Due conversazioni di guerra del giornalista Mario Appelius

Due conversazioni di guerra del giornalista Mario Appelius Due conversazioni di guerra del giornalista Mario Appelius Al "Rex,, davanti alla maestranze Fiat, al "Balbo,, al raduno dell'Istituto di Cultura Fascista - Tutte le autorità e gerarchie ed il sen. Agnelli presenti alla grande manitestazione L'immensa folla acclama entusiasticamente al Duce La ripresa delle « Mattinate Fiat » — che si svolgono, come è noto, sotto l'egida dell'Istituto di Cultura Fascista — ha richiamato un imponentisslmo numero di operai e di impiegati, varie diecine di migliaia, nei cinema Rex, Corso, Ambrosio e Vittoria. In questi ultimi tre cinematografi hanno parlato — applauditisslmi — i camerati avv. Motta, dott. Baroni e prof. Oggè. Al Rex era invitato a parlare, come già annunciammo, il giornalista Mario Appelius, del Popolo d'Italia, notissimo al pubblico anche quale commentatore del fatti del giorno alla radio. All'ora fissata — 9,30 — la grande sala della nostra galleria era completamente gremita. Le due prime file, in galleria, erano occupate da legionari del battaglioni « M » ospltl di Torino, 1 quali, prima che si iniziasse la conversazione, hanno cantato In coro il loro inno. Al Rex e poi più tardi al Balbo erano presenti tutte le autorità: il generale comandante dell'Armata, il Prefetto, ' il comandante di Corpo d'Armata, il Primo .Presidente, il Procuratore generale, il Federale, il Podestà, il Rettore Magnifico, il j Provveditore, l'Intendente, il Presidente del Tribunale e il Procuratore del Re, il vice Presidente della Provincia, il vice Questore. Larga era la rappresentanza di ufficiali generali e superiori : notiamo 11 Comandante della I Zona della M.V.S.N. con i consoli comandanti di Legione, il generale comandante della brigata CC. RR. e, pure dell'Arma, il ten. col. Visconti in rappresentanza del col. Scognamiglio. Il col. Cacciò rappresentava il comandante dell'Istituto Superiore di Guerra. Notiamo fra le personalità senatori, consiglieri nazionali, magistrati, ufficiali, professori, funzionari, gerarchie, donne fasciste con la Fiduciaria Provinciale goliardi col Segretario del Guf. Pure presenti 1 Presidenti del Nastro Azzurro, degli Arditi, del Combattenti, del Bersaglieri, il presidente della «Dante», molti dirigenti sindacali, il Capo Ufficio Stampa della Fiat, i Fiduciari dell'Ass. della Scu'-ia, i vice presidenti, consiglieri e ispettori dell'I. N. di C. F. H Federale Ferretti era accompagnato dal vice Federale col. Canonica e dal Presidente dell'Istituto di Cultura Fascista prof. Avenati. Assisteva alla manifestazione 11 console generale di Germania, col dott. Piatte ed il cemm. MUller del Gruppo nazionalsocialista del Piemonte. Al Rex era presente, accompagnato dal prof. Vittorio Valletta, il senatore Agnelli, il quale ha ringraziato Mario Appelius di aver voluto portare alfe maestranze Fiat l'espressione eloquente del suo fervido pensiero. Dopo il saluto al Re e al Duce ordinato da Franco Ferretti, l'oratore, salito sul palcoscenico, sul quale prestavano servizio d'onore tre militi del corpo giurato della Fiat, con bandiera, si è detto lieto di parlare agli uomini dell'industria torinese, roccaforte della produzione nazionale, alle maestranze del grande complesso cui spetta un compito di prima linea. La lotta che abbiamo impegnato è asperrima, ci impone durissimi sacrifici, ma la posta è la libertà e l'indipendenza del popolo italiano e noi vinceremo perchè rappresentiamo l'insurrezione di un mondo nuovo contro un mondo il quale ha già compiuto il suo ciclo. La vigorosa, martellante allocuzione del popolarissimo oratore è stata sottolineata nei punti salienti da scrosci di applausi e da vive approvazioni, come quando ha accennato all'incrollabile fermezza del popolo. Ha quindi avuto luogo la consueta riunione domenicale dell'I.N.C.F. al Balbo. Oratore era lo stesso Appelius. Il teatro era cosi stipato che, già sin dalle ore 10 si erano dovute chiudere le porte al pubblico. Un altoparlante era installato all'ingresso, sicché una vera folla si è andata a poco \ a poco radunando In piazza per udire la parola del giornalista-conferenziere. Dopo il saluto al Re e al Duce, l'oratore ha dichiarato subito — provocando un immediato applauso — che, dovendo parlare a piemontesi, non avrebbe fatto chiacchiere, ma sarebbe andato al sodo, dicendo anche, ove occorresse, nude e crude verità; e si è posto alcuni quesiti, cui è andato a mano a mano rispondendo nel corso della conversazione, e principalmente sei: perchè siamo entrati in guerra, perchè dobbiamo vincerla, perchè certissimamente la vinceremo, quale è la situazione indù- i striale, quale la~ situazione alimen ! tare, quando finirà la guerra. Noi abbiamo fatto la guerra perchè non ne potevamo fare a meno, perchè era meglio affrontare 11 nemico — che praticamente l'aveva scatenata — in una guerra imperlale nostra, con una idea nostra sulla punta delle baionette, anziché subirla più tardi quando al nemico fosse piaciuto. Dobbiamo vincerla, perchè essa completa la nostra Indipendenza, rappresenta l'ultima fase del Risorgimento, iniziato da Torino; e se non la vincessimo, la nostra Patria diventerebbe campo di battaglia degli im perialisml pluto-briscevlcl. Certis simamente la vinceremo perchè è una guerra che si vincerà e si perderà non economicamente, come volevano gli avversari, ma militarmente e militarmente slamo 1 più forti, mentre economicamente le conquiste di vasti ricchissimi territori ci pongono al riparo d'ogni offensiva. La situazione industriale è soddisfacentisaima e migliorerà anche, grazie alle vittorie dell'Asse ed alle scorte che abbiamo potuto realizzare; ma il minimo indispensabile per vivere è assicurato, grazie soprattutto alla antiveggente politica dei Capi. La guerra finirà quando il nemico avrà piegato le ginocchia. Il pubblico, appartenente a tutti 1 ceti sociali, ma intelligentissimo, onde era affollato il teatro, ha seguito con vivissima attenzione il discorso, interrompendolo spesso con applausi e salutandolo alla fine con una calorosa manifestazione di certezza nella vittoria e rinnovarlo qui — come già al « Rex » — ardentisslme acclamazioni al Duce, invocato con irresistibile trasporto.

Luoghi citati: Germania, Piemonte, Torino