Dietro lo schermo

Dietro lo schermo Dietro lo schermo Profezie e sintomi - Stile, problema dei proVerga e Carmen blemi - Due avanguardie E' sempre pericoloso, fare delle profezie di fronte all'arte; e con il cinema, pei, ancora nella sua infanzia... Al bimbo deve sorridere ogni augurio; e augurale intendiamo allora il folto e lussuoso fascicolo che addirittura e perentorio s'intitola Stile Italiano nel cinema (ed. Guarnati). Quanti di noi non hanno caldamente auspicato il delincarsi di un nostro inconfondibile stile nel regno policromo di Cinelandia? Ora questa sommaria antologia di brevi scritti, dovuti alle firme più diverse, di fronte al categorico assunto del suo titolo ai fa cauta, prudente. Se oggi un nostro stile cinematografico pienamente esistesse, i veri problemi del nostro cinema, per i quali si lavora e si scrive. da almeno dieci anni, dovrebbero apparire tutti artisticamente risol- ti; e ci si potrebbe allora concedere anche un po' di vacanza. Invece il lavoro si moltiplica, si dilata, di fronte alle precise e prosaiche esigenze di tutta un'industria; e di quello stile d'arte si possono cogliere alcuni segni, ora luminosi, ora discutibili e incerti. L'attuale periodo del nostro cinema è tutto aperto, proteso; è lecito; e forse anche doveroso, considerare le conquiste dell'oggi come le premesse per quelle del do mani; slamo comunque lontani, direi per fortuna, dal poter domi nare con un solo sguardo tutta una parabola, netta e conclusa. In questo momento, di cammino e d'attesa, sarebbero fuor di luogo i consuntivi; ed ecco allora, nell'ordine, un Pasinetti farsi assai generico, insinuando l'accostamento a una autenticità sempre maggiore come il carattere che il no stro cinema decrebbe raggiunge re; un Felice stabilire, ovviamente, essere stato il film storico la espressione) più felice del nostro cinema mulo; un Antonioni augurarsi che il paesaggio abbia sempre più una sua «funzionalità poetica » e un Genina lanciare un grido d'allarme, che non sarà mai ripetuto e ascoltato abbastanza: il parolaio teatrotismo del cinema, che così rinuncia alla sua più vera autonomia, al ritmo visivo. Poi, tra gli asterischi di Fulchi gnoni e di Faelli, le noterelle di Vera e di Mondadori, di Jubanico e di Collari, e la proposta di Pon ti perchè- l'architettura direni» anch'essa un « personaggio » del film (già se ne parlò), lo scritto più meditato e convincente di tutto il fascicolo mi pare quello di Gianni Puccini. Affronta il tema, sempre rarefatto e sottile, dell'« avanguardia »; e nettamente lo vivifica con una precisa distinzione. Le patttu/lie di punta dei cosidet ti « movimenti » artistici, come sono comunemente incese gli appaiono « un moto accelerato e innovatore, promosso do pochi uomini stizziti, coraggiosi, immaginosi, e forniti, ai due lati del viso, di un paio di splendidi paraocchi La loro funzione'somiglia a quella dei fuchi nel mondo delle api: s'innalzano nel cielo orgogliosissimi, per finire poi vittime del loro stesso volo. Ma intanto hanno fecondato nuove vite. Abbagliati dalle definizioni che hanno creato, gli avanguardisti vi si impaniano dentro. S'immobilizzano il giorno che credono ciecamente ad esse, cessando di capire che il loro impulso non ha da rappresentare che la necessaria ma provvisoria base, friabile quantunque stimolantissima, dell'edificio fresco, tanto fresco che è di là da- venire». Ma c'è, per il Puccini e per noi, un altro significato da dare al termine. Be proprio lo si vuole, si può definire tutta la vera arte come avanguardia; ogni artista veramente tale è la pattuglia di punta di se stesso e del suo mondo, sommessa o altisonante pronuncia una nuova parola, è un altro volto che s'impone, e da tutti dissimile. E per ricondurre il discorso su di un terreno cinematografico, in un ambiente, come quello del cinema, dominato da potenti ragioni indù striali e commerciali, è sempre stato e sempre sarà uomo d'avanguardia chi a quelle ragioni anteponga invece e opponga quelle dell'arte. Di questa avanguardia, di questo stile che vuole a ogni costo vivere, anche in contrasto con la cassetta, se ne possono fortunatamente ritrovare tracce e frammenti nei nostri film di ieri e di oggi. Sono queste apparizioni, sono questi palpiti, che si possono risolvere tn un solo e motivato augurio: siano i nostri registi degli artisti, ci diano delle opere d'arte. Allora, e senz'altro, il nostro cinema avrà un suo inconfondibile stile. La tendenza, che sempre più si profila, a una consapevole sobrietà espressiva, a un non voler ispirarsi al teatro di posa,, e a quello di prosa, dice che la strada giusta è stata intravvista. Tutto è nel saperla percorrere, ingegno e fortuna aiutando. * * Grattacieli, commedia di Gu- flielmo Giannini, diventerà un ilm, regia dello stesso autore, protagonista Evi Maltagliati. — Giorgio Ferronetti, che proviene dal « montaggio », esordirà come regista con Spie fra le etiche, interpretato da Enzo Fiermonte. — E' giunto il momento cinematografico anche di Giovanni Verga ? Nell'attesa che / malavoglia definitivamente convincano, come... « soggetto >, uno dei parecchi produttori che da tempo se lo va?n«£giano, sarebbe ora allo studio una riduzione de La storia di una capinera. — Proseguono le riprese di Squadriglia bianca, il film ita? Io-rumeno con Mariella Lotti, Claudio Gora, Gino Bianchi e Miretta Mauri. — Favoriti da un bel tempo eccezionale, sono quasi ultimati gli esterni alpini (in vai d'Aosta) di Quelli della montagna, regista Aldo Vergano, supervisore Blasetti. — Ossessione un film di tono, d'ambiente e d'ambizioni eccezionali, e che sarà l'esordio del neo-regista Luchino Visconti, sta- per passare al montaggio; sono fra gli interpreti Clara Calamai, Massimo Girotti e Juan De Landa. — / bambini ci guardano, il nuovo film di De Sica, compiuti gli esterni ad Alassio, inizia ora le riprese in teatro. — Carmen, diretto da Christian Jacques e interpretato da Viviane Romance, ha visto trasferirsi il suo gruppo di produzione dagli studi romani ad Aronda, in Andalusia, per inquadrarvi l'episodio di una grande corrida. m. g. (Viaria Meroader in «Musica proibita». Viveoa Llndfors in «La donna del peooato ».

Luoghi citati: Alassio, Andalusia, Aosta, Aronda