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LIBRERIA LIBRERIA Giovanni Faldella-"Storia di Fra Michele Minorità,, Cesare Angelini - Silvio D'Amico - Bruno Romani n e d S L'editore Bompiani ripubblica, nella sua « Collezione Universale >, curate da Giansiro Ferrata, le «Figurine» di Giovanni Faldella. Il Faldella, nato a Saluggia nel 1846, talento singolare, giornalista, uomo politico, scrittore abbondantissimo — migliaia di pagine che non contribuirono certo a rassodargli la fama —, ebbe nel 1874, per il volume Gita a Vienna, un caloroso elogio del Carducci: «Ella ha (dolce e invidiabile colpa) difetti di giovane. Aggruppa, condensa, epigrammèggla un po' troppo: certe sue pagine paiono cataloghi di bei motti o di eleganze classiche e di ardiri popolareschi. Ma molte altre sono miniate, disegnate, scolpite, tornite, fiorite, come io vorrei che fosse sempre la immaginosa e giovanile prosa italiana... ». Nella prefazione al volume, il Ferrata fa buone osservazioni sul modo di scrivere è sui caratteri dell'immaginazione del Faldella, osservando che la poesia rurale delle « Figurine » è nata veramente sulla strada tra Torino e Vercelli Senza dubbio In questi racconti e bozzetti, il gusto della campagna e dei tfj>i e costumi campagnuoli, si manifesta con affettuosa simpatia, con una certa affinità di sangue, d'indole, di sensibilità. Vita del villaggio, balli contadineschi, amore e macchiette Paesane, ore varie nella luce nelombra, tra campi e casupole; tutto ciò si può vedere piacevolmente ritratto e animato in capitoli come Dies, Sull'organo, High Life contadina, Un amore in composta... Con quella forma della mente e dell'animo tipicamente piemontese, su quell'Intima struttura dialettale e provinclalesca, lo scrittore si affaccia tra verismo e fantasia, alle prospettive e al curiosi capricci dell'umorismo: caratteristico umorismo, un po' cincischiato e involuto. » Minuta osservazione, e novità di impressioni si ampliano in una strana forma di linguaggio, che ricorre al vocabolario disusato, antiquato, classicheggiante, o al modi dialettali, e che vi dà l'idea di un'espressività non proprio naturale e nativa, ma acquisita con artificio estro e sfoggio. Perciò si può parlare di un corto barocchismo del Faldella. H Ferrata cita una mezza confessione dello scrittore: « Vocaboli del Trecento O del Cinquecento, della parlata toscana e piemontesismi; sulle rive del patetico... uno sghignazzo da buffone; tormentato il dizionario come un cadavere con la disperazione di dargli vita mediante il canto, il pianoforte, la elettricità e 11 reobarbaro. Tale il mio stile... ». Che raggiunge, tuttavia, spesso, una sorprendente e felice stravaganza, alcunché di inedito. In fatto di libri eccellenti e rari si veda intanto la Storia di Fra Michele Minorità, ristampata, a cura di Francesco Flora, nella « Collezione in ventiquattresimo » del Le Monnler, diretta dal Pancrazi. L'anonimo trecentista vi narra 11 processo e 11 martirio di Giovanni Berti da Calci presso Pisa, detto Fra Michele, uno di quei Fraticelli della- povera vita che predicando e praticando la povertà assoluta finirono coll'esaere perseguitati quali eretici e scismatici. Fra Michele fu condannato ad essere arso vivo. Abbiamo qui, dice il Flora, un testo prezioso di lingua e di stile, ed anche uno di quel racconti di virtù eroica che possono esaltare 11 cuore e ridestare Bsnndcnamsg,la feda Poi 11 critico, con il suo gusto sicuro, rileva brevemente la Bellezza drammatica di queste palg^. uwiisUra potenza di rappre sensazione, moto stupendo dei personaggi e della folla, scorci rapidissimi, e quel terso, crudele disegno del racconto, pur tutto fervido di trepidazione e di pietà. Fra Ilichele vi appare rrUrabilmente vivo, nell'umiltà e nella nerezza, povera creatura umana che condotta al supplizio splende, tutta sola, scalza, con un gonnelluccio indosso, per suprema virtù spirituale. E' pittura di sorprendente verità e commozione. E Plora cita un tratto meraviglioso, che fa rilucere questa umanità? santità? non sai bene; questo mistero nel quale si umilia e dal quale si leva il misero fraticello: < Che è questo il nerchè tu vuogli morire? Rispuose": Questa è una verità ch'io no albergata In me, della quale non se ne può dare testimonio se non morto ». Tra Intimità ed estri di poesia ci conduce Cesare Angelini con alcune Notizie di poeti (Le Mounier Ed.), che trattano di Foscolo, Monti, Leopardi, e di D'Annunzio e Panzlnl. V'è in Angelini un modo affettuoso, una piega dell'anima e della scrittura cho gli permettono di sceverare nella poesia altrui, di trarre a se e di insinuare nel lettore, il tono segreto e diffuso, la grazia arcana ma domestica e viva di quei dentini, tra le opere e 1 sogni. Tocchi delicati: e nel « Giorni del Foscolo a Pavia » dall'arguta curiosità dell'esistenza quotidiana, dal quadretto dell'epoca egli sale a Intendere ed esprimere con vigorosa gentilezza l'alto fuoco, il turbine lucente, del genio foscoliano. Ciò fu già detto da altri, ma giova ripeterlo a indicare pagine eccellenti. , Chi poi voglia trascorrere qualche ora nella brillante compagnia di un libro di cultura, piacevole e conversevole, non ha che da prendersi Dramma sacro e profano di Silvio D'Amico: brio al cultura, spirito arguto ironico entusiasta, e un dono dì semplificare e far chiari i problemi, le soluzioni, i giudizi. Da certe brevi « Obbiezioni al teatro » nelle quali si espongono alcuni contraddittori piccanti giudizi sui caratteri e la funzione del teatro, lo scrittore s'avvia all'esame di aspetti particolari della vita teatrale: il credo di Evreinov e il Melodramma dell'Ottocento, il « Teatro teatrale > di Paolo Ferrari e la morale di Vildrac, il teatro del silenzio e l'Amfeto di Bacchetti, la rivolta della Donna sulle scene contemporanee e il restauro di un < Mistero », eccetera, e noi, si assapora, leggendo rapidi, la scaltra sua bravura di critico, interprete, polemista. Ed ecco, infine, un libretto che tratta del letterati e dello scrivere con argomenti moralistici: La morale letteraria, autore Bruno Romani (Vallecchi Ed.). Distinguendo la concezione utilitaria e la concezione disinteressata dell'esercizio letterario, il Romani esamina 1 rapporti tra letteratura e vita politica, tra letteratura e vita sociale, si sofferma sul < sentimento del tempo» nell'opera letteraria, sui premi letterari, e via via giunge a un'idea della letteratura, come attività e forma autonoma dello spirito, come morale particolare e indipendente. B saggio conclude con un atto di fede nella fortuna, nella nobiltà della letteratura. f. b. '

Luoghi citati: Pavia, Pisa, Saluggia, Torino, Vercelli, Vienna