Rivoluzione fatta popolo

Rivoluzione fatta popolo AGLI ORDINI DEL DUCE come vent'anni fa e come sempre Rivoluzione fatta popolo L'attesa di Torino per l'odierno discorso del Quadrumviro De Vecchi di Vai Cismon Torino fascista celebra oggi con austerità di stile, ma con piena consapevolezza della solennità, il ventennale della Rivoluzione. Venti anni or sono, il genio del Duce, vittorioso nelle vie e nelle piazze d'ItaJia, spazzava le superstiti resistenze, abbatteva gli ultimi ostacoli opposti alla Sua volontà da una classe politica ritardataria ed incapace. Come sempre, tocca va alla Maestà del Re dire al Popolo, nel momento grave e solenne della Patria, la parola della saggezza e della verità, additare alle forze genuine che il Paese aveva espresso dal suo seno sotto la guida incomparabile di Mussolini la via della continuità storica: e fu, la Marcia su Roma, come una ambascieria ideale del vero popolo italiano al suo Re, al Re del convegno di Peschiera e della resistenza sul Piave, al discendente d'una dinastia millenaria generatrice di santi, soldati, martiri, la quale mai ebbe ad annoverare ] rfra i suoi un principe del quale il popolo non dovesse dire, ricordandolo: i Era giusto, magnanimo, buono, galantuomo e noi Lo amavamo >. L'Italia di Vittorio Veneto, impersonata in Mussolini, superava, il 28 ottobre, con supremo gesto di decisione, i diaframmi parlamentari e si presentava al suo Sovrano. La Rivoluzione, divenuta Regime, entrava, sotto la guida sicura del Duce, in una nuova fase, quella costruttiva; ed affrontava, con gioia giovanile, il ciclopico lavoro. Non per togliere vdsdgdTCstrt ' -- - — - - -~0.-~-~ di mezzo quattro onorevoli in de- clino, o per rimettere al loro giù-'sto posto nella scala dei valori sociali quattro arruffapopoli, Mussolini ha combattuto la Sua dura vittoriosa battaglia, nelle piazze, dalle colonne del Popolo d'Italia, nelle aule « sorde e grigie », dal suo seggio di Primo Ministro, avendo per seguaci dapprima poiiiiiiiininiiiiinniitiiiiiiiiiniiinitiiiiiiiiiiiniiiiiiiiii chi reduci dalla trincea ed un pu gno di giovani armati soltanto della loro fede e del loro entusiasmo, poi schiere sempre plft vaste di convinti, di ravveduti, di credenti, ma per dire all'Italia una parola nuova di giustizia e di disciplina., la quale doveva fatalmente, per virtù propria, valicare i monti ed attraversare i mari. Xo, Mussolini non aveva bisogno della guerra. Egli non ha fatto la rivoluzione per fare la ;_,.:crra, come conclama l'imbecille propaganda nemica. Se avesse fatto la rivoluzione per questo, Mussolini non avrebbe speso le Sue lunghe giornate, dall'alba a notte piena, come ha fatto in questi anni, e profuso miliardi per redimere la terra da donare al popolo, fondare città per potenziare il lavoro del popolo, ringiovanire i vecchi Istituti e crearne di nuovi, abbattere interi quartieri, nel cuore delle città, per ricostruirli nuovi, preparare, ancora nel 1939, la grande esposizione che doveva essere del 1942. Ma avrebbe ammassato esclusivamente per la guerra quel ferro e quel denaro. La nostra rivoluzione non aveva bisogno della guerra, aveva bisogno della pace, ed avremmo sempre preferito, in fatto di battaglie, quella del grano, se il mondo anglosassone non ci avesse costretti alla guerra per impedire al Fascismo, cioè all'Italia, di condurre a termine la sua rivoluzione apportatrice di giustizia sociale. Torino, sempre in linea, oggi co me nel secoli passati attorno al sacri simboli della Patria, si raccoglie, in questo giorno, non per ricordare accademicamente una data storica, ma per esprimere al Duce, in questo che è il Suo giorno, con quella sobrietà che è antico costume piemontese ed è oggi plù che mal necessaria, la Inaite rabile fede della città, della prò vincia, della regione nei destini dell'Italia sabauda e fascista, la sua illimitata fiducia in Lui, duce d'una rivoluzione fatta popolo, Oggi,, per volere Suo, la ricorrenza del 28 ottobre è commemorata a Tarino dall'eco, de Vecchi di Val Ci:mon. Espressione tipica di questa nostra terra di fede adamantina, il Quadrumviro si riconoscerà nella massa adunata per ascoltarlo e potrà domani, nel riferire a Lui, dlrGll che l'animo dei piemontesi non muta nè vacilla, di fronte ai compiti, ai sacrifici ed ai ... . ..in,,, w, a., .?.iv i cu ai rischi dell'ora, come non ha mai 'mutato, nè vacillato; potrà dlrGllche il giuramento del Fascio di Mario Gioda, dei nostri Eroi, e di tutti i piemontesi è oggi, come sempre, quello che abbiamo orgogliosamente scritto buI monumento al Duca Emanuele Filiberto, testa di ferro : « Cà còsta lofi cà còsta! >. l iiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iTutti in piazza Bodoni stamane alle 10,30 . L'ufficio stampa della Federazione dei Fa=ci di Combattimento eomun-ica: Il Direttorio del P. N. F. ha designato il Quadrumviro della Rivoluzione Cesare Maria Do Vecchi di Val Cismon, a celebrare, domenica 25 ottobre, il XX Annuale della Marcia su Roma, La celebrazione avverrà in piazza Bodoni alle 10,30.

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