"Non c'è qui una lampadina che brucia inutilmente?,, di Guido Tonella

"Non c'è qui una lampadina che brucia inutilmente?,, "Non c'è qui una lampadina che brucia inutilmente?,, Com'è organizzata nel Reich la campagna per la massima economia nel consumo dell'elettricità o e — ì Berlino, 15 ottobre. Alla mia porta si è presentato stamani un ragazzino della Hitlerjugend, una figura ormai nota, quello stesso che ogni dieci giorni passa da me per la raccolta della carta straccia (« Voi ed un altro giornalista che abita qui nel rione — mi ha confidato l'ultima volta — siete i miei migliori fornitori...!»). Nel preannunciarmi uno sua nuova visita per domenica ventura, in occasione della raccolta di libri per soldati del fronte orientale, secondo l'appello lanciato giorni fa dal ministro Goebbels, Karl Heinz ha voluto darmi, stavolta, qualche cosa in omaggio: una targa di legno pirografata, da appendere — egli mi ha raccomandato — nel punto più in evidenza del mio studio. «Non c'è per caso da spegnere in questo appartamento una lampadina che brucia inutilmente t ». Sacrificio non lieve E' la stessa domanda che deve essere continuamente presènte alla mente di tutti i diciannove milioni di famiglie tedesche: Denkend Strom sparen, « Pensate a economizzare corrente! ». Questo motto fa il paio con quello che invita il pubblico a fare economia di carbone, accettando che si ritardi il più, possibile l'inizio del riscaldamento delle case e degli appartamenti. Qui, al nord, dove l'inverno è precoce, il sacrificio non è certo lieve, ma va considerato che, se per un giorno la Germania rinuncia al riscaldamento delle case, ciò significa un risparmio di tonnellate 250.000 di carbone a favore dell'industria di guerra; qualche cosa come 13.000 vagoni che possono essere adibiti ad altri trasporti più utili per la vittoria. Il Reich è divenuto oggi, come ognun sa, il primo paese carbonifero d'Europa, con una produzione enormemente superiore a quel la della stessa Inghilterra. Il carbone resta però tutt'altro che abbondante, dato che la Germania non solo deve far fronte a un crescente consumo della sua industria bellica, ma deve altresì oggi da sola sopportare tutto lo sforzo i sopperire al fabbisogno dell'iute >'o continente. L'intensificazione del ritmo di lavoro dell' industria estrattiva mediante nuovi congegni mecca ilici, e mediante l'intervento di forti aliquote di mano d'opera straniera e di prigionieri di guerra, non basta: occorre, dove possibile, ridurre il consumo, dato che il carbone rappresenta la chiave della vittoria. Col carbone — ha detto Goerìng — si fa oggi tutto ciò che è necessario alla guerra Anche nel caso dell'economia di elettricità, lo scopo finale è sempre quello di risparmiare carbone. Il 78 per cento dell'energia prodotta nasce dal vorticoso girar di turbine c di centrali, messe in moto dalla piessione del vapore EbssuusmfL r n Enorme è il quantitativo del carbone che l'industria elettrica assorbe a tale fine. Anohe nella distillazione della benzina dal carbon fossile la corrente elettrica è un elemento di primaria importanza. Si calcola che per ricavare una tonnellata di benzina sintetica siano necessari non meno di tremila chilowatt-ore di energia elettrica. Ancora maggiore è il consumo di elettricità richiesto dal processo di fabbricazione della « ounofc», il famoso cauteiù sintetico tedesco. La produzione di una sola tonnellata di. buna esige infatti 40.000 kwh di corrente. Se in tutte le famiglie tedesche si rinuncia a tenere accesa soltanto per la durata di.un quarto d'ora una modesta lampadina da 25 watts, ne risulta una economia di energia sufficiente a fabbricare giornalmente tre tonnellate di buna in più. Lo stesso dicasi per Z'aZiuminio, tanto importante per le costruzioni aeree; la bauxite, che ne costituisce la materia prima, si lascia trasformare soltanto mediante l'impiego di un'altissima corrente termica. Un altro caso non meno tipico dell'elevato consumo di energia elettrica, da parte dell'industria di guerra, è dato dagli apparecchi di saldatura che sibilano giorno e notte nei cantieri degli « U-boot » e die servono a « cucire » le corazzature attorno al corpo dei « panzer ». Caucciù e azoto Persino nel processo produttivo attraverso cui si ricava il pane quotidiano necessario al consumo di una massa di 80 milioni, la corrente elettrica costituisce un fattore importante: è con i concimi chimici che si aumenta il raccolto; è con l'energia elettrica che si ricava, l'azoto dall'aria. Tenuto conto che si impiegano 11.000 kwh per ottenere una tonnellata di azoto, si calcola che la sola corrente consumata nelle stufette termiche in uso neY.e case tedesche basterebbe a coprire il quantitatì vo di kwh necessario per la prò duzìone del fabbisogno di azoto per uso agricolo in tutto il Reich Il pubblico tedesco, che ha notoriamente una sua particolare sensibilità per il linguaggio delle cifre e dei diagrammi, si sta così in questi giorni sottoponendo, attraverso pubblicazioni di stampa, e persino con apposite mostre, a tutta una particolare disciplina a vantaggio dei fini bellici. Il fatto che quasi ogni famiglia abbia qualcuno dei suoi al fronte fa sì che anche questo appello, come tutti gli altri, ispiri il concetto asilo necessità di un rafforzamento del potenziale bellico della Germania. Alla vittoria — è questa la parola d'ordine — vi è per ognuno la possibilità di concorrere anche fra le pareti domestiche, semplicemente operando con un po' di cervello ed un po' di coscienza. Guido Tonella amms

Persone citate: Goebbels, Karl Heinz

Luoghi citati: Berlino, Europa, Germania, Inghilterra