Litvinof a colloquio da Sumner Welles e l'ambasciatore americano al Cremlino

Litvinof a colloquio da Sumner Welles e l'ambasciatore americano al Cremlino in tiro ni gggajy ai suoi alleati Litvinof a colloquio da Sumner Welles e l'ambasciatore americano al Cremlino Churchill sfugge alla discussione ripetutamente chiesta alla Camera dei Comuni - Il tentativo per ammansire il dittatore rosso Stoccolma, 6 ottobre. 11 tiro giocato da Stalin alle democrazie alleate è considerato da queste o, per lo meno, dai relativi capoccia come uno scherzo di pessimo gusto. D'altro canto esso è destinato a far lungo fuoco anche sul terreno diplomatico. La agenzia Beuter informa, infatti, da Washington che'l'ambasciatore sovietico Litvinof è stato invitato a recarsi al Dipartimento di Stato dove ha conferito oltre mezz'ora con il sottosegretario Sumner Welles. I giornali da Washington pubblicano con grande rilievo la notizia del colloquio mettendolo in stretto rapporto con le dichiarazioni fatte da Stalin al corrispondente della Associated qsrgnsqnrnnche In tutta l'opinione pubblica nord-americana. |Materiale ma non uomini Il presidente della Commissione degli affari militari del senato americano, Reynolds, ha detto al corrispondente della Beuter che « egli comprende benissimo che Stalin sia molto ansioso ed abbia grande bisogno dell'aiuto alleato, irta che 1 soli in grado di rispondergli sono i capi militari » Il senatore Reynolds ha aggiunto < Dobbiamo riporre la nostra fede più cieca nei capi militari. Se non Io facciamo, slamo perduti Essi conoscono mille volte di più la questione di quanto non la conosce il pubblico o noi stessi che sediamo al Senato ». A' sua volta il presidente della Commissione degli affari esteri, Sol Bloom, ha detto: «Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e le altre nazioni unite apprezzano la grande necessità di creare il secondo fronte, secondo i desideri di Stalin. Ma questo fronte sarà creato secondo l'opportunità e le circostanze ». Le dichiarazioni di Sol Bloom coincidono con quelle del sottosegretario Sumner Welles il quale ha detto che gli alleati stanno facendo tutto il possibile rendendosi conto delle necessità urgenti dell'Unione sovietica. Il capitano Leland P. Lovett, direttore dell'ufficio della marina americana per le relazioni con il pubblico, ha poi dichiarato testualmente: «.ua strategie del nostri dirigenti della guerra consiste nel procurare alla Russia per la sua grande lotta, tutto ciò che le possiamo dare. Se riusciremo a fare passare il 50 per cento del materiale inviato possiamo considerare la partita vinta ». Le Interrogazioni ai Comuni In Inghilterra il governo avrebbe desiderato seppellire nel silen zio la malaugurata lettera di Sta Un, ma per quanto abbia ordinato di astenersi da commenti sia alla stampa che alla radio e per quanto i circoli autorizzati abbiano rifiutato qualsiasi dichiarazione in proposito tuttavia la pubblica opinione non si occupa d'altro. Anzi l'argomento è stato evocato perfino alla Camera del Comuni ove Churchill, interrogato in proposito, ha cercato di cavarsela dapprima con una risposta evasiva: «Abbiamo l'assoluta certezza che nessun'altra dichiarazione del governo britannico si impone nell'ora attuale oltre le dichiarazioni che sono già state fatte ». Il Primo Ministro ha soggiunto che naturalmente aveva letto ed esaminato la lettera di Stalin. Questo rifiuto di fornire qual siasi spiegazione ha prodotto un effetto disastroso perchè è evidente che se i rapporti con la Russia fossero cosi normali come si vuol far credere non ci sareb be stata alcuna difficoltà a dire Press che formano, dunque ogget-ito di vivaci commenti e di ani- mate discussioni sia nella stampa qualche cosa di più sostanziale e soddisfacente. E quando il laburista Bevin ha chiesto al capo del governo se la Camera dei Comuni non avrà modo di discutere lo spinoso argomento ha ricevuto questa secca risposta: «Non ho nulla da aggiungere alle dichiarazioni fatte ». Un freddo glaciale si è sparso nell'aula e per dissiparlo l'ex-ministro della guerra Stanley ha cercato di lanciare qualche frase rassicurante come questa : « Churchill è l'ultimo uomo del mondo che sia necessario spronare». Qualche applauso ha risuonato ma la Camera era evidentemente in preda al dubbio e all'amarezza. Belllnger, altro deputato laburì- celpvecrmdldzSlnfrnt russo e quello britannico esiste |sul secondo fronte l'accordo più sta, si è alzato a domandare al Primo Ministro se potesse asslcu-. s rare che fra lo stato maggiore "'stretto, Il Primo Ministro dopo un momento di esitazione ha risposto: — Non ho realmente niente da aggiungere, e soprattutto sotto un impulso momentaneo, alle dlchia-' razioni accuratamente pesate che ho già fatto in proposito, e raccomando caldamente alla Camera di non Insistere in un momento come questo che certo è significativo. L'ostinazione del capo del governo nel negare qualsiasi chiarimento su una materia di tale importanza ha prodotto nella Camera una certa irritazione e Clement Beaves, liberale, è venuto in aiuto dei laburisti chiedendo a Churchill di esaminare se non fosse opportuno aprire una discussione al più presto: « dato il nuovo aspetto della situazione internazionale creato dalla dichiarazione di Stalin ». Per tutta risposta Churchill ha chiesto alla Camera « di appoggiare il governo nella sua presa di posizione », In nome degli operai... Allora un altro laburista è mosso all'attacco, Mac Lean, che ha insistito nel chiedere al governo una dichiarazione se non subito per lo meno in seguito soggiungendo di ritenere che « Churchill si rende conto delle infinite discussioni sollevate fra gli operai da questa questione ». Per farla finita è intervenuto allora lo Speaker vietando di porre altre domande al Primo Ministro. E' prevedibile che la seduta odierna avrà ima forte ripercussione sull'opinione pubblica perchè l'osservazione di Mac Lean sulle discussioni sorte nella massa operaia che ha interpretato lo scritto di Stalin come un attacco in pieno al governo di Londra, sembra effettivamente giusta. E del resto è tutto il popolo inglese che è inquieto soprattutto per il silenzio ufficiale e per l'atteggiamento della stampa. Una sola cosa ripetono i giornali obbedendo a una parola d'ordine: che la lettera di Stalin corrisponde al noto gunto di vista già espresso da hurchill alla Camera dei Comuni e cioè che i russi non sono soddisfatti dell'aiuto loro dato degli alleati ma che Stalin Roosevelt e Churchill sono tutti e tire del parere che il secondo fronte sia desiderabile. Senonchè oltre al fatto che Churchill quella volta disse anche di essere riuscito a convincere i russi nelle conversazioni di Mosca della buona volontà anglosassone di aiutarli senza badare a sacrifici e che questa affermazione è stata clamorosamente smentita dai tre punti di Stalin, la pubblica opinione inglese nota che è inutile dire che i tre uomini sono d'accordo sull'idea del secondo fronte perchè la controversia non verte su una questione di massima ma sulla questione concreta del momento in cui il secondo fronte dovrebbe essere creato. Stalin ha pubblicamente ripetuto ciò che aveva già dichiarato nelle conversazioni di Mosca a Churchill: che ha l'acqua alla gola e che se gli alleati aspettano ancora a lanciargli la ciambella di salvataggio quando glie la lanceranno sarà già annegato. Cosa promise Churchill ? Egli evidentemente è stato costretto dal fatto che le promesse di Churchill non sono state mantenute a portare in pubblico le lagnanze da lui espresse allora sia nei colloqui! del Cremlino che per vìa diplomatica. E' ridicolo quindi che i circoli competenti inglesi vadano dichiarando che l'accordo esiste. Non solo non c'è accordo ma c'è una turlupinatura atroce di cui la vittima ormai si è reso conto. Si teme perciò a Londra che le pubbliche accuse di Stalin possano essere anche il preludio a qualche cosa di peggio che una semplice polemica. A Londra naturalmente si smentisce che Churchill e Roosevelt abbiano fatto promesse a Stalin circa l'epoca in cul la grande azione alleata dovrà essere sferrata. La frase di Stalin in cui ha parlato di impegni presi ai quali gli anglosassoni dovrebbero adempiere al più presto e completamente non avrebbe alcuna giustificazione. A Stalin sarebbe stata promessa semplicemente una offensiva ma circa la data avrebbe dovuto essere stabilita dal capi militari competenti. Sintomatica è, ad ogni modo, la dichiarazione del capo del servizio informazioni britannico negli Stati Uniti, Harold Butler, il quale ha detto: « Le nazioni unite non possono stabilire il secondo fronte senza correre il rischio di risultati disastrosi fino a quando non dispongano di navi sufficienti per i .trasporti e di apparecchi . surfìclentl per la completa supre mazia aerea. L'Inghilterra ha 'proseguito Butler, si avvia ad affrontare un inverno duro e scomodo con minori elementi, meno Indumenti e meno combustibile necessari per soddisfare le esigenze normali di una vita sana. Non si conosce ancora se vi sarà una risposta ufficiale alla ietterà di Stalin e quale sarà tale risposta. Ma le prime reazioni degli ambienti anglosassoni lasciano intravedere che i « legittimi desideri » di Stalin incontrano non lievi difficoltà ». Nel frattempo i governi anglosassoni cercano di ammansire Stalin. L'ambasciatore degli Stati Uniti ammiraglio Standley e quello della Gran Bretagna air Archibald Clark-Kerr si sono riuniti per discutere a Kuibiscev e, dopo 11 loro convegno, l'ammiraglio Standley è partito immediatamente per Mosca dove ha conferito con Molotof, commissario del popolo agli esteri, e dovrà avere un colloquio con Stalin. L'ammiraglio Standley ha annunciato che partirà per Washington per discutere col Presidente Roosevelt sulla coordinazione degli sforzi di guerra degli Stati Uniti e della Russia. Egli sarà accompagnato dagli addetti navale e militare degli Stati Uniti a Mosca' e a o t l o e