai Capi dei singoli Corpi ed organizzazioni la espressione più viva e cordiale del euo riconoscente compiati mento. L'elogio del Rappresentante del Governo fascista esprime il pensiero di tutta Torino, ed in pri missimo luogo dei sinistrati dalle viZi incursioni. Il comportamento dei Boldati, dei Vigili del fuoco, dei Carabinieri Reali, dei Corpi di Polizia, della Croce Rossa, delia P.A.A., dell' U2TJ>.A. e dei Vigili urbani è stato superiore ad ogni elogio. Co desta è una frase fin troppo usata, lo sappiamo, ma raramente è stata scritta più a ragione. Durante e dopo le incursioni aeree inglesi, questi Corpi ed Enti si sono prodigati con uno slancio, uno spirito di altruismo, una solidarietà umana e fascista ed un coraggio che sono andati ben oltre i limiti dei dovere. Abbiamo già narrato episodi riguardanti questo o quel Corpo} Questa o quella specialità. Ve ne sarebbero numerosissimi e tutti degni di nota. Piacerebbe qui citare fatti particolari, scelti fra i molti, per mettere in luce, con esemplificazioni suggestive, la bellezza delle gesta generose. Ritorneremo, a suo tempo, e di proposito su tutto ciò, perchè è un patrimonio di nobiltà morale che vuole essere serbato. Qui ci sia consentito di accennare almeno ad un episodio che riguarda i nostri soldati. Una casa era in fiamme. Un ufficiale si precipita nella via, va alla ricerca di gente che presti man forte per lo spegnimento dell'incendio. Soldati si offrono spontaneamente. Si prodigano con coraggio che forse non sarebbe esagerato definire eroico nell'opera difficile e pericolosa. Il duro lavoro continua fino all'alba, senza soste. Tutto ciò che era umanamente possibile fare, è fatto. L'ufficiale, alla fine, raduna quei bravi, li elogia, li ringrazia, chiede i loro nomi. Ma quelli tacciono. L'ufficiale legge negli occhi degli astanti "quel che le labbra non dicono : < Che necessità . di dare il nome? Siamo soldati, soldati italiani ». Allora l'ufficiale sente che quell'attimo solenne e semplice, attimo mistico, non può andar perduto. Comanda l'attenti. Dice ai soldati di elevare il pensiero agli altri, ai commilitoni che combattono sui fronti di Russia e d'Africa. Afferma che essi, i salvatori anonimi delle abitazioni di tante famiglie, sono ben degni di vestire la stessa uniforme di coloro che per la Patria, per la civiltà combattono in prima linea Nella stanza devastata, un grido, un triplice grido si innalza: il saluto all'Italia, al Re, al Duce. Vorremmo che di questo episodio — uno fra i molti — giun gesse notizia ai nostri nemici. E' possibile che, nell'o-pacità della loro barbarie riemersa sotto la sbiadita vernice di una civiltà d'accatto, essi, ottusi quanto feroci, non lo intendano e perciò non vi prestino fede. Ma forse anche fra coloro c'è qualcuno abbastanza dotato per capire che il fatto, questo fatto senza nome e senza storia segnato qui per mero caso da un cronista frettoloso, è tanto vero da rappresentare l'anima, il tipo, lo stile del soldato d'Italia. Quel qualcuno capirebbe anche perchè l'Italia vincerà la guerra.
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