I tdpi inferti dalla nostra Aviazione alle flotte avversarie in Algeria

I tdpi inferti dalla nostra Aviazione alle flotte avversarie in Algeria Nove giorni di attacchi, al limite dell'autonomia I tdpi inferti dalla nostra Aviazione alle flotte avversarie in Algeria Roma, 17 novembre. L'apporto dato in questi giorni dalla Regia Aeronautica all'azione offensiva contro le forze angloamericane operanti lungo le coste dell'Africa Settentrionale francese è da considerarsi tanto più importante in quanto il nemico ha iniziato le sue operazioni tenendosi prudentemente al limite del raggio medio di azione deile nostre forze di offesa. Ne è derivato che tutti gli attacchi sferrati dai bombardieri e dagli aerosiluranti italiani si sono svolti in condizioni estremamente difficili, data l'impossibilità di far scortare le nostre forze da reparti da caccia. s Con tempo avverso Per contro gli avversari, servendosi di aerei imbarcati e utilizzando gli aeroporti facilmente occupati, potevano difendere con larghezza di mezzi le loro navi che erano inoltre sotto la protezione dell'organizzazione contraerea costiera e delle armi di bordo. Ciò nonostante i valorosi equipaggi dei nostri velivoli si sono ' arditamente e ripetutamente portati all'attacco delle forze navali nemiche in azioni svoltesi spesso al limite dell'autonomia e in conL dizioni atmosferiche avverse, confermando ancora una volta le doti di abnegazione e lo spirito di sacrificio che anima il personale dell'arma aerea. Non appena all'alba dell'S i nostri eroici ricognitori riuscirono a stabilire i punti di sbarco delle forze nemiche, nelle basi merfdio< nali della Sardegna e in quelle occidentali delia Sicilia ebbe inizio pia intenso ciclo di attività che [nostri reparti di aerosiluranti abbiano conosciuto. Una grossa formazione di aerosiluranti del 130» i 105° Gruppo raggiungeva a sera - rada di Algeri lanciando quattordici siluri contro un gruppo di JMtà alla fonda. Nell'oscurità si levarono numerose le fiamme delle esplosioni immediatamente seguite da violenti incendi. Alla luce di questi fu possibile vedere un incrociatore che stava affondando. Un nostro velivolo, colpito dalla ■Wnientu reazione contraerea, fu f,2t„rf a SC9»dere in mare e venne recuperato all'indomani da nostri mezzi di soccorso i«àtZrlentt? i&P10 9 continuava I„7a ^"'V'd dei ricoqniV^UiX^l3^0 ?<">versm delle condizioni atmosferiche, una nostra pattuglia di aerosiluranti effettuava un'azione contro le unità nsmiche alla fonda nella rada di Algeri senza poter accertare con : esattezza i risultati conseguiti I 'nostri velivoli rientravano a nòtte alla base di partenza attraversando zone burracosce. Un bel successo fu conseguito il giorno 10. .Mentre una formazione di bombardieri attaccava l'aeroporto di Aigeri, gli aerosiluratori si portavano, come sempre senza scorta, sulle navi nemiche alla fonda nella rada. Una pattuglia comandata dal maggiore Massimiliano Erasi, avente per gregari i tenenti Guido Focacci e Ugo CuI smano, centrava con tra siluri un iincrociatore che si spaccava letYteralmente in due affondando immed:atamente; Il velivolo af comando del tenente Antonio Veliere colpiva un incrociatore leggero. ' Un piroscafo da 15 mila tonnel¬ late veniva centrato dai siluri lanciati dai tenenti Giuseppe Gimicchi e Gino Meschiari. E veniva visto sbandare. E' da ritenersi certo il suo successivo affondamento. I nostri velivoli furono tutti colpiti dalla reazione contraerea, ma rientrarono alla base. Il giorno 11, mentre formazioni aeree italiane operavano in collaborazione con i reparti della Corsica e della Francia meridionale, i nostri Sparvieri continuarono la loro implacabile azione contro le navi nemiche, operando lungo le coste dell'Africa Settentrionale francese. Una formazione al comando del capitano Urbano Mancini e avente per gregari il tenente Alessandro Senni e U sottotenente Olindo Casanova, colpiva una nave portaerei; un piroscafo di grosso tonnellaggio veniva centrato dal maggiore Buscagli» e dal capitano Giulto Oraziani. Il tenente Francesco Hi Bella metteva a segno un siluro contro un piroscafo di circa SO mila tonnellate che fu lasciato fortemente sbandato. • Una sezione di velivoli posti ri' spettivamente al comando del te nente Carlo Faggioni e del sottotenente Ramiro Àngelucci attaccava un altro piroscafo da io mila tonnellate senza poter accertare con esattezza il risultato dell'a zione. Un nostro aerosilurante non rientrava alla base'. In Egeo un grosso cacciatorpediniere veniva affondato dai tenenti Guglielmo Michelotti e Silvio Cella. Durante incursioni effettuate contro nostre basi della Sardegna, il nemico perdeva in una notte 19 velivoli. • Il colpo sul « Leander » H giorno 1S l'attività della Regia Aeronautica aumentava ancora e nuovi brillanti risultati venivano conseguiti. In un attacco di bombardieri due piroscafi venivano incendiati nella rada di Bougie. Poco più, tardi giungeva sulla baia una formazione di aerosiluranti al comando del valoroso capitano Franco Mellej, già più volte citato dal bollettino. / comandanti degli altri velivoli erano il capitano Mario Frongia, i tenen. ti Guido Focacbi, Francesco BelIoni, Franco Cossu, Giuseppe Cimicchi, Antonio Veliere, Gino Meschiai, Mario Oalletti. Nell'ardito attacco sferrato alla luce del crepuscolo, un incrociatore tipo Leander, colpito da almeno un siluro, fu visto sbandare e appopparsi. Un piroscafo centrato in pieno saltava in aria e un altro piroscafo veniva colpito. /I velivolo comandato dal tenente Meschiari non rientrava alla base. _ „ Anche il maggiore Buscaglla era entrato ancora una volta in azione con i suoi valorosi gregari per l'attacco dal quale l'asso degli aerosiluranti non doveva far ritorna. L'azione si svolse sotto il contrasto di un preponderante numero di caccia avversari del tipo Curtiss P. 40 partiti da basi terrestri. Il maggiore Buscaglia colpi mortalmente un piroscafo e i suoi gregari centrarono un cacciatorpediniere. Dal ìs al 15, Z'attivitd dei ricognitori continuava ininterrotta in ogni settore, malgrado i ripetuti tentativi di intercettazione da parte della caccia nemica. In due distinte azioni, i ricognitori italiani, attaccati dalla caccia avversaria, riuscivano ad abbattere due apparecchi assalitori e a disimpegnarsi continuando la loro missióne. Uno degli apparecchi veniva abbattuto dall'aviere scelto armiere Bonannini, che raggiungeva così il suo ottavo abbattimento quale mitragliere di bordo. Il giorno 14, un ardito attacco a volo radente dei nostri Macchi C. 202 su un aeroporto dell'Africa Settentrionale francese portava alla distruzione di numerosi bimotori avversari. Nello stesso giorno, un altro cacciatorpedinier re veniva affondato nel Mediterraneo orientale dagli aerosiluranti al comando del tenente colonnello Giacomo Asinari di Bernezzo e del tenente Luigi Vicariotto. Il giorno 16, in seguito a segnalazione dei nostri ricognitori, una formazione di aerosiluranti', al comando del capitano Giulio Marini, aia affermatosi in precedenti vittoriose azioni, attaccava un convoglio fortemente scortato in navigazione verso le coste algerine. A distanze ravvicinate Il giorno 16, in seguito a segnalazione di nostri ricognitori, una formazione di aerósiluratori al comando del capitano Giulio Marini, già affermatosi in precedenti vittoriose azioni, attaccava un convoglio nemico fortemente scortato in navigazione al largo dello coste algerine. 1 gregari della formazione erano i tenenti Nicola liti e Lorenzo Cangemi, e i sottotenenti Mario Morellini e Tullio Zanoni. * Malgrado le unità fossero protette da formazioni da caccia e si difendessero con un violentissimo fuoco contraereo, i nostri velivoli si portavano a distanza rawici- IIlIIIIItllIIIIIIl>IllJllflllll9llllll1llltIIil>>II<IIIMIItl!llIll Autoblinda tedesche marcia nel sud dell» Fragola.- (Telefoto).-