Un torinese a Londra e un'Aspasia britannica

Un torinese a Londra e un'Aspasia britannica SCORCI SETTECENTESCHI Un torinese a Londra e un'Aspasia britannica L fascicolo di maggio 1789 del periodico londinese The Gentleman's Magatine recava, nella ubrica dei necrologi, le seguenti arole di colore alquanto oscuro, he traduciamo letteralmente: «La gnora Piozzi ha motivo di ralgrarsi della morte del sig. Baeni, perchè costui aveva molta memoria e abbastanza malizia per accontare tutto quello che sapea*». É più avanti: «Non conosco madama Piozzi, nè m'importa di ei; tuttavia penso che l'attacco mosso dal Baretti contro di lei sia also in molti punti e in tutti magno, e che egli abbia scritto di ado senza il pugnale in una mano la penna nell'altra». Schiettamente: davanti alla salma di un onesto italiano, che era morto da pochi giorni, e che avea onorato per quasi quarantanni, on le sue opere, la letteratura Inlese, non si poteva essere più... entleman di cosi! Che cosa era dunque successo i cosi grave tra il torinese Giueppe Baretti e l'inglese Mrs. Heter Piozzi vedova Thrale, perchè n giornalista osasse pubblicare u di un periodico così autorevole n necrologio cosi velenoso? Lia storia del singolarissimo cao, che doveva degenerare in uno candalo fra i più clamorosi dela Londra settecentesca, non è el tutto ignota, grazie a tre vioentissime Strictures on Signora Piozzi, che il Baretti aveva publicate, l'anno prima della sua morte, sulle colonne deìVEuropean Magazine; ma i periodici inglesi del tempo, le cui pagine sono anora per gran parte sconosciute ra noi, a nostro agio, aiutano a gettare maggior luce sui rapporti ra lo scrittore torinese e la lady britannica, e a soddisfare altresì, dopo più di un secolo e mezzo, la curiosità dei lettori italiani sugli ultimi giorni del vecchio Aristarco. L'amicizia e la stima di Samuel Johnson, il dittatore letterario dell'Inghilterra settecentesca, avevano procurato al Baretti ia familiarità del ricchissimo birraio Thrale, nella cui villa, sontuosa e largamente ospitale, di Streatham presso Londra si raccoglievano abitualmente intorno alla colta, vivace e bizzarra Mrs. Thrale (una specie di Aspasia in edizione ridotta) tali personaggi fra i più eminenti di quel tempo, da formare un vero circolo intellet tuale, molto interessante soprat tutto per uno straniero: il pittore Reynolds, l'attore Garrlck, famoso Interprete dello Shakespeare, il politico Burke, il biografo Bosswell, il musicologo dott. Burney, e, primo fra tutti, si capisce, colui che il Carlyle, ammirato della sua sincerità, volle esaltare tra gli Eroi letterati, e che il Taine definì, in un quarto d'ora di malumore, « le respectable et insupportable Samuel Johnson ». E che tipo bizzarro quella Mrs. Thrale!... Aveva persino pensato un giorno di classificare in ventesimi, secondo una curiosa tavola inedlfa che ci è venuta sott'occhio, quegli illustri amici di casa, a seconda delle loro doti fisiche e morali; sicché al critico torinese, per esempio, giudicato ultimo di quella strana graduatoria, aveva assegnato uno zero in religione, in spirito e in remissività, quattro punti in complessione e in tono di voce, cinque in umore, sei in morale, In erudizione e in buone maniere, e ben diciassette punti in coltura generale! E il Baretti -in casa Thrale si trovò subito a suo agio; sicché, accettato, per consiglio dello stesso Johnson, d'insegnare l'Italiano e lo spagnolo a una bimba dei Thrale, partecipava sovente alla buona tavola del birraio, e passava spesso lunghi giorni nella confortata villa di Streatham, là dove il Reynolds gli fece un giorno il classico ritratto, che è 11 più noto e il più riprodotto fra 1 vari che isi conoscono di lui; e divenne inbreve quello che si suoi dire il con- fidente e il factotum di casa; tan-o che nel 1768 il Thrale lo volle per compagno e guida in un viaggio in Francia e nelle Fiandre; e sette anni dopo il Baretti vi tor nò con quasi tutta la famiglia Thrale e col Johnson; e nella primavera successiva avrebbe; con sua grande soddisfazione, guidato a stessa comitiva attraverso l'Itaia, se una grave sciagura della famiglia che faceva, come al soito, le spese della brigata, non avesse mandato, a monte il bel progetto e distrutti cosi i propositi e le speranze e i castelli In aria, di cui 11 povero Baretti s'era pasciuto fino allora. Giacchè, è appunto dal tempo di quel mancato viaggio, che traspare più evidente una maggiore freddezza, e quasi diremmo ostiità, nei rapporti tra il Baretti e Mrs. Thrale; le contese e le punzecchiature reciproche si fanno più frequenti e più maliziose; finché un brutto giorno dell'estate 1776, « quando madama », narra egli stesso, « si mise in testa di darsi delle arie e mi trattò con una tal quale sostenutezza ed arroganza, non esitai a colazione a deporre la mia tazza di tè bevuta a mezzo, ad andar a prendere in un canto della stanza U bastone e 1 cappello, e voltare le spalle alla casa insalutato hospile, e avviarmi verso Londra senza pronunciare una sillaba s. Un taglio netto, come si vede, e di stile prettamente barettiano!... Ma, in fondo, più che la Incompatibilità di carattere fra 1 due; più che la presuntuosa mondanità della Thrale, e il suo egoismo spietato e calcolatore che la rendevano poco simpatica al Baretti; più che l'ombrosa irascibilità di mi, e la scarsa malleabilità, e il suo senso profondo di semplicità e di umanità; il motivo essenziale e determinato di quella mprovvisa ma non impreveduta rottura non v'ha dubbio che si debba sopra tutto ricercare nel'amara delusione patita dallo scrittore torinese, 11 quale aveva nutilmente e pazientemente aspettato, dopo tante speranze e tanti progetti, e dopo più di sette anni di cure amorose spese nell'educazione della bimba Thrale (« la mia Esteruccia », com'egli la chiamava spesso nelle sue lettere), quel compenso di una pensione annua che gli era stato promesso e che li avrebbe finalmente consentito l provvedere senza preoccupazioni ai non molti bisogni della sua vita é al decoro necessario alla sua condizione e alle sue reazioni sociali. Di quattrini infatti, a dire 11 vero, in quegli anni 11 Baretti ne aveva avuti assai pochi dalla liberalità dei Thrale; e, per di più, dati a spizzico, e quasi come una mancia; e solamente dopo i due famosi viaggi, in. Francia e quello mancato in italia; nè di pensione oramai non si parlava più, nonostante, ripetiamo, le promesse fatte più di una volta non solo a lui, ma anche, a suo tempo, allo stesso Johnson. Ed egli, già vecchio e stanco, non si sentiva più di continuare e correggere bozze di stampa e a compilare dizionari e libri didattici... Ma v'era anche di peggio. Non più tardi di due anni prima, e certo per il miraggio soprattutto di quella famosa pensione che gli avrebbe permesso di non allontanarsi da Londra, egli aveva, tra l'altro, respinta un'offerta assai onorevole e lusinghiera, della quale pochi sanno fra gli ammiratori del Baretti, e di cui troviamo la documentazione nel fascicolo di dicembre 1790 del Gentleman's Magazine. Chi mai avrebbe potuto in Italia figurarsi 11 vecchio e scontroso Aristarco sotto la toga del professore universitario?... C'era da far fremere l'ombra di quel prof. Bartóli dell'Università di TorinoGiuseppe Bartoli dell'Università di Torino, della cui boriosa pedanteria il famoio CicaXamenio baret tiano aveva fatto ridere venticinque anni prima il pubblico e l'inclita torinesi!... Eppure, sulla finedel 1774, il Baretti aveva rice e vuto da Dublino l'offerta « d'Insegnare italiano o qualsiasi altra lingua moderna egli preferisse » in quella Università. Avrebbe finalmente avuto uno stipendio sicuro, l'alloggio nel College « come si conviene ad un signore », molte lezioni lucrose fuori dell'Università: avrebbe, in Una parola, risolto onorevolmente il problema della sua vita! Eppure egli aveva rifiutato!... « Un paese », scriveva allora a chi gli aveva comunicata l'offerta, « non può essere lasciato da un uomo di cuore, senza il maggior rincrescimento; quando una lunga residenza e i più piacevoli affetti l'hanno reso tanto gradevole quanto familiare. Se io avessi trent'annl di meno e naturalmente fossi desideroso di migliorare gradualmente il mio stato, un compenso, anche se piccolo, sarebbe una tentazione; ma anche allora il mio cuore resisterebbe...». Bel frutto, in verità, aveva ri-, cavato da quel suo attaccamento ai piacevoli affetti londinesi, e da quel suo dignitoso rifiuto!... * * Cinque anni dopo la rottura col Baretti, il ricco birraio di Streatham ebbe, non so dire se la fortuna o la disgrazia di morire... Perchè non è fare della maldicenza a buon mercato rivelare che la bizzarra Aspasia quarantenne aveva già pensato da qualche tempo a procurarsi un confortatore, se in una nota, scritta a distanza di qualche mese dalla morte del marito, In un suo diario inedito (che vedrà presto la luce e sarà indubbiamente interessantissimo) i critici indiscreti possono leggere le seguenti parole, che le eran proprio sfuggite dal cuore: « n mio Ptozzl è ritornato finalmente! ». E non era di certo il solo amore per l'arte a dettarle quella appassionata esclamazione...' I rapporti stretti dalla Thrale col tenore bresciano Gabriello Piozzi, uno dei molti cantanti italiani che nel Settecento fecero in Inghilterra la loro fortuna e la delizia delle miss é delle mistress, erano dunque certamente anteriori -lalla morte del marito, e avevano già suscitato nel circolo degli amici mormorazioni e commenti non del tutto benevoli; e quei rapporti dlvennwo naturalmente più serrati l'anno successivo, quando si parlò di nozze, e le quattro figlie vi si opponevano, e ì giornali si compiacevano di allusioni e di pettegolezzi su quelle contese domestiche. Figurarsi il Baretti, che della Thrale non aveva mai avuto molta stima e del Piozzi nessuna, e nel cui animo ribollivano tutti i sentimenti e tutti i rancori che avevano provocato la famosa rottura! E quando poi, strappato il consenso alle figliuole, nel luglio del 1774, i due si sposarono e partirono par l'Italia in viaggio di nozze, apriti Cielo! Lo scandalo dilagò: h inseguirono le satire dei giornali, allora assai più pettegoli che mai, le riprovazioni violente degli amici, le risate e i fischi della gente; e le lettere del Baretti agli amici e ai fratelli sono in quegli anni piene di sdegnose invettive e persino di volgarissime ingiurie. «Non soffrite», scriveva al milanese Don Francesco Carcano annunciandogli la partenza per l'Italia della coppia nuziale, « che la turpe femmina contamini le donne vostre colla sua compagnia. Ogni uomo dabbene deve abbominare una madre che ha abbandonato quattro figliuole, tre delle quali sono da marito. Un libro e non una lettera ci vorrebbe per dirvi tutte le iniquità con messe da quella scellerata... Ina non parliamo più di così vii cosa! ». * * Vn libro ci vorrebbe... Ma, se non proprio un libro, ecco che sulle colonne óeiVEuropean Magazine il Baretti pubblica quelle tre implacabili Strictures on Signora Pioz&i, alle quali abbiamo accennato in principio, a proposito del velenoso necrologio che lo riguardava, e che Arturo Graf ha giù dicate « una delle più feroci invettive che mai siansl composte contro donne »... Feroce sì, fin che si vuole; ma giustificata, perchè si trattava di difendere la onora¬ bilità di un uomo come il Johnson da un tiro mancino di una donna come la Piozzi; la quale, per tentar di riconquistare la stima della società londinese sotto l'usbergo della familiarità col Johnson, non aveva esitato a pubblicare, manipolandola e travisandola a suo uso e consumo, la sua lunga corrispondenza con luì. E furono l'ultima rovente fiammata dell'anima onesta e generosa del critico torinese, e ancora una volta in difesa di un vecchio amico am malato Contro l'improntitudine di una femmina. Non aveva dunque, nel suo cinismo, tutti i torti 11 giornalista inglese nel pensare che la signora Piozzi avrebbe avuto motivo di rallegrarsi della morte del signor Baretti...: un nemico di meno, e con quel metaforico pugnale, più temibile ancora della sua penna!... Un anno dopo infatti, oppresso dagli acciacchi dell'età e dalle ristrettezze economiche, che accrescevano con l'immaginazione l'acuta inquietudine del suo spirito, Giuseppe Baretti si spegneva nella sua povera camera di vecchio celibe, angustiato fino all'ultimo giorno dal pensiero di non poter soddisfare interamente i suoi debiti con quel gruzzolo di sterline che gli era ancora dovuto da un suo editore. Fu allora, si legge nel Gentleman's Magazine, che un amico s'incaricò di fargliele ave re perchè si tranquillizzasse.., «Tornai da lui», raccontò poi l'amico, e noi traduciamo letteralmente, « e gli dissi di star di buon animo, che il denaro gli sarebbe stato versato il mattino dopo. Egli mi strinse la macao con la palma gelata dal sudore della morte "Mio caro amico", disse, " vi rin- frazio della vostra gentilezza, ma troppo tardi". E spirò la sera stessa»! «Quando negli ultimi momenti », narra l'European Magazine, « i pochi amici presenti uscirono per suo desiderio dalla camera, volendo egli far il gran passo da solo, li pregò di chiudere l'uscio,, perchè le donne della famiglia che l'ospitava non lo disturbassero spaventandosi nel vederlo morire ». Era il 5 maggio del 1789... Trentun anni dopo, In quegli stessi giorni, Mrs. Piozzi, ormai vedova per la seconda volta, festeggiava allegramente con un concerto, un ballo e un banchetto, 11 suo ottantesimo genetliaco, pazzamente innamorata, ancora una volta!, del giovane attore Conway, e, ancora una volta, pronta e disposta a sposarlo... Decisamente, 11 debole di quell'Aspasia. britannica era proprio il teatro!... Luigi Piccioni