DIETRO LO SCHERMO

DIETRO LO SCHERMO DIETRO LO SCHERMO Cinema cinematografico - Surrogati - Possibilità e stile - "L'amico delle donne, e "La Fornarina, Pattuglia, uria rivista di giovani, indice un'adunata di fresche opinioni attorno a un problema importante per il cinema come forse nessun.attro: quello del cinema cinematografico. Prima ancora che l'adunala si compia si è avuta una polemichetta su gli invitati e gli esclusi; e si è persino detto che si sono invitati soltanto i critici di... primo pelo, perchè gli altri non avrebbero risposto all'appello c per vanitose questioni di superbia ». Ma no, figlioli. E' un po' malinconico, sui quarantanni, dover esalare un quasi paterno « figlioli »; ma poiché, a cavallo di quel numero quadro c sonante, ancora non mi sento un vecchio, eccomi cosi a rispondere, e addirittura in anticipo. Cinema cinematografico. Non sembri una civetteria in termini, nè un bisticcio. Riassume la situazione nella quale il cinema di ogni Paese si va adagiando, mentre dovrebbe invece divincolarsene. La maggior parte dei film che vediamo, e in alcuni lunghi periodi la totalità dei film che appaiono sullo schermo, non è cinema: ne è un grossolano e accomodante surrogato, teatro filmato, romana) filmato. Bi è detto e ripetuto che, se mai, quella del- romanzo sarebbe la formula più plausibile e accettabile, nei confronti di quella teatrale, per fare del cinema; ma' sono distinzioni gratuite. Ciò che conta è l'animo, l'intuizione, l'esigenza artistica di chi si accinge a fare un film. Un autentico uomo di cinema potrà trarre un'opera tutta è soltanto cinematografica da uno spunto teatrale, o narrativo, o di cronaca. Il pretesto è il meno; il più, è nell'opera che ne viene provocata. Invece, di solito, si stampa lo spettacolo teatrale, con qualche incrostazione esteriore di movimenti di macchina e di montaggio: vernice cinematografica, non sostanza. E quando si <: riduce » un romanzo per lo schermo si fa di tutto perchè gli eventuali sviluppi e scorci e incastri si adeguino a una formula più o meno teatrale: dialoghi e dialoghi, apparentemente sorretti da testoni e testoni di primi è primissimi piani., ■ Già sarebbe un male non trascurabile se tutto ciò recasse, come effettivamente reca, una monotonìa di pseudo-narrazione, una atmosfera soffocata e rarefatta, nella quale senti tutto l'armamentario del teatro di posa costretto a essere una costosa e complicata ribalda; ma il male è tanfo più grave quando si pensi che, per quella via, si tradiscono tutte le più vere possibilità del cinema, dell'arte del cinema. (Non si parla dei nostri film; ma détta produzione d'ogni Paese, in questi ultimi anni; e le poche, pochissime eccezioni, sono così scarse, e anche timide, da non apparire troppo confortanti). Dopo il verboso subisso del primo « sonoro », parve che un modesto equilibrio si andasse instaurando, che alcune ricerche non fossero dimenticate. Accadeva infatti di scorgere, nei film più diversi, ogni tanto il « pezzo » di cinema, incastrato fra battute e battute con discrezione, talvolta con timidezza; oppure era come uno spolvero, superficiale quanto si vuole, ma meditato e coerente; quando non fosse invece una pagina tutta spiegata, necessaria e irresistibile, che ci procurava un lungo, desiderato respiro. Ora no. Si macinano parole; si spendono somme ingenti perchè quelle parole abbiano una fin troppo aderente illustrazione; e fossero almeno, quelle parole, sempre degne di essere ascoltate. Il cinema, che sta priscotendo consensi di folla come non mai, consensi destinati ad accrescerai almeno in proporzione aritmetica, il cinema deve tornare a essere cinematografico, deve tornare a credere nelle sue possibilità che sono almeno infinite. Potrebbe correre, e si mette in ceppi; potrebbe parlare, e balbetta; potrebbe stravincere, e si accontenta dei cosiddetti successi di stima. Ecco perchè /'iniziativa di Pattuglia è meritoria, opportuna, importante; è logico, direi doveroso, da parte di piovani che in quell'arte credono, che forse ne fanno la prediletta, impensierirsi del suo andazzo e dei suoi sviluppi, denunciando il primo, ricordando la necessità dei secondi. E sull'argomento ritorneremo, se i giovani di Pattuglia faranno a questo decrepito vegliardo l'onore d'inviargli il loro numero unico. Per tornare a ciò che più ci sta a cuore, le cose di casa nostra, da qualche tempo si parla di quello che dovrebbe essere lo « stile » del cinema italiano. Ebbene, il nostro cinema avrà certo trovato un suo inconfondibile stile, e lo imporrà sempre più vittorioso, se sarà semplicemente, cinematografico. Ciò vorrà dire che i suoi registi saranno riusciti a essere uomini di cinema e soltanto di cinema; si saranno cioè avvicinati, e di molto, all'arte dello schermo; e l'avranno, nelle riuscite migliori, pienamente raggiunta. E quando l'arte esiste, il cosiddetto stile non può essere assente. Gente dell'aria, il film d'aviazione diretto da Esodo Pratelli, ultimati gli esterni a Sesto Calende inizia ora gli interni a Cinecittà. — Proseguono le riprese di Maria Malibran, diretto da Guido Brignone, con Maria Cebotari, Rossano Brazzi, Renato Cialente. Rina Morelli. — L'amico delle donne, da Dumas, ha per regista F. M. Poggioli e per interpreti Miria di San Servolo, Luigi Cimara, Nerio Bernardi, Armando Migliali, Laura Adanl, Claudio Gora e Jone Morino. — Si è iniziata la lavorazione de La Fornarina, una « visione » di Sem Benelli, « composta » da Tullio Gramautieri; regia di Enrico Guazzosi, con Lida Baarova, Massimo Serato e Anne- liese Uhlig. — Osvaldo Valenti partecipa alla regia, con Guido Talamo, de Gli ultimi Tuareg. — Sta per passare al montaggio La prima donna, diretto da Ivo Peril11 .con Anneliese Uhlig, Maria Mercader, Irma Gramatica, Marina Berti, Diana Torrieri, Romano Calò e Renato Bossi. — Sono finite le riprese di Ossessione, che sarà l'esordio, come regista, di Lu chino Visconti. * * Bono state definite le norme che regolano l'attività del Centro Cattolico Cinematografico: dalla clas sificazione dei. film che via via appaiono a una collaborazione con i nroduttori perchè siano « vromosse le buone cinematografie», da una serie di pubblicazioni alle migliori cure per le proprie sale. m. k. Lilia Silvi e Valentina Cortese in a Giorni felicj ». I rase ma Dillan, In « Fuga a due voci ».

Luoghi citati: Sesto Calende