La battaglia del Volga alle ultime battute

La battaglia del Volga alle ultime battute La battaglia del Volga alle ultime battute russi costretti a Stalingrado in una striscia di terra di 5 Km. quadrati - Gli stabilimenti "Ottobre rosso,, sotto una valanga di fuoco delle grosse artiglierie - Il maltempo impedisce l'azione aerea Caduti gli estremi bastioni, la navigazione dei sovietici sul grande fiume sarà controllata e impedita Berlino, 19 ottobre. Se il pubblico anglosassone possedesse un briciolo di senso critico, si potrebbe chiedere perchè mai si faccia improvvisamente tanto chiasso per la caduta della ultima striscia di territorio sovietico a Stalingrado, ridotta in fondo a pochi chilòmetri di estensione, mentre si è fatto sistematicamente sembiante di ignorare l'importanza strategica ed economica dell'enorme spazio occupato dalle forze tedesche ed alleate nei tre precedenti mesi d'offensiva. Quasi a prevenire un tale indiscreto quesito, gli stessi organi propagandistici angloamericani non esitano tuttavia a far presente alla loro opinione pubblica che la posta della battaglia attuale è rappresentata dall'arteria del Volga, nel senso ohe con la perdita delle loro ultime posizioni a StaV.ngra do ai sovietici non resta più alcu na possibilità di usufruire di questa loro vitale linea di collegamento. Benché questo riconoscimento nemico non faccia in sè che consacrare una situazione divenuta militarmente effettiva fino dal giorno dell'enucleamento di Stalingrado dall'insieme del fronte sovietico con la creazione della doppia muraglia germanica a nord e a sud della città, esso resta tuttavia per noi estremamente interessante, in quanto ci apre uno spiraglio su quelle che restavano, malgrado tutto, le speranze nemiche. Jl sussistere al di qua dell'ansa del Volga di una linea di resistenza, meglio di una testa di ponte — sia pure territorialmente di estensione minima — costituiva infatti per gli strateghi nemici una base sufficiente per fondarvi ogni più ambizioso piano di ripresa militare. Finché la bandiera dell'Unione sovietica sventolava sull'intero complesso fortificato del grande quartiere industriale a nord di Stalingrado, gli angloamericani potevano illudersi nella possibilità di un ritorno offensivo dei sovietici. L'ultimo blocco a A parte gli espliciti accenni fatti al riguardo dai propagandisti londinesi e newyorkesi, constatazioni estremamente eloquenti su questo argomento vanno facendo in loco, nel corso del rastrellamento del terreno conquistato in questi ultimi giorni, gli assaltatori tedeschi, soprattutto con lo scoprire ©nonni cunicoli sotterranei colleganti i blocchi fortificati delle officine « Zersinsky » e « Barricata rossa » con il Volga, ed altre imponenti installazioni aventi analogamente lo scopo di rifornire quelle forze operanti nel periodo invernale. E veniamo alla cronaca. Pur attenendosi allo stesso riserbo dell'odierno comunicato circa l'ulteriore proseguimento della battaglia di Stalingrado, questi circoli militari non esitano stasera a dichiarare che ormai, dopo la perdita dei due blocchi fortificati c Zersinsfci > e « Barricata rossa ». la situazione dei bolscevichi a Stalingrado è senza alcuna speranza. Si è compiuto il rastrellamento dei nuclei nemici isolati, cosi come degli elementi dispersi che potevano ancora costituire una minaccia col tornare ad annidarsi in mezzo alle nxacerie anche in tutta la zona della « Barricata rossa ». La resistenza nemica è pertanto ristretta unicamente al gruppo fortificato delle fonderie e delle acciaierìe « Ottobre rosso ». Questo gruppo unitamente, alla stazione e ai quartieri operai relativi situati più a nord-ovest, occupa una estensione di circa cinque chilometri quadrati. Benché non si parli ancora di un attacco vero e proprio contro il blocco € Ottobre rosso », si precisa che lo spazio su cui si mantiene il nemico si va continuamente restringendo. Ogni possibilità di collegamento tra quest'ultimo concentramento sovietico e la riva opposta del Volga è da considefarsi praticamente escluso, sia pure nel caso che il nemico tenti l'avventura col favore dell'oscurità: l'apertura che i sovietici detengono sulla riva occidentale del fiume è minima in rapporto alle possibilità di tiro delle forze tedesche installate a nord e a sud. Questi tiri repressivi sono ora alimentati anche dal fuoco delle artiglierie che hanno fatto la loro comparsa in questo settore sul bordo stesso del Volga, in modo da intervenire con la maggiore efficacia contro le batterie nemiche installate sulla sponda opposta. Il tempo, che era stato fin qui eccellente, è andato mutando da fri. Le pessime condizioni atmosferiche hanno impedito l'azione della Lvftumffe contro le rive orientali del Volga; le artiglierie stsamctlpttrtasp i a e e e sovietiche non hanno tuttavia potuto beneficiare gran che di questa tregua nei bombardamenti aerei, dato che i grossi calibri germanici hanno pensato a fare anche la parte dell'aviazione, vomitando un fuoco infernale contro le batterie nemiche. Questi stessi pezzi germanici partecipano inoltre già all'azione di scardinamento del blocco fortificato « Ottobre rosso», svolgendo la stessa tattica preliminare di un poderoso concentramento di fuoco, tattica a cui è in gran parte da attribuirsi la folgorante caduta dei due precedenti baluardi. Da una prima serie di corrispondenze di guerra riguardanti la conquista deì{e officine tZersinski » e < Barricata rossa », si rilevano frattanto stasera dettaci» di grande interesse circa Io svolgimento di questa epica lotta. Una lotta tremenda Il quartiere « Barricata rossa » è quello stesso dove nel 1918-19, sotto la guida di Stalin e di Votoscilof, gli operai dell'antica Zarizin nonno difeso con successo la città contro le armate bianche, Anche allora i difensori sono stati favoriti, oltre che da un vasto agglomerato industriale, dal fatto che questo quartiere è sopraelevato su di una serie di alture che non solo cadono a piombo dal lato del Volga, ma che anche sugli altri versanti presentano dei pendii estremamente irti. A nord-ovest della collina di «Barricata rossa» si eleva un'altra altura a cui i soldati .tedeschi hanno dato il nome di « acropoli » perchè presenta alla sua sommità uno scheletrico insieme di mura e di colonne non dissimili daUe rovine di un tempio ciclopico. Analogamente, il blocco delle officine < Zersinski » è situato anch'esso su di una formidabile posizione naturale. L'assalto a questa collina fortificata è stato uno dei momenti più duri della battaglia di Stalingrado, dato che soltanto uno strettissimo bordo defla cresta sommitale era stato precedentemente occupato da una puntata degli assaltatori germanici. In una lotta di asprezza inimmaginabile, spesso in combattimenti corpo a corpo, gli attaccanti hanno dovuto aprirsi la via lungo questi pendii sbarrati dalie macerie. Malgrado l'intervento delle artiglierie cittì per molti giorni consecutivi hanno battuto con fuoco tambureggiante tutta la nona, malgrado gli attacchi a catena degli gtuka e degli apparecchi da combattimento, poderosi concentramenti di forze nemiche rimanevano in efficienza sulla collina fortificata. Singoli elementi erano stati inoltre stabiliti dal nemico perfino in vetta ai camini delle fabbriche o alle parti di camini che rimanevano in piedi. Altri gruppi di tiratori sovietici muniti di mitragliere erano ficcati nelle posizioni più incredibili, su delle fette di muri nella impossibilita di discendere senza rompersi l'osso del collo. * Altre insidie, infine, erano sta- te realizzate in profondità con apprestamenti di ogni sorta, nelle cantine e nei sotterranei. La caotica rovina provocata dal bombardamento era stata sfruttata dai sovietici nel modo più razionale. Con diabolica fantasia, il nemico arerà creato degli appostamenti perfino all'interno di pezzi di macchinario dispersi nello macerie, le quali poi erano state sfruttate al massimo grado per le loro possibilità di mascheramento. L'organizzazione difensiva realizzata dalle artiglierie sovietiche era perfetta. Mentre i cannoni a tiro rapido dell'antiaerea piazzati nelle posizioni di avamposto sparavano a tiro teso contro i tedeschi, ogni dieci minuti le batterie pesanti installate sulla riva orientale del Volga intervenivano a loro volta con dei ben calcolati tiri di intercettamento, tali da sfiorare quasi il limite delle fortificazioni sovietiche, impedendo così ai germanici qualsiasi tentativo d'avvicinamento. Eroismo dì fanti Da parte tedesca la battaglia è stata svolta, come si è detto, nella sua fase preliminare, con un grande ammassamento di fuoco delle artiglierie di ogni calibro e della Luftwaffe così da frantumare letteralmente tutto il blocco fortificato nemico. La volontà di resistenza dei sovietici rimaneva però intatta. I panzer e i cannoni d'assalto intervenivano co tiro teso a ridottissima distanza contro i più forti centri di resistenza. Ancora una volta gli eroi del giorno sono stati i sPìiiplici fanti, j i/runatieri corazzati e i pionieri d'assalto, i quali con le bombe a mano e con le cosidette cariche multiple hanno snidato poco la volta il nemico dai suoi appostamenti, annientandolo infine nella più implacabile lotta uomo contro uomo. Il tenente Zenker, che-ci dà la prima descrizione della zona conquistata nel quartiere delle officine «Zersinski», ci precisa che dei dodici immensi padiglioni da cui uscivano i famosi T. E. 34, i carri armati sovietici medi di 26 tonnellate, non rimane oggi che un informe ammasso di rovine. Se nei due quartieri, meridionale e centrale, di Stalingrado, occupati ormai dai tedeschi già da diverse settimane, non vi sono molte mura in piedi/quello che si vede nel quartiere nord è soltanto un fumante campo di rovine. Fin d'oggi, mentre ancora durano le ultime fasi della battaglia, si pud dire che della città di Stalingrado non esiste più nulla. Eppure, in mezzo a questo spaventoso campo di battaglia, vivono ancora oggi — come ci precisa il suddetto corrispondente di guerra — alcune diecine di migliaia di disgraziati, donne, bambini e vecchi. Essi invono come topi in mezzo alle rovine e bisogna dav vero stupirsi che siano ancora in vita, cosi numerosi. Spesso gli sforzi fatti dalle autorità militari tedesche per sgomberare questi disgraziati e salvarli dalla pioggia di fuoco del cannoneggiamento sono stati frustrati dall'intervento dell'aviazione sovietica che non ha esitato a bombardare le lunghe colonne dei fuggitivi. Sulle strade che da Stalingrado si snodano verso est e sud-est giacciono in gran numero salme di donne e bambini russi uccisi dall'aviazione sovietica. Guido Tonella 0 comunicato tedesco Berlino, 19 ottobre. Dal Quartier Generale del Fllhrer, il Comando Supremo delle Forze Armate ha comunicato: Nella zona del Caucaso occidentale, l'offensiva oontinua. La fanteria si è Impadronita di nuove alture ed ha conquistato con una ardita ascensione una montagna, Importante per la continuazione del combattimenti, che era munita di sei fortini. A Stalingrado, I quartieri della città e gli Impianti Industriali conquistati durante gli ultimi combattimenti sono stati epurati dalle forze nemiche disperse. L'aviazione ha attaccato vari obiettivi nella città e dintorni, nonché trasporti e Istallazioni ferroviarie sovietiche situate ad est del Volga. Undici treni-trasporto, di cui due treni-cisterna, sono stati di strutti. Nel settore centrale, formazioni di aeroplani da combattimento e da bombardamento in picchiata hanno attaccato con successo il traffico ferrovia, io del nemico. Un grande deposito di approvvigionamenti sovietico stato gravemente colpito durante un attacco concentrico. L'Isola di Malta è stata attac cata, di giorno e di notte, da aero plani da combattimento tedeschi e italiani. fPOrlowpiJ ; FABBRICA TRATTORI 'ZERSINSKI,, E^Goròdi-. Mi8" SfftVS • HWi: *?!WW. ■' >;~W OT9SWÌMB STALINGRAQ ; Jabloriovskk^ 7^..'., Inolisi Jelscanc JcancaCùpulon- ■Àstrakàn?* ^"fiOiCrasnaia-," .-,

Persone citate: Guido Tonella, Stalin