La menzogna bolscevica sulla tolleranza religiosa

La menzogna bolscevica sulla tolleranza religiosa La menzogna bolscevica sulla tolleranza religiosa Il metropolita Sergio dimostra che lo scardinamento violento della religione è stato ed è l'obbiettivo del bolscevismo Berlino, 24 ottobre. Da parte anglo-americana sono stati inscenati in questi t'Itimi tempi diversi tentativi propagandistici con la partecipazione dell'immancabile arcivescovo di Canterbury attorno a talune dichiarazioni fatte dal sedicente metropolita ortodosso di Mosca in merito a quello che sarebbe il mutato atteggiamento dei sovietici in materia religiosa, e inversamente in merito a pretese misure oppressive adottate dai tedeschi contro la chiesa ortodossa, cosi da dedurne che soltanto la vittoria delle armi bolsceviche salvaguarderebbe nel mondo la religione ortodossa e il cristianesimo in generale. La parola dell'Esarca di Vilna Di fronte a queste inaudite affermazioni è intervenuto — come oggi si apprende — l'esarca di Vilna metropolita Sergio il quale per essere stato per lunghi anni il supremo reggitore della Chiesa ortodossa della Russia sovietica è in grado di testimoniare per sua propria diretta esperienza che mai al mondo nessun regime è stato così nefasto per la religione e le cose sacre come il bolscevismo. Dopo aver ricordato le traversie da lui stesso sofferte con ripetuti imprigionamenti e persecuzioni di ogni sorta, il metropolita Sergio ha affermato con la documentazione di cifre impressionanti che i sovietici hanno chiuso o distrutto pressoché tutte le chiese russe e martirizzato ancora in epoca recente diverse centinaia di migliaia di fedeli. Contro il cristianesimo il bolscevismo ha svolto una sistematica azione di annientamento, considerando la religione come sempre ha proclamato l'insegnamento marxista quale una sorta di oppio propinato dal capitalismo al proletariato. Lungi dal modificarsi con la guerra, la lotta antireligiosa del bolscevismo in molti casi ha trovato occasione di manifestarsi con maggiore violenza. Il metropolita Sergio può, ad esempio, testimoniare personalmente come nel 1941, nel corso della ritirata delle armate rosse nella regione Wolkow lago Hyl men, agenti bolscevichi, in gran parte ebrei, abbiano svolto delle spedizioni punitive contro i piccoli centri di campagna, unicamente con lo scopo di distruggervi le ultime chiese che ancora rimanevano in piedi. Polemizzando col metropolita di Mosca, a cui senza alcun dubbio le dichiarazioni sopraccennate circa un preteso mutamento bolscevico in materia di religione sono state estorte mediante torture morali, l'esarca Sergio ha dichiarato essere falso pretendere che la vittoria del bolscevismo signi¬ ficherebbe la salvezza della Russia: « La religione è l'anima del popolo, e un paese senza religione è pertanto l'immagine della morte. I bolscevichi sono ormai giudicati: Iddio non vuole nè permetterà che essi vincano ». La ricostruzione tedesca In quanto all'atteggiamento delle autorità tedesche, il metropolita Sergio ha affermato che nell'esarcato da lui amministrato e comprendente oltre ai vescovadi vacanti di Lituania, Lettonia ed Estonia, tutta, l'immensa zona russa confinante che è stata occupata dal Baltico fino a Sud Est, l'attività religiosa non solo non è più oggetto di alcuna repressione come al tempo del bolscevismo, ma ha oggi la possibilità di manifestarsi liberamente. In questo sterminato territorio dove a seguito delle persecuzioni comuniste non vi era più un solo vescovo e dove i preti erano ridotti in tutto a un centinaio, si sta ora provvedendo con l'invio di missionari scelti fra i sacerdoti dei paesi baltici che erano riusciti a salvarsi. Non ostante i danni talvolta inevitabili che le operazioni belliche comportano per gli edifici religiosi da parte tedesca, si è fatto di tutto per salvare le chiese. L'atteggiamento dei bolscevichi è ben diverso: prova ne sia il cannoneggiamento fino alla sua completa distruzione effettuata durante una pausa bellica della basilica di Santa Sofia a Nowgorod. La piena libertà che è ora assicurata ai nostri preti — ha concluso il metropolita Sergio — è dimostrata dal fatto che dei sacerdoti rimasti nascosti per anni e anni si annunciano a noi per poter riprendere il servizio religioso non appena il territorio dove hanno vissuto è occupato dalle truppe tedesche. In quanto al popolo dnEccvdsrusso, di cui il bolscevismo tìa "cei - icato in tutti i modi di distruggere l'innato spirito religioso, esso accorre ora in massa nelle chiese, si confessa, si comunica, fa battezzare a migliaia i bambini e manifesta sempre più la sua gioia di poter alfine liberamente pregare in una libera chiesa. A noi è consentito di insegnare i principii della morale cristiana, di tenere nelle scuole delle ore di religione, di avere una nostra propria pubblicazione, di stampare e distribuire libri ad uso dei fedeli, di tenere aperto un istituto per la formazione di nuovi sacerdoti. In una parola, tutto ciò che nella sfera religiosa era proibito o era stato addirittura distrutto dai bolscevichi è, da parte tedesca, permesso e assicurato di un libero svolgimento ». Guido Tornella

Luoghi citati: Berlino, Estonia, Lettonia, Lituania, Mosca, Russia, Vilna