D saluto delle Camicie Nerealle Forze Armate

D saluto delle Camicie Nerealle Forze Armate D saluto delle Camicie Nerealle Forze Armate Roma, 28 ottobre. Il Segretario del Partito, accompagnato dai membri del Direttorio Nazionale del P.N.F. si è recato oggi al Comando supremo per recare alle Forze Armate il saluto delle Camicie Nere. Ricevuto dal Capo di Stato Maggiore Generale, Maresciallo Cavallero, che aveva presso di sé i Sottosegretari alla Guerra, alla Marina e all'Aeronautica, il Segretario del Partito ha rivolto il seguente messaggio: « Nel ventesimo annuale della Marcia su Roma le Camicie Nere rivolgono il loro cameratesco, fervido, affettuoso saluto alle saluto Forze Armate di terra, di maree di ciclo. Il Fascismo, che /in dalle origini ha fatto del com- lpiii nelle sue funzioni" j supremo dell'Esercito, della Ma jrina e dell'Aviazione, battimento ragione di vita, perfezionamento ed elevazione dello spirito, sente realmente nel profondo del suo sentimento la sua fraternità di cuore vicino ai valorosi combattenti delle Forze Armate. « Vicende storiche iniziate da una guerra e sviluppate attraverso "altre guerre combattute in questi venti anni nella luce delle nuove idee scaturite dal genio del Duce, legano il Fascismo come idea, come forza, come amor di Patria all'esaltazione dei sacrifizi dei combattenti, motivo di commozione che si riconosce nel gesto sublime dell'umile soldato che non cede fino all'estremo anelito di vita e che vive gli ultimi palpiti, fronte al nemico, con la visione dell'Italia bella. Su attesta visione — e al servizio degli interessi della Patria — ha vissuto il Fascismo, idea di un soldato, di un combattente, di un volontario, di un mutilato. Nel trascorso degli anni, dal Piave sono nate le Camicie Nere di AfussoZitti, soldati tra i soldati, che nelle piazze hanno combattuto contro i negatori della Patria al grido di « Viva l'Italia », che con l'esercito hanno fraternizzato e vissuto l'ansia eroica di tutte le conquiste. « Nel trascorso degli anni, e sempre per la grandezza della Patria fascista, sulle ambe di Etiopia era sempre il popolo fascista in grigio verde a combattere per l'Impero di Roma, cosi come nella generosa e cavalleresca partecipazione di sangue alla guerra nazionale spagnuola. E oggi, nello sforzo supremo dell'ultima e decisiva guerra di liberazione, è sempre'il popolo fascista, immesso con tutta la sua fede nelle quadrate eroiche formazioni delle Forze Armate per la difesa e la grandezza della Patria. « Questo inesausto ardore combattivo è perciò .la ragione prima e vera della fraternità materiale e spirituale che lega il Partito ai soldati d'Italia in un bloccò inscindibile avente una sola volontà: servire con tutte le forze, l'animo teso alla vittoria. In questo ventennale di guerra il Partito ha l'onore di rendersi interprete presso le Forze Armate della riconoscenza della Nazione, che segue, partecipa e vive le vicende eroiche dei combattenti, il cui valore assicura che la vittoria sarà conquistata, e la Patria vivrà nella fortuna e ne}la gloria della sua nuova civiltà. Viva il Re! Viva il Duce! 28 ottobre XX ». Il Capo di Stato Maggiore Generale, Cavallero, a nome delle Forze Armate ha ringraziato con calde espressioni di solidarietà il rappresentante del Partito, esaltando la grande figura militare del Duce, che nel quadro dell'Italia in guerra giganteggia sempre ' di Capo

Persone citate: Cavallero, Duce

Luoghi citati: Capo, Etiopia, Italia, Roma