I dati reali del dissidio fra le "nazioni unite,, di Riccardo Forte

I dati reali del dissidio fra le "nazioni unite,, I dati reali del dissidio fra le "nazioni unite,, // bamboleggiante imperialismo americano rivale del decrepito imperialismo britannico Lisbona, 26 ottobre. Della grave divergenza sorta fralInglesi ed americani circa la condotta della guerra, i suoi metoai ed i suoi fini ha dato inoppugnabile testimonianza l'ultimo numero della rivista Life — già segnalato dalle agenzie e noto nella sua sostanza — qui giunto non ostante la proibizione di uscita di organi di stampa dal territorio degli Stati Uniti. Il grande periodico americano nel suo articolo di fondo estremamente violento evverte senza mezzi termini il popolo inglese che gli Stati Uniti non sono menomamente disposti a combattere in difesa dell' impero britannico e che se l'Inghilterra non vorrà trovarsi sola fra non molto, dovrà mandare anche i suoi uomini al combattimento a fianco degli americani, dei russi e degli altri combattenti alleati. Questo articolo che fa seguito ad una serie di dichiarazioni pie ne di malumore che si vengono scambiando da qualche tempo fra le « nazioni unite », non deve ispirare conclusioni esagerate nè far credere ad un divorzio fra alleati: si può invece obiettivamente vedere in esso un segno delle difficoltà e dello scarso rendimento dell'alleanza stessa Secondo la rivista americana gli inglesi hanno dimostrato chiaramente l'intenzione di fare guerra por fini essenzialmente inglesi. « Noi dobbiamo domandarci in conseguenza, aggiunge la rivista, se non stiamo dal canto nostro facendo la guerra per l'Inghilterra, Sarebbe bene che 1 nostri amici inglesi sapessero con la necessaria chiarezza che siamo molto lontani dall'approvare un simile proposito qualora in nostri governanti lo nutrissero. Gli Stati Uniti non sono entrati in guerra per 11 trionfo delle ambizioni inglesi ». L'energica protesta della Z,i/e trova certamente larga base nel l'opinione pubblica nordamericana. Senza, ripetiamo, eccedere nell'in terpretare questi Incidenti, è fuori di dubbio che la presa di posizione dell'importante rivista combacia pienamente con la realtà determinata dai precedenti e dalle tradi zioni americane. Essa lascia trasPf ireuna reazione di orgoglio patriottico che forse non permette agli Stati Uniti di appoggiare la causa dei suoi alleati se non attraverso una visione nazionale della guerra; e ciò è reso mani festo non solo dall'aspro articolo della Life, ma altresì dalle dichiarazioni dei maggiori capi militari e di alcune rilevanti personalità politiche americane. Il famoso esercito yankee di grandi propor zioni numeriche tanto propugnato dalla stampa nuovayorkese po trebbe rivelarsi, alla fin dei conti, il maggior nemico dell'Inghilterra poiché la sua apparizione segne rebbe la fine eli quell'« arsenale delle democrazie » che gli inglesi hanno voluto vedere finora negli Stati Uniti e l'avvento invece di un combattente con ambizioni predominanti ed esigenze proprie. I capi militari e politici americani — fra i quali basti citare l'ammiraglio Leahy, ex ambasciatore a Vichy, che ha fatto dichiarazioni in questo senso, non vogliono per il loro paese l'oscuro compito di arsenale delle armi ma intendono combattere con la preponderanza che loro dovrebbe spettare. Il dissidio, come si vede, è reale e dal suo svolgimento dipende in gran parte l'aspetto che prenderà la condotta della guerra nel campo nemico. Riccardo Forte

Persone citate: Leahy, Senza

Luoghi citati: Inghilterra, Lisbona, Stati Uniti