ORECCHIO SINISTRO

ORECCHIO SINISTRO ORECCHIO SINISTRO Alta letteratura Scrive Pietro Osso in « Costa Ligure» pubblicato nel marzo 191)2 : « Addio, costa ligure dalle gioie infinite, addio frammenti di mille illusioni che piacciono al cuore, addio poesia di vera vita! Addio risvegli nelle camere da letto alberghiere, addio riso cristallino che mi destava ogni giorno, addio colazioni in tutta fretta, addio bibite che il barista mi preparava, addio riposo nelle sale del bar, addio ricerca di conchiglie tra la sabbia, addio stelle marine tra gli scogli, addio gridi felici di bimbi, addio chiacchiere di commendatori e damine eloquenti, cosi io ti saluto, costa ligure, gemma superba di tutti i mari! ». Necessità della povera giornalista Scrive « Rosa », sul num. 42 di la « Rivista per una donna italiana »: « ...Capisco le tue pene domestiche, che ho attraversato anche io, e che in un certo senso attraverso ancora. Quando i miei ragazzi erano bimbi, io avevo le nutrici tedesche diplomate, sono veramente un pochino severe e intransigenti, ma con la nostra vita di giornalisti ci sono molto servite, perchè affidavo loro anche l'andamento della casa e la sorveglianza dell'altro personale, durante la mia assenza... Dovendo dunque tenere diverso personale, io facevo così: cuoca, governante, servitore, ed in certi periodi sono andata avanti benissimo così... Poi, appunto perchè non potevo farne a meno, avevo la cuoca, la camerie¬ ra, il servo e la signorina: se tu puoi eliminare la signorina, puoi tenere una cameriera fine e beneducata, e dare a lei la cura dei bambini, ma bisogna potersi fidare, e non è facile. Lo sarà molto più per te che per me, perchè tu potrai rimanere molto più di me accanto ai bambini, controllandone la vita. Io (per il mio assillante lavoro), non ho mai potuto farlo». Squisitezza della signora direttrice Scrive, rispondendo ad una lettrice celata sotto lo pseudonimo « Se tu m'ami », la direttrice della stessa «Rivista per la donna italiana »: «...Lascia dunque che t'inviti a seguirmi, per pochi minuti, e che ti preghi, a mia volta, di ascoltarmi, dimenticando per un attimo te stessa e la tua pena. Vedi ? Come tutti coloro che hanno un'anima sensibile, una viva, ma vulnerabile personalità, anch'io ho dei lunghi attimi di inattesa depressione. Invincibilmente, mi sento attratta verso una landa desertica e grigia, le larve che vi fluttuano sono i fantasmi dei miei sogni finiti... Quando vi capito, alla mente tornano solo i visi crucciati e tristi di coloro che non amo più, che ho traditi, che ho deluso, che 11 mio egoismo o 11 mio frenetico desiderio di vivere ha scostato da me ed ha fatto abbandonare... Or non è molto, a questa schiera si è aggiunta la mite figura di una fanciulla, che una mia vittoria amorosa ha gettato nella più nera disperazione. Per quante rose e viole le abbia mandato, per quante parole di amore e di perdono lo le abbia detto, 11 suo sorriso è rimasto triste, algido, distante, proprio come se venisse dal paese dei morti... ». Irene Brin

Persone citate: Irene Brin, Orecchio, Pietro Osso