Il sacco del pellegrino

Il sacco del pellegrinoIl sacco Il sacco del p I a vscvlia Ripenso Villabassa, *•■ »PB"« laggiù dove i salici ■ nascondono le ultime case, e dove il torrente fa quello tcroscio, insensato fra tanta pace, somigliante al riso d'una strega. Benché autunno sia inoltrato, i davanzali sono ancora tutti in flore. E c'è, fioritissima, una capanna sotto il mulino. In quella entro, a capo scoperto. Distesa sul suo lettino è la piccola Maria, la pastorella che mi portava ogni mattina il mio bicchiere di latte, reggendolo con le due mani. Ora le stesse mani sono congiunte sul cuore. Hanno vestito la morta del suo abito più bello, quello dipinto a camelie rosse e rametti bruni, e si direbbe che la piccola resti immobile solo per non sciuparlo. Le hanno messo una ghirlanda in capo, secondo il costume Eaesano, e un gìglio sul petto, a mamma le ha ravviato i capelli. Il nonno va bruciando dell'incenso. La riguardano, insieme, senza piangere, non potendo credere spenti quegli occhi rimasti aperti, e cosi azzurri, che contemplano e forse inseguono le volute odoranti del fumo. Neppure il babbo, neppure la mamma danno una lagrima. Impietriti, vegliando la morticlna, parrebbero non dare ascolto che al belato di un agnello nato Jeri; oppure a quel torrente dallo scroscio aspro, insensato come il riso d'una strega. Ripenso Villabassa, il mulino, l'agnello, i gerani alle finestre, la b'mba che non è più. Ripenso quel mattutino bicchier di latte, odoroso di resina e di menta. Poi rivedo la stanza buia, salvo 1 due ceri accanto al lettino, i genitori taciturni, il nonno con l'incensiere nella vecchia mano che non trema. Una croce di paglia è piantata, secondo l'uso, innanzi alla casa, in atte.a della croce di legno che verrà su, domattina, col ?irete e gli affossatori. Fiori e ronde hanno sparso anche per la stanza, e perchè ramo non scricchioli camminiamo tutti in punta di piedi. Questo silenzio perchè, una volta che la piccina non sembra neppmv eli-.: dorma? I parenti, entrando a rivedere la defunta, si sono levati gli zoccoli. E questi sono allineati fuori della porta, insieme alle lanterne- che serviranno per il ritorno. Anche la salma odora di resina, e il ricordo del latte appena munto mi fa trasalire. I due fratellini di Maria pregavano in un angolo della stanza, all'o'curo. Ma 11 hanno mandati a dormire, perchè non restassero troppo a lungo con le mani giunte. Ombre nell'ombra, non 11 ho visti uscire; ma i ragazzi erano stanchi, il passo era composto: e ho sentito il passo. Poi di nuovo quel gran silenzio, senza sfogo e senza ragione. Più tardi, le litanie. Sillabe tedesche, sillabe latine. La morta, con quello sguardo sempre fi.so, ascolta. Gli occhi pare che ridano. Come i parenti s'allontanano, ciascuno coglie un filo, per ricordo, da quella croce di paglia. fi rosario è finito. Le lanterne, ad una ad una, sono dileguate lungo i salici. Ultimo, me ne vado anch'io, e m'accorgo che l'agnellino ha cessato il suo laménto. Ed è adesso che il pianto rompe nella capanna: quattro voci derelitte, disperate, che invocano singhiozzando colei che non è più. Perchè è a quest'ora che la piccola Maria dovrebbe addormentarsi. Ma dai suoi occhi rimasti aperti, si vede che non potrà riuscirci più. 1 santini fioriti fe pendici fra cut la di Dobbiaco °on,i? di . Dobbiaco ■™"""™^™—™ prende la forma d'una cuna sono, senza dubbio, vezzosamente fiorite: via addirittura meravigliosi sono i marzolini che gli alpigiani, scegliendo fior da flore con una pazienza di chiocciola e una finezza d'ape, sanno comporre per la casa o per la chiesa. Alle chiese, sopratutto, essi destinano quelle loro ghirlande stupendamente assortite di forme e di colore, e benché rustiche, benché comuni, tali da apparire d'una incantevole rarità. Ne pregano le loro Madonne di pietra semplice, i loro santini di legno dorato, e anche i loro Cristi lacerati e lagrimanti: poiché, come sapete, quassù in Alto Adige come in yenere in tutti i paesi di montagna, il senso dell'orribile s'accompagna, quasi sempre in perfetta armonia, col gusto del gra¬ zioso. Il santo mostra la stia piaga rossa, e ti devoto vi depone una ro3a bianca. La Vergine addita con l'esangue mano le sette ferite del seno, ma ecco sgorgano da questo petto, col vivo sangue, gerani e veroniche e genzianelle, vagamente intrecciati a ciuffi di salvia, a fronde di pino. Il 3oniso vince cosi lo strazio. E anche la casa di Dio, come quelle dell'uomo, diventa gentile, confidente, gemtltlich. Atterrito sulle prime, l'occhio del fedele si rassicura, e si riaffissa docile al libro di preghiere, pur esso ad ogni pagina fiorito, e dove il segnalibro è formato da un edelweiss. L'orribile e il grazioso si sono alternati da ben quattro secoli anche nella chiesetta di Dobbiaco. Vedo le ossa d'un martire — Corpus Sancti Antheri — e vedo una Madonna di dolore, dove la parola Schmerz spicca santificata nelle sue lettere gotiche/ di fronte a un Sebastiano trafitto cui solo manca il grido nello spasimo delle membra. Ma i cori d'angeli e di putti tuffati addirittura dentro una fiorita, e sporgenti il braccìno dorato fra i gigli a impugnare una fiaccola o a porgere una corona; ma le quattro lanterne atesine dell'aitar maggiore, i cui fregi e pennacchi vi richiameranno piuttosto l'idea d'una festa in un castello rococò; ma la cantoria barocca, ai cui lati le due balconate patrizie conservano ancora la grata di quando vi saliva un margravio cacciatore d'orsi o una badessa di nascita ducale, e che innalza le sue canne esultanti — Cantate Domino — ai festosi paradisi d'un soffitto tiepolesco, sono tanti pensieri di letizia. E benché il tempio, come sempre quassù, si sia stretto intomo tutti i suoi sepolcri, il cuore non ha la menoma stretta né dai morti né dai martiri, immaginandoli imperturi allo stesso modo di quei fiori che, tanto sono freschi e vivi, si direbbero inalterabili; di quei fiori saliti in gloria ad ogni altare — citisi, gigli, verbene, stelle alpine; e rose di siepe, viole di fratta, fioretti della Passione di Nostro Signore — per opera di mani rudi e per effetto di scelte ingenue, di quei fiorì, infine, che non furono comperati dal fiorista, e Dio lo sa: sola ragione, miracolosa ragione, perchè non se ne vede neppure uno piegare sullo stelo. Ramperti

Luoghi citati: Dobbiaco, Villabassa