Willkie denuncia le promesse non mantenute

Willkie denuncia le promesse non mantenute Ia'A.wnex*ica e I suoi alleati Willkie denuncia le promesse non mantenute Una critica del sistema coloniale inglese Gli americani vogliono... riordinare il mondo Berna, 27 ottobre. (8.) - Una prima smentita all'affermazione inglese che l'attuale offensiva iniziata nell'Africa del Nord possa rappresentare un secondo fronte, l'ha data Wendell Willkie nel suo discorso pronunciato lunedi sera alla radio, del quale si hanno ora interessanti brani. « Vi dichiaro di nuovo — ha detto — che noi ed i nostri alleati dobbiamo istituire un secondo fronte in Europa. Se continuiamo a non dare agli alleati ciò che essi giustamente attendono da noi e ciò che noi abbiamo promesso loro, la buona volontà si trasformerà in rassegnazione. Cinque milioni di russi e cinque milioni di cinesi hanno sacrificato la vita. Siamo loro debitori di qualche cosa di più di grosse parole e di promesse infrante ». Willkie ha patrocinato una stretta collaborazione con la Russia ed ha criticato l'incompetenza dei diplomatici. « Delle nostre missioni in Russia non ha mai fatto parte qualcuno che avesse il grado di ministro di Gabinetto per trattare con Stalin ». Poi, quanto alle forniture militari, ha soggiunto: «Abbiamo fatto • grandi promesse, ma l'afflusso del materiale bellico in alcune delle Nazioni che ho visitato non soltanto è di per se stesso piccolo, ma, relativamente all'ampiezza della guerra mondiale, è tragicamente piccolo. Se vi potessi raccontare quanto pochi bombardieri la Cina ha ricevuto non mi credereste certo. Se vi potessi raccontare quanto, secondo la Russia, abbiamo mancato alle nostre promesse sareste d'accordo con me che abbiamo ben pochi motivi di pronunziare parolone » Willkie ha parlato anche dell'atteggiamento dei popoli orientali di fronte all'Inghilterra e all'America. « I popoli orientali che contano su di noi, • dubitano. Essi, di fronte al vacillante atteggiamento dei nostri Governi nel problema indiano, non potranno essere sicuri di quelli che potranno essere alla fine della guerra i nostri sentimenti verso le altre centinaia di milioni di uomini delle popolazioni orientali. In Africa, nel Medio Oriente, in tutto il mondo arabo, in Cina e in tutto l'Estremo Oriente si è del parere che la libertà significhi l'abolizione regolare e sistematica del sistema coloniale. Non vogliono più essere degli schiavi orientali degli sfruttatori occidentali. I popoli orientali non possono concludere dai nostri inconcludenti discorsi se noi patrociniamo la libertà e che cosa intendiamo per libertà ». Sebbene non sia andato nell'India, Willkie ha affermato che il problema indiano gli è stato prospettato al Cairo e per tutti i suoi viaggi successivi. « L'India è problema nostro, perchè se il Giappone l'occuperà saremo degli sconfitti, proprio come le Filippine sono anche un problema inglese». Passando a parlare dell'Impero britannico, Willkie ha dichiarato che i possedimenti coloniali britannici sono i resti dell'Impero e che in tutto il Commonwealth ci sono milioni di uomini che si adoperano ad eliminare questi resti. Invece del sistema coloniale deve essere allargato il Commonwealth Dopo avere espresso la speranza che siano inviate forze armate in India per una grande azione contro la Birmania, come ha raccomandato il generale Wavell Willkie ha parlato della censura e della proibizione ai privati di fare proposte sul modo di condurre la guerra. « La guerra finora non è stata condotta in modo da ispirarci la minima fiducia nell'infallibilità dei nostri esperti militari e navali. 1 nostri dirigenti devono sempre essere esposti alle frustate della pubblica opinione ». Infine Willkie ha invitato gli americani ad assumersi dopo la guerra l'organizzazione di tutto il mondo.

Persone citate: Stalin, Wavell Willkie, Wendell Willkie