Un cippo a ricordo della duplice vittoria inaugurato alla presenza dell'equipaggio del "Barbarigo"
Un cippo a ricordo della duplice vittoria inaugurato alla presenza dell'equipaggio del "Barbarigo" Onore agli affondatoti della " Maryland „ e della " Mississippi Un cippo a ricordo della duplice vittoria inaugurato alla presenza dell'equipaggio del "Barbarigo" L'ammiraglio Dònitz passa in rassegna i valorosi marinai Da una base atlantica, 2 novembre. Le accoglienze fatte al comandante Grossi e all'equipaggio del Barbarigo sono s tate veramente degne della seconda grandiosa impresa atlantica di questa tipica unità da guerra dell'Italia fascista. Alle undici del mattino, sulla banchina dove i sommergibili di ritorno dalle loro missioni lanciano il primo cavo di unione con la terra, una imponente riunione di rappresentanze italiane e germaniche attendeva l'eroico sommergibile Barbarigo. Erano presenti formazioni in armi dell'esercito, e di marinai dei sommergibili dell'Asse e una rappresentanza delle forze armate germaniche. Sulla massa scura delle divise militari si staccava il nero della moltitudine ammassata in attesa. Il cippo commemorativo Davanti alio schieramento, si scorgeva il cippo eretto in ricordo della duplice impresa del Barbarigo: la torretta di un sommergibile dalla quale si leva ■ verso il cielo lo splendente tricolore d'Italia. Sui fianchi della torretta stilizzatala grandi lettere in rilievo, è ricordata la duplice leggendaria impresa del comandante Grossi: « Maryland, 32 mila tonnellate, maggio 1942 - Mississipi, 34 mila tonnellate, ottobre 1942 ». Ai lati del cippo erano disposti — come è stato detto — le maggiori autorità e le rappresentanze delle due nazioni amiche, l'ambasciatore d'Italia a Parigi e l'ambasciatore d'Italia a Berlino coi loro seguiti; l'ammiraglio Bachinomi, il, contrammiraglio Menche, il generale Khorzer, il generale Bechetslsheim, il R. Console d'Italia e gli ufficiali e marinai italiani. Il Barbarigo appare d'improvviso. La sua caratteristica sagoma spicca sotto il cielo plumbeo della giornata fredda e piovosa. Dopo pochi minuti lo scafo vittorioso giunge innanzi a noi. Le musiche militari italiana e germanica suonano gli inni della Patria, gli inni nazionali delle due Nazioni alleate; i distaccamenti di truppa presentano le armi; la folla immobile, profondamente commossa, dopo un attimo di silenzio esplode in una grande manifestazione. Sono le undici e venticinque e la prima cima del sommergibile è a terra. A bordo, l'equipaggio, schierato in perfetto ordine, sembra torni da una parata e non da una così rischiosa ìiiissione di guerra, durata tre mesi. Sulla torretta si legge il motto del Barbarigo : < Chi teme la morte non è degno di vivere Sul periscopio, una bandiera larga, quadrata, dalla sagoma caratteristica, porta un nome: «Mississipi, 34 mila tonnellatei ». Un commosso, irrefrenabile gri do continua a prorompere dai pet¬ ti delia folla presente : si inneggia di Barbarigo, al suo equipaggio, al comandante Grossi che, per primo in questa guerra, ha silurato e affondato due corazzate; s'inneggia alla Maestà del Re, al Duce. La ovazione continuerebbe infinita se uno squillo di tromba non la troncasse. L'ambito elogio Il contrammiraglio Polacchini scende a bordo, rioevuto con gli onori militari; egli è visibilmente lieto dei suoi uomini: sa che essi hanno ben meritato dalla Patria. L'equipaggio intanto si raduna a poppa per ascoltare la parola del suo capo: l'ambito elogio è di poche parole, frementi, incisive; parole di soldato a soldati, di marinaio a marinai. Il contrammiraglio abbraccia il comandante Grossi e con lui sale poi sulla banchina, fra gli applausi incontenibili della folla. Il contrammiraglio presenta il comandante agli ambasciatori di Italia, agli ammiragli e generali germanici presenti. Due signore offrono al comandante Grossi un mazzo di fiori. Il comandante si rivolge allora verso lo schieramento delle forze armate, passa in rassegna i vari distaccamenti. Mentre a terra si svolge austera la cerimonia, uno sformo di « Cicogne x>, nella caratteristica formazione di volo, disegna nel cielo una grande « V », simbòlico segno della immancabile vittoria. La cerimonia, improntata ad un vivo, ardente entusiasmo che freme in tutti i presenti, si conclude con nuovi, interminabili «alala* al Duce e alla Patria. La rivista Sullo stesso piazzale, dove nella mattinata, fra il più vivo entusiasmo, si era svelta la cerimonia dell'arrivo del Barbarigo, alle 16 si vedevano di jiuouo schierate le rappresentanze armate e le autorità: si attendeva l'arrivo dell'ammiraglio Dònitz, comandante in capo di tutti i sommergibili tedeschi. Tra i reparti schierati è, al centro, l'equipaggio del Barbarigo. I ire rituali squilli di tromba annunciano l'arrivo dell'ammiraglio: i reparti presentano le armi. L'ammiraglio Dònitz passa in rivista lo schieramento delle forze armate, degli equipaggi dei sommergibili e delle maestranze. Alla testa dell'equipaggio schieralo del Barbarigo è il comandante Grossi. ^dentro l'ammiraglio Dònitz sale sulla pedana, che è al centro del piazzale, l'equipaggio del Barbarigo avanza come un blocco compatto. L'ammiraglio pronuncia una breve allocuzione sottolineante il valore e lo spirito della duplice impresa, che pone il Barba rigo in testa alla graduatoria degli affondatori in questa guerra, e degli assestatori di duri colpi — due corazzate colate a picco —alla marina nemica, e rimette al¬ l'eroico comandante il nastro rosso, bianco e nero dei Cavalieri della Croce di ferro. Il momento è solenne per tutti i componenti della base atlantica, che considerano l'alto riconoscimento del Fiihrer personalmente concesso al comandante Grossi in riconoscimento della gesta non comune. La cerimonia, improntata a severo stile militare, si chiude al grido di « Viva il Re! », « Viva il Duce! », « Heil Hitler! ». Ha fatto seguito poi, alla base italiana, con l'intervento di tutte le autorità, un ricevimento cameratesco in onore del comandante dello Stato Maggiore e di tutto l'equipaggio del Barbarigo.
Persone citate: Barba, Duce, Heil, Hitler, Polacchini
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