La revisione della Carta atlantica progettata da Churchill e Roosevelt
La revisione della Carta atlantica progettata da Churchill e Roosevelt La revisione della Carta atlantica progettata da Churchill e Roosevelt Si riparla del comando unico per vincolare Stalin ai piani di guerra anglosassoni Berna, 9 ottobre. (S.) - Tutti 1 tentativi del governo inglese per soffocare lo scandalo scoppiato in seno alle nazioni unite sono riusciti vani. La discussione aperta da Willkie e da Stalin ha rotto gli argini ed è divampata dapprima nella massa del pubblico inglese, la cui ansia è stata acuita dal rifiuto di Churchill a fornire la minima spiegazione e dalla sua frase misteriosa circa il « momento grave di significato »; poi nelle colonne del Times e del News Chronicle; in seguito è Willkie che interviene di nuovo ribadendo da Ciung King, prima di partire,, le sue dichiarazioni precedenti per richiamare ancora pubblicamente l'attenzione delle nazioni unite sul bisogni imperiosi della Russia e che in altre dichiarazioni, di cui non si possiede anche il testo, riassume £ risultati del suo viaggio attraverso il mondo nella veste di messaggero di Roosevelt, affermando che ovunque ha constatato una sfldu eia più o meno forte contro le grandi democrazie alla cui inten zione di lottare per la liberazione degli altri popoli non si crede e alle quaU non si concede una collaborazione sincera ed entusiastica. Ora nella discussione è intervenuto il Sottosegretario al Dipartimento di Stato americano Sumner Welles che, parlando ieri sera alla riunione dell'associazione nazionale del commercio estero, ha affermato che «ogni ora che passa vede aumentare le forze americane e la loro efficacia ». Ed ha aggiunto: «Non faccio parte del numero di coloro i quali credono che noi perderemo la guerra ». Ha fatto poi l'elogio dell'esercito sovietico, la cui resisten za costituisce, egli ha detto, « il più grande successo che le nazioni unite hanno sino ad ora riportato ». Ha dichiarato che gli Stati Uniti ed i loro alleati debbono intensificare l'aiuto alla U.R.S.S. in armamenti e rifornimenti di ogni specie e debbono costituire un nuovo teatro di operazioni ». Il mezzo più sicuro per garantire la vittoria — ha detto Welles — è di dare questo aiuto al più presto possibile ». Passando poi ad esaminare l'aspetto diplomatico della guerra, welles si è felicitato con le repubbliche americane che hanno rotto le relazioni con l'Asse ma ha constatato che « due altre repubbliche se ne sono, sino ad ora astenute ». i Nel quarto anno di guerra il Times è costretto a riconoscere che quello che manca è appunto l'unità degU scopi e come rimedio patrocina la revisione della Carta atlantica per meglio riuscire a ingannare i popoli insoddisfatti; mentre il Neios Chronicle, svilup- §ando un'idea pure espressa dal 'imes, suggerisce come panacea la coordinazione della strategia interaUeata per opera di un consiglio supremo di guerra al quale spetterebbe di decidere quali e quanti nuovi fronti aprire a vantaggio dell'uno o dell'altro membro dell'associazione. Se questa coordinazione esistesse già — dice il giornale — a Stalin sarebbe impossibile criticare i suoi alleati, come fa. Siccome ti marcio sta proprio nell'ibridismo dell'alleanza formata dai nostri nemici e nella inconfessabilità de gli scopi propostisi dal caporioni anglo-sassoni, non c'è nè revisione di Carta atlantica, nè organismi strategici comuni che possano rimediare ai guai che si manifestano nel loro campo e portarvi l'unione che non è mai esistita e non potrà mai esistere. Wendell Willkie sta per recare a Roosevelt le lagnanze e le richieste cinesi consegnategli in un memoriale del governo di Ciung King, lagnanze e richieste che sì aggiungono a quelle russe conse gnate all'ambasciatore americano a Mosca: maggiori forniture di materiale bellico, invio in Cina di importanti forze aeree, bombardamento delle città nipponiche, formazione di un fronte in Birmania per la riconquista di quel paese. Come si vede non c'è molta differenza dalle esigenze russe, ma c'è in più una richiesta particolare: che per il dopo-guerra venga garantita alla Cina l'abolizione del tradizionali privilegi stranieri. Quest'ultimo punto riassume l'aspirazione cinese alla parità con i popoli bianchi che più d'una volta è stata riaffermata dal governo di Ciung King e di cui si è resa interprete anche la signora Ciang Kal Scek in alcuni articoli scritti con una franchezza veramente sorprendente. Alle promesse della Carta atlantica redatta da Churchill e da Roosevelt non credono nemmeno gli alleati dei due compari. E' prevedibile che 11 Presidente americano e il Premier britannico non si periteranno di studiare insieme modifiche e aggiunte all'inconcludente documento allo scopo di calmare gli animi; ma quanto alla loro azione militare, soprattutto terrestre, essi si faranno aspettare per un pezzo.
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