"Qui Londra!" ossia lo specchio della verità

"Qui Londra!" ossia lo specchio della verità Per i radioascoltatori creduli e imbecilli "Qui Londra!" ossia lo specchio della verità Questa guerra ha riconfermato nel modo più categorico quanto già si sapeva sin dai tempi di Napoleone, che, cioè, gli inglesi sono privi di ogni sentimento di onor militare e che il loro avaro animo di mercanti ne ha fatto un popolo che ignora e dìsprczza lo spirito cavalleresco, e di fronte al nemico combattente non sa dare jtfcrwinico si no» e il 17: « L'accerchiamentoche un miserando spettacolo dibassezza morale. In nessun altropaesc belligerante, la Russia so-vietica compresa, la radio, i gior- noli, gli stessi uomini politici re-sponsabih si compiacciono quoti-diaiiameure come in Gran Brcta- nel vilipendere, ingiuriare,^tnwiaW/dispr^ow'/'ow^a-rio il quale per il solo fatto aVim-pugnare le armi e di stare leal-mente e arditamente in campo ha diritto al rispetto. Già per se stes-sa, al cospetto degli ardimentiguerrieri che sono i soli a contarene! bilancio finale, la cosidettapropaganda, e cioè la guerra delleparole, l'incrocio delle polemiche,la battaglia dei... cervelli fesa-gerati!) è una bassa bisogna dicui la moderna super meccanizza-zione dei mezzi ha centuplicato lamiseria morale. Primato del ridicolo dei poveri di' spirito, dei pam dei deboli, se è possibile sopportare le sue esaltazioni, le sue relicenze, le sue attenuazioni, lesileMa se è possibile comprendernela necessità per la maggioranzaamplificazioni e le divagazioni desuoi megafoni nel campo fioritodelle speranze future, è inconcepibile ed è disonesto' che essa simperni, come in Inghilterra, sulla menzoi/na sistemàtica che creadal militi i fatti, che nega l'evi-denza di quelli compinti, che cai-pesta ogni valore morale, cheic/nora persino con infantile osti-nazione il nemico che, debellato achiacchiere, è più che mai vivo emordente. E' chiaro che tali sistemi, sepossono da principio stupire e ir-ritare, alla lunga muovono al risoe allo scherno. E ci si accorge chel'indignazione è fuor di proposi-ncKwco"del'rTdicolo "Riandare 'ilneuesco aei riaicoto. Kianaai e Uto: vale assai meglio farsi buon sangue. Radio-Londra, infattibatte da tempo il primato pulci rosario delle sue emissioni dall'i nizìo della guerra è un compitoesilarante di cui Paul Allnrd si fia^^Tìnm&i^rtead^er.ma patte il diver-BiWrl"tóta Si* CZSCoinó'm^nn an,lsn Broadcasting I i,'" \ " ,V'. «"""-wiameniQ ide, tede8eM m Francia proseguepart tènie peso con un suo ultimo libriccino che ha per titolo appunto «. la, Londres! » e che è dedicato ai virtuosismi vocali dellaCorporation. Si comincia dalla battaglia di Francia. Dice Radio-Londra (12 maggio 1940): «L'alto Comandoin «laniera soddisfacente » e il 19: « Le divisioni germaniche so¬no ancora organizzate all'anticaperche l'ottanta per cento dei lo-ro trasporti si effettua con i cavalli ». Il 21 salta su Duff Cooper: « Le punte delle truppe tedesche corrono un pericolo terribile, ricomincia la storia dell'agosto 1914 » e lo stesso gentiluomoci assicura il 28: « gli eserciti al-lenti non chiedono dì meglio ched'incontrarsi con i tedeschi inbattaglia ordinata». Infatti... èt'ora dì Ditnkerque. Ma, nientepaura; Rad o-Londra (5 giugno)spiega che ì soldati britannici nonsi considerano dei fuggitivi, madel... congedati: « essi fanno l'im-pressione d'una squadra inniiicibi-le di calcio (sic!). Presa di Pari-gì. Dice R. L. (15 giugno): «Lapresa di Parigi è costala a Hi-tler un milione di uomini, essanon significa niente j>. Quando iFiihrer entra a Parigi, R. L. unnunzio die negli è corso alla se-de della Banca di Francia, si èimpadronito d 450 milioni dsterline e se le è messe in ta\ca » (sic!). La conclusione della battaglia di Francia è così commentata dilla Bibicì: « Le sedicenti vittorie tedesche sono una delle più grandi menzogne della Storia, sono soltanto vittorie della propaganda ». Guarda chi parla! Passiamo, perchè la battaglia di Francia è finita. Estate 1941. «La Germania (R. L. 4 maggio) sta per attaccare Gibilterra. Hiller lin chiesto il passaggio a DarJan con prolungamento per la Si ria * ' che Il "10 giugno apprendiamo Hitler intende premiare Darlan nominandolo Ammiraglio! d'Europa ». Vani-panna di Russia. Il 10 agosto ci viene notìficato da LondrTché "Ócebleu! 'contmrìo alla guerra in Russja, è caduto in d sgrazia-», il 20 che < Goer'vng è stato internato in un campo di concentramento e la sua" fami glia è fuggita in Svizzera-». Ma il fatto più grave ci è comunica to il 22: « Hitler è entrato dal maggio in una pessima fase a strologica, in una fase spettrale, chiamata opposizione al neutro a. scendente tcapito?!) e pertanto è minacciato d'idiosincrasia! » (sic!). Ciò non ostante, * qiiaran tamila soldati tedeschi sono pe- nettati in Spanna dove 600 mila Steed, il "grande» giornalista in- glese, colui che aveva già calco- l'ito i iriHoiii di micrococcus prtf- diglqsus che gli agenti segreti te-soldati e 500 7in/n riservisti si e-\serdtano sotto la direzione di istruttori germanici ». (R. L. ago- ^L^9";:Ì^Z!^!T il «gtande» giornalista t»t- déschi avevano seminato giàpri-™ della guerra in Piazza della Concordia _per m^twrePar^ « annunzia (R. L. 17 agosto) eh « Hitler ha ottenuto da Pctain {flotta e le colonie de! Nord-Afi r" ». Uosa fatta, com'è noto, da a"el Intanto è scoppiata in Francia una carestia apocalìtti ca. A Lione si sono mangiati cor v> e scoiattoli, a Parigi cani, gat u e cornacchie e «.la razione di pane si porta nel taschino del qi- lè »■ Mc"° malc chc <R- L- 22 "°" vembre) « le donne tedesche non Vertano più mutandine per man cailza ai stoffa ». ' Quinta colonna e lettera V E la quinta colonna? La buona, 'la l,e?c7''" <7"'»fa colonna! Tutto, xì „„,-„„„ „„„ ,„ „,„•„,„ „„,„„„„ si spiega con la quinta colonna. Semplice, ingegnoso e fessacchiotto. Si spiegano secondo Ra- ciuunu. oi spiammo seconao au- dio-Londra gli scacchi di Norve- flja> dl OUtnda< del ^0lfliOt dellaFrancia, della Russiu, della Gre-eia, del Mediterraneo e dei con-vagli oceanici. Chi ha occupato Parigi, chi ha affondato le navi inglcsi ìn Mediterraneo e le ame-ricane in Atlantico, chi ha boni-bardato Gibilterra, chi ha occn-poto Singapore e Giava? Voi ere-dete che siano stati i tedeschi, i/liitaliani, i giapponesi? Nemmeno per idea. Sono i quìnto-colonnisti che con,>ÌHrano contro la strato- dunque guardarsi dalla quinta co |onMOj anche se tutto va a me-gia anglo-americana altrinientivincitrice e immortale. Bisogna luviglia, anche se « Roosevelt ha dato iersera l'ordine di partenza a 25.000 aeroplani, i quali puntualmente nella notte, senza alcuna eccezione erano sul suolobritannico », anche se «i tedeschi a coito di uomini, si fanno rim- piazzare in Francia datili italia- ,(j ». j_,a miserabile quinta colonna è all'azione; essa prepara «i cioè- colatini vituminatì clic debbono sterilizzare i bambini francesi », essa ornanizza nelle chiese delle messe allo scopo di « fare inghiot- tire ni sudditi dei paesi occupati le. ostie con la croce uncinata», essa dalle rive d'Egitto segnala la via agli aerei e alle navi d'Italia, e vìa favoleggiando, A un certo momento, la propa- gamia della Bibicì organizza la guerra delln lettera V'. (Vìctory, Victoire) e rimane sconfitta da ùn trucco sleale dei tedeschi. « Alle 11,5 — dice R. L.—nell'ora sacra liti cui le lancette formano una V ì perfetta, guardate il vostro orologio, anche se siete in presenza del nemico. Esso comprenderà! ». Avete capilo la finezza? Ma non basta. « Cantate le V! Fischiate le. V! Battete le V!». Come poi si' deve fare, Dio solo lo sa. D'un {tratto il 20 ai/osto 1941 i tedeschi\vigliaccamente annettono la glo-\riosa lettera nel loro diabolico pia-\no di conquista: Viktoria. Il sim-\ bolo non appare più ìurHvamentc\silile edicole dei vespasiani dei 'pucsi occupati, ma provocante, in-\ solente, enorme campeggia sul\frontone degli edifici pubblici e «»> cofani degli autocarri. No,-•- che\ (l"ef!l0 non va. R. L. avverte « ' tedeschi non hanno diritto ^{^fndem ^J^f^^-J»^^0\vittoria si dice Sieg e Viktoria non è una parola germanica». E la,Bibici indignata dichiara di non] volere più giocare con certi ragaz-izacci. « Ebbene — ordina — prcn- delc le vostre matite e scrìvete'Verloren. Si, pèrduti. Che lo leg- .9«»o i soldati nemici: avete per-\duto, siete perduti, fregati siete ». Topiche e sgonfiamento Accanto alla storiella alfabet ca, c'è il famoso * colpo del calen- YgisnH sì fu g^^Ma'déìr numèro\e dello spazio. I tedeschi annuii-ìziano un milione di piinionieri rus \si. «Soltanto? — grida la B.B.C. dario ». / tedeschi avevano fissalo'di entrare a Mosca il 9 luqlio '41.«Non vi sono entrati, diXnque so»? Oon analoghi paralo-[|.«rista» si fa mustizia del numeraV- EssT contavano'su imimmer'o \maggiore». Inversamente Chiir-UhM M** la^ssa ^sa ^ fe"ìn %ì?à ÌM%3%fàLV%» ^MT^sè^ aver làcupato i%,s^auTterri- torio grande come la Francia e l'Italia riunite. «Niente altro -ribatte R. L. - ed è questa chechiamate la guerra lampo? ». ~ , , ,. , . „ j Qualche volta la Bibici prende!delle solennissime topiche. «L'av-Kvcrsaiio ha ormai un'aria stanca'rrasseanàta 6uer^etaem^oU\quei poveri piccol. biondi soldatini clic in Fiancìa non\m^^T»^^^%l^^alm}[fulmine interviene una radio av- Versaria- «.Ma se i tedeschi sono(,osl deh'oU e rimminchioniti, che coga Uano f quattrn „,jZió„i di soldati britannici ner sbirenre sul soldati britannici per sbarcare stilContinente, aprire il secondo jroii-continente, .., \te e sollevare il caro alleato so- vwfCo? ». Ma da questo orecchio Ui Bibicì non ci sente. Un po' alla colta le vittorie radiofoniche deirussi si sgonfiano e le promesse inglesi si volatilizzano. E' il siste-ma. Aiuti alla Polonia? Zero. AZ-la Norvegia? Zero. Alla Finton-dia? Zero. All'Olanda, al Belaio.alla Francia? 125.000 uomini chescappano dopo venti tjioini. Aiuti alla Russia? Adaqio". IntervieneChurchill chc latjfima, il cocco-drillo! «I problèmi ai quali dob- bìamo far fiontc — eoli dice sin ghiozzando — sono gli stessi che ci spezzarono il cuore (sic!) quan- do dovemmo rifiutarci d'inviare in Francia le nostre ultime squadriglie aeree da cui dipendeva tutta la nostra difesa». E Beaverbrook pone il sigillo: « La situazione della Russia può paiugonarsi a quel- 'Ja dell'Inghilterra dopo Dunker- \que. L'Iiu/hilleira che si è trovata'nella stessa situazione farà tutto \H possibile per ben consigliare la 'sita allenta». Siamo arrivati ai cornigli. Stalin, lo prendo furbo, è \servito. ] Son questi i sistemi delln prò ìpaganda britannica che dedichìa mu ai radioascoltatori di Londra, se ne esìstono ancora. No: la guerra è una cosa seria, ed è la prova suprema non della sola forza e della ricchezza, ma delln nobiltà degli animi e della virtù dei popoli. Le buffonate, le cretinerie, le basse insolenze della vigliaccheria\propagandistica dei nostri nemici i non ne sfiorano il volto augusto ei severo, \ Gubello Mèmmoli