LA SITUAZIONE
LA SITUAZIONE LA SITUAZIONE • Le fasi della vittoriosa Offensiva antibolscevica nel settore meridionale del fronte orientale hanno messo in ombra quanto avveniva ed avviene sui settori centrale e settentrionale. Eppure «qui si sono svolte battaglie su battaglie di un accanimento eccezionale e di una importanza basilare; per più di tre mesi il comando sovietico ha cercato un punto debole su cui far breccia; per mesi e mesi Mosca ha sperato nel successo di qualche controffensiva che potesse minacciare il fianco sinistro degli Eserciti di von Bock spintisi a grande profondità. Resistere aveva un valore ancor più vitale di quello di avanzare poiché uno sfondamento avrebbe compromesso i risultati delle mirabili vittorie. Non è mancata allo stato maggiore russo la volontà più ostinata; non gli sono mancati i mezzi più giganteschi in uomini e in materiali ; ma dovunque gli attacchi si sono risolti in tremende carneficine. Stalin non ha avuto nemmeno la soddisfazione di un successo limitato; non è caduta Schlusselburg e non è stato aperto il varco terrestre verso Pietroburgo; non è caduta Rscev che dai comunicati russi sembrava sempre sul punto di essere espugnata; non è caduta Orel ; non e caduta Voronez. Ogni volta che si è presentata l'occasione le iniziative sovietiche sono finite in una morsa e nel successivo annientamento come è avvenuto a sud del lago Ladoga. Ed ora che i russi esausti avevano messo una tregua nei loro attacchi le truppe germaniche, che mai si erano ridotte alla pura-.difensiva, compiono movimenti e puntate e qualcuna di vasta ampiezza quale è quella a sud del lago Ilmen. Noi non crediamo che simili iniziative mirino ad obiettivi molto vasti; esse sembrano avere lo scopo tattico di migliorare le posizioni di resistenza in vista della campagna invernale; ma pur tuttavia servono ottimamente a stritolare parecchie tra le migliori unità delle residue forze sovietiche. Dalla polemica per il secondo fronte aperta dalla lettera di Stalin appaiono chiari gli obiettivi di Washington: attrarre il dittatore rosso in una discussione diplomatica per fargli accettare la subordinazione ad un comando supremo americano e, possibilmente, per spingerlo ad atti irreparabili di guerra col Giappone mediante la cessione agli Stati Uniti delle basi siberiane. • Una delle più repugnanti figure che circondano Roosevelt è senza dubbio quella di Sumner Welles. Coll'aspetto del gentleman diplomatico questo tristo strumento della Casa Bianca per il cui conto condusse la missione investigatrice in Europa, non la cede in ipocrisia e in mala fede al capo del suo dicastero, a Cordell Hull, che ha quasi completamente esautorato. Nel suo recente discorso egli ha raddoppiato le pressioni e i ricatti contro i due Stati dell'America del Sud, Argentina e Cile, dignitosamente fieri nella tutela della sovranità dei loro Paesi, servendosi di patenti menzogne: dall'Argentina e dal Cile i sommergibili dell'Asse riceverebbero le informazioni per silurare il maggior numero di navi anglosassoni nell'Atlantico! La spudoratezza di Sumner Welles è in tutto degna di quella del suo principale. • Nell'Iraq la crisi governativa si è risolta in una burletta ; l'incarico è stato affidato di nuovo a Nuri Said che da decenni è il sicario della politica britannica in quel paese. Ma se la crisi ministeriale è risolta resta latente la rivolta delle energie migliori dell'Iraq che convergono nell'esercito. . a. s.
Persone citate: Cordell Hull, Nuri Said, Orel, Roosevelt, Stalin, Sumner Welles
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