Cronache del Teatro

Cronache del Teatro Cronache del Teatro Shakespeare 0 CheCCO DU-l o Tante :! • < ,• ri- -i n pre a proposito di Pirandello _ ™' dl Betti e lilla 11011 men0iyuriosa discussione - Sem- j :x_ .l: n. _,_„_ | Silvio d'Amico fi di quelli che non credono all'utilità della polemiea. Non ci crede, ma la fa. Ora l'ha ufficialmente istituita tra le materie d'insegnamento dell'Accademia che egli cos'i appassionalamcnlc presiede e diriure: nel pomeriggio di sabato, difatri, d'Amico' raduna maestri allievi critici autori attori e li intraltiene o li fa intrattenere su ari/omenti culturali di vario r/enere. Esposto l'argomento, c'iascuno dei presenti può dire la Una, perchè scopo della riunione è appunto lo scambio di idee, la discissione, ossia la polemica. Sabato scorso pare che Urjo Betti abbia scatenato un mezzo /empora.ie, tanto che d'Amico non si è nCcontentato della polemica dicìamo COsì privata, nel seno dcl- la scuola, e ha credulo opportuno portare la questione al giudizio del pubblico, sul giornale. Betti s'è posto un quesito, queto quesito: è più utile un reperorio di grandi drammaturghi del assato, oppure un repertorio di ommedie anche mediocri, anchc\ozze, anche cattive, ma scritte'., anche cattive, ma scritte in questo nostro tempo? E ha do-\mandato: Shakespeare o Chécca\Durante' ìniuralmente, posto il proble-ìma in termini così perentori, non\r'ern da far altro che alzarsi. *„.!era da far altro che alzarsi, sa lutare rispettosamente, per educazione, e uscire a godersi uno dl questi meravigliosi pomeriggi dell'ottobre romano che confortano e esaltano lo spirito nella contemplazione della superba natura, piuttosto che oziare e intristire a sentire j prò e i contro. Si dirà Paradosso E che significa? Che nonostante, la falsa apparenza l'assunto di Betti possa essere ver°? Jf°n facciamo scherzi. E ce ™ dispiace proprio per il poeta Betti. Le sue argomentazioni sono così sballale che ci sembra inpossibile siano state concepite da un poeta e da un uomo della sua statura. Betti così argomenta, se tnve- ce, messo da parte il culto per il passato (come /a xeni a mej.-^jj^^f><te ^.^rt^y*\,"^fJ",££ gno a noi stessi, lasciando conci¬ mare (con quale concime?) e coltivare con intera dedizione il canipo alla lìbera attività dei con temporanei, l'albero produrrebbe foalie fiori e frutti nuovi: mol- fissimi, la stragrande maggiorali- pa, malnati, ibridi, di forma sgra- devote, di perfido sapore, ma del tempo nostro; (il tempo nostro sarebbe rappresentato a meraviglia: meticci, zoppi, gobbi: tempo rft mostri, insomma!) e. alla hin- f/n, toh caratteri nostri. (Bella consolazione!!. Ci sarebbe ansi gii ritenere che. a furia di tenta-tivi e di selezione, prima o poi verrebbe fuori il bel fiore fiilgi- t1 „„-,„7„,,„r„ - l-u7■,?"n'0,° [%'J&J^ ^p^%'e«tiVfiì'o a 'cap0lavo'ro — o per lo meno iMbuon lavoro — dell'età nostra. I A noi sembra che l'unica con-Rumente ^000%^ ZÌ"0;"'""^ ^ *%«%,%^ZherttX**• Se Betti parla di selezione, ci dfve cloè stubUire "» '* Za'LìZ'Tfn J' dl !°'ma sf't rL,1 perfido Sapore e qella qualche <0™ che 6 l arte: altrimenti seJezione non si può fare. Se *)M manda 1 capolavori ad ammul- fi • cantina come farà il nuli KkL , Pió ™"° ' movam, eh.. ^l>li ama 6 che ln "cambiano da valutare? Perchè se l }^J,tì?m Ul ìnro Personale p in dividuale esperienza non capiran"' mai' e "°" capiranno perchè non hasta ""« cultura d'accatto neT raggiare la nronria sensibilitA, non basta l'esperienza degl ""r' ver provocare te degli reazioni del proprio spirito di ironie al J opera d'erte: ci vuote l'espe rienza diretta. D'Amico ci assicura che la maggior parte dell'assemblea »"» ha accettato la tesi bettiana. r"e «no do critici drammatici presenti ha, invece, integralmen'e sostenuto (chi sarà slato? I. Due critici, due remsti, un giovane autore, il direttore di un noto teatro culturale, un mae"tra e un'allieva dell'Accademia sono schierati contro. Gli ar- giovam IIIIIIHIIIItllllllllllMI II Milli IIIMIII IMIIIIIIIllllll ^o"^, aitemmu del secondo a favore di »-«/e per esser'considerato l'ut- SSMI"S»°L^ co> crebbero stati qHeati: €(Jual se dovessimo limitarci a rimasticare in perpetuo il capolavoro antico (come se i capolavori si potessero rifare! Il problema, ripetiamo, è di rapporto): rimarremmo in perpetuo dei roditori, degli imitatori, e non saremmo mai interamente noi ». Ma niente affatto. Non si tratta ne di ricalcare né di imitare, che ricalcare e imitare, in assoluto, non è arte: si tratta di conoscere, di distinguere, di valutare sub specie aèternitatis, di misurare ie proprie forze e le altrui, di guardarsi dentro, dì vederci chiaro. Il dilemma di Betti non ha senso: servirebbe tutt'al più a far incassare qualche quattrinello di più lo di meno?) all'autore Checca Durante, e porterebbe non alla morte del teatro, poiché il teatro non 6 mai morto e non morrà, ma alla decadenza del gusto medio del pubblico, della cultura, della stessa sensibilità. S'innalzino dunque altari a Eschilo, a. Shakespeare, a Goldoni, a Goethe, a Manzoni, a Pirandello, e sopportiamo pure Checca Durante. Può darsi, del resto, fe » raPP°r" tr« „^'ec™ ,?"™"> ^ « la Poesia siano molto più , trea]len*) * /?"e/,.t'Ve "2" ^ ™ dl 1",e,h che w""L'0r,,w * mestichezza d'amore o d'abitudi¬ ™,™» '« "monna o tignerà T'tUa- Comunque, sempre per via <*« quel famoso rapporto Se I Checca Durante non ci fossero . Gu!drjni Come è }eqf/e di natn ra che, per ottenere iin buon pro- bisognerebbe inventarli. Peccato che non si possano inventare quotili altri che stanno nell'altro corno del dilemma! E se non si possono inventare, guardiamoci dal perderli. Lo vorremmo vedere Betti, e forse lo stesso Cilecca Durante, se non ci fossero stali quer/li altri...! Ammettere il diritto alla vita è un conto; inzeppare il repertorio delle compagnie di opere ai tanti Chécca Durante è un'altro conto. Come se nel teatro non ce ne fossero abbastanza dei Cilecca Durante! E' legge di natura: molti Checca Durante, talvolta meglio tal'altra peggio, un Escliilo, ' uno Shakespeare, un doUo7oUrYal ti «>»»« selezionati. Quelli di Shakespeare cioè, non quelli ~ definì «transitoria e sterile» l'è poca. pirandelliana. Si può legge- di Checco Durante. * *" Dedichiamo questo pezzettino a quei critico drammatico che re in una corrispondenza da Parigi al Lavoro Fascista: e. Da due anni Jean Anouilh ha potuto impossessarsi facilmente della preziosa corona dell'autore drammatico più interessante. Anouilh è riuscito infatti a rea' lizzare ' una specie di formula i narrativa nella quale si ritrova\no nello stesso tempo tutti i teìmi "pimnSèìUanl *'ìFrto^e M'antico teatro comico. Insomma l'Anouilh è riuscito a rendere il \ pirandellismo diciamo cosi com- ÌuZT^i lo ha* trasformato ! g" dhretto' ed efficaceSivo XcX dWerthnento^teS Ecc™ che le sue tre ultime commedia |™<*«. Euridice - sono riuscite, 1 ^ ^°PPÌ^ •Con8enSO» del pU?bUC0 e della critica, a collocarsi in testa a tutta la produzione francese di questi ultimi due anni. A metà strada tra il sogno e la realtà, tra la risata e la nostalgia, tra là tragedia e la farsa, secondo i grandi canoni della tecni. ea pirandelliana, questi testi esa- ;sosa. di un romanticismo ironico che è risultata una merce teatrale a grande successo ». * * Molto compajrnie sono in ritardo sulla riata d'inizio dell'anno teatrale. Buggeri <• la Merlin! cominceranno il 15 di nur-sto mr--e — la. Merlini. ohe ha a primo attore Sandro Rumiti, in.nicurerà il l'innovato teatro Olimpia di Milann —; la compagnia dell*E1Ì8rn con Rina Morelli. Sarah Ferrati. Stivai. Stoppa, la Chellini. Bartinliò. si riunirà ai primi di dicembre; in Adani-Cimnra debutterà il 22 dicembre al Tpntro * Nuovo* di Milano. * * TI Fiihrer ha fatto pervenire una lettera ili rallegramenti ni eoiumedinirrni'o Rrnato l.elli per il può nuovo dramma c Wagner» ohe sii era stato iicghalato da Winifred Wagner. 8. S. llllllllllllllllllll llllllll IIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

Luoghi citati: Milano, Parigi