Il flauto di Federico

Il flauto di Federico Il flauto di Federico Tre musici di Colonia, che riuniti assieme compongono il celebre Trio di Colonia, hanno abbandonato anche quest'anno la loro bella città seduta sulla riva del Reno e sono «cesi in Italia a farci udire le loro musiche esili come ragnatele. Alla cattedrale di Colonia io ripensavo in questi giorni, mentre cercavo un parallelo tra l'architettura sacra e lo Siabnt Mater di Rossini; e pensavo che questa musica apsicologica e agiografica non somiglia alle gravi e pensose chiese delle Puglie, non somiglia all'alta e implorante cattedrale di Colonia, ma somiglia alla chiesa che a Roma i gesuiti hanno dedicato a Sant'Ignazio, • che sul fondo della omonima piazza etende la sua facciata barocca davanti a un gioco di case e di vie così spiritosamente t sceneggiate », che sembrano apprestate apposta, per la recita di una commedia di Goldoni. Hai tu fiducia, lettore, nello « spirito « dei nomi! Se questa fiducia ti manca, pensa che Goldoni e un anagramma di gondola, e la fiducia ti verrà. - Tutti e tre questi musici di Colonia suonano strumenti antichi: uno Buona il clavicembalo, l'altro la viola di gamba, il terzo suona il flauto che e lo strumento più antico di tutti. Più antichi del flauto magari sono gli strumenti a percussione, ma questi non hanno articolazione di suono: danno soltanto rumore e ritmo. Gli strumenti a percussione sono quelli che nella nostra orchestra fanno parte della cosiddetta «batteria >, e le loro parti, meno' quelle dei timpani che in due, quello.più grosso e quello più piccolo, possono « fare • una intera scala cromatica dal fa al fa, non sono scritte su cinque righe ma su una riga sola. Al saibit, cioè a dire al flauto traverso usato dagli egiziani, si riconoscono 60 secoli di vita. 7/ al il si chiamava il flauto degli _ebrei, yo quello dei cinesi, vamsa quello degl'indiani, e i Greci chiamavano il loro flauto aula», con voce derivata dal verbo àimi, che significa io soffio. Anche la nostra voce flauto ha significato di soffio, perchè viene dal latino flatus. Nonché lo strumento più antico, dunque, il flauto è lo strumento più naturale (è appena un leggero perfezionamento del sufolare che facciamo con le labbra arrotondate), lo strumento per eccellenza, perchè attraverso il nostro fiato si può dire che nel flauto canta la nostra anima. Si vuole un esempio? Io non conosco più alto, più solitario canto dell'anima, del solo del flauto nell'Orfeo di Gluck. E' probabilmente per queste sue qualità di anima che il flauto è lo strumento musicale preferito dagli uomini di animo più alto, di mente più profonda. Era 10 strumento preferito di Bocklin. Era lo strumento preferito di Schopenhauer, e qtiestfi, che amava su tutte le musiche quelle di Rossini, possedeva tutte le opere del suo musico prediletto ridotte per il flauto, e da un capo all'altro dell'anno, tutti i giorni, da mezzogiorno al tocco, se le ripassava religiosamente. Per di più, ogni volta che gli avveniva di nominare Rossini, l'autore del Mondo come volontà e rappresentazione alzava gli occhi . al cielo, a imitazione del pollo che beve. Anche Pan, che era più che un filosofo perchè era un dio, amava 11 flauto ed egli pure se lo sonava tra mezzogiorno e tocco, ma non già nel raccoglimento del proprio studio come Arturo Schopenhauer, sibbene in mezzo ai campi immobili nel sole, per diletto dei ranocchietti, delle cicale e degli altri piccoli animali che lo stavano rapiti ad ascoltare. Per meglio dire Pan sonava la siringa, che è fatta di sette piccoli flauti schierati per ordine di statura a simiglianza delle canne dell'organo; ma sbaglierebbe chi credesse su la scorta di una errata etimologia che Pan è il dio Tutto, perchè il nome di questo antico dio degli àrcadi proviene da un correlativo greco del verbo latino pasci, e dimostra nel suo nome la sua pastorale qualità. Il flauto era anche lo strumento dei rapsodi, i quali intramezzavano le loro rapsodie con brevi sonate dell' anima. I rapsodi non sono tutti morti. Bambino, vedevo tutti i giorni ad Atene un rapsodo che se ne stava seduto nella via Fatissia, presso casa nostra, la schiena appoggiata al muro della scuola Politecnica, nella quale mio fratello andava a copiare col carbon cino i calchi dell'Ermete di Prassitele, della Venere di Milo e di altri begli esemplari della statuaria greca. Era vecchissimo e cieco come Omero ; anzi più di Omero, perchè la cecità dei rapsodi antichi era una cecità figurata e una garanzia del loro bel cantare, siccome nelle Canarie accecano i canarini per farli cantare meglio, mentre la cecità del «mio» rapsodo era effettiva. E costui captava: cantava con voce cavernosa e appena percettibile che gli moriva dentro la barba gialla come la barba del granturco; non la guerra di Troia cantava come i suoi colleghi antichi nè le avventure di Ulisse, ma le gesta dei kleftes ossia dei ladri come erano chiamati i patrioti che al tempo dei Canaria e dei Kolokotroni si dava¬ flpnd no alla macchia e facevano là guerriglia ai Turchi; e ogni tanto interrompeva il suo flebile canto per fare egli pure una brève sonata dell'anima, sopra un grande flauto di rame che laggiù chiamano floghèra. Per tirare il suono dal flauto bisogna soffiare dentro il buchino superiore dello strumento e pronunciare il monosillabo te, sicché le note di un'aria per flauto sono una serie di altrettanti te te te. Le dpnne amate dai flautisti potrebbero dirci che sapore hanno i baci scoccati a suon di te tè te ,- ma non c* lo diranno mai. Le donne sono nemiche della confessione, salvo che si tratti di una oonfessora. Zola ha scritto un piccolo romanzo che se non vado errato si chiama Per una notte d'amore. E' la storia di un uomo molto brutto e deforme, il quale si innamora di una donna bellissima, e non osando mostrarsi a lei di giorno, passa le notti sotto le sue finestre a sonare il flau¬ to • a dirle il suo amore per mezzo di quel suono solitario e confessante. Ma questa è appena la condizione dei personaggi. La tragedia viene dopo e consiste in questo, che la donna amata dal brutto flautista approfitta del suo amore e si serve di lui per fargli uccidere un altro uomo di cui essa si vuole sbarazzare. Zola passa generalmente per Uno scrittore poco intelligente; ma l'aver scelto il flauto fra tanti strumenti come quello che meglio di tutti canta il canto di un cuore che ama, è segno d'intelligenza molto sottile. " Flaìrto solo è il titolo di un'opera scritta da Eugenio d'Albert, che era un grande pianista e componeva anche ma come sogliono comporre i pianisti, ossia male ; e che il flauto sia uno strumento magico, lo dice anche Mozart ih quell'opera che egli scrisse nei fumi della massoneria. Nel loro concerto romano, i tre istrumentieti del Trio di CoIonia avevano incluso alcune musiche che solitamente non si trovano nei programmi dei concerti, ossia alcuni pezzi per flau¬ to scritti di proprio pugno da Federico il Grande. Sonare il flauto era il pastotempo preferito di questo monarca. Ho detto più iopra che il flauto, strumento dal «nono solitario, è lo struménto che amano soprattutto gli animi solitari. E chi più Solitario di Federico di-Prussia, sia nella sua tragica giovinezza, sia nella sua vita di re? In fondo al palazzo reale di Berlino, in quelle camere vicine al tetto nelle quali Federico e Guglielmina vivevano là loro vita segreta lontano dallo sguardo del loro genitore, era una gioia per Federico sonati il flauto e farsi accompagnare al clavicembalo dalla sorella. A <jtiei loro strumenti i due giovani avevanodato nomi italiani: Principe si chiamava il flauto di Federico, Principessa il clavicembalo di Guglielmina. Guglielmina pdù tardi andò sposa al margravio di Bareith, che in sèguito si chiamò Bayreuth * divenne la casa madre del -wagnerismo. C'è in questa storia come una ininterrotta vena musicale-. Il flauto era la vita segreta di Féderioo, la tua rita poetica, il canto della sua anima solitaria. Uni nott* il sedicenne Kronprinz fu trovato seduto lui davanzale di una finestra, le gambe penzoloni nel vuoto, scarmigliato e tutto assorto a sonare il flauto il chiar di luna. Per punirlo, suo padre gli passò intorno al collo, il bracciale di una tenda e minacciò di strangolarlo. Il flauto Federico lo aveva imparato da se, e a principia lo sonava male. Poi ai perfezionò sotto la guida di Quant-z, il celebre flautista che gli aveva dato il re di Polonia. Questi era pazzo per la musica e amava circondarsi di musici; ma amava circondarsi anche delle donne più belle del suo regno; e avendo raccolto dà questi amori svariati trecehtocinquantaquattro figli maschi, ebbe la gioia di costituire una compagnia di soldati interamente composta di carne della sua carne e di sangue del suo sangue. Ed era un gusto vedere questi trecètotocinquantaquattro soldati tutti simili fra loro, che facevano il preientat'arm al loro papà. Alberto Sarinio Ha»l da guerra Italiane di vigantl nel Mediterraneo. scorta al convogli natilo. Luce Telerfoto)

Luoghi citati: Atene, Berlino, Colonia, Italia, Milo, Polonia, Roma