Dalla Neva al Caucaso

Dalla Neva al Caucaso Dalla Neva al Caucaso Berlino, 3 ottobre. L'avvenimento militare del giorno è costituito dal vittorioso epilogo della battaglia di accerchiamento a sud del lago Ladoga ove le proporzioni della disfatta sovietica si stanno rilevando di ora in ora maggiori, tanto che, secondo le ultime precisazioni fornite stasera dall'alto Comando, non meno di sette divisioni nemiche sono state qui tagliate a pezzi. Un armamento di grande importanza, sia qualitativo che quantitativo, è stato perduto dal nemico; tra l'altro un enorme numero di speciali trattori di artiglieria appositamente ■ previsti per il superamento della zona paludosa. E' interessante notare come la manovra di accerchiamento tedesca sia scaturita da una iniziale azione difensiva, in quanto il nemico aveva preso l'iniziativa di un attacco in grande stile nell'intento di sbloccare Pietroburgo stabilendo un collegamento terrestre, dato che le possibilità di collegamento navale attraverso il lago Ladoga sono praticamente inesistenti. Il piano sovietico mirava a far saltare il semicerchio steso dai tedeschi attorno a Pietroburgo sino alle rive del lago Ladoga, mediante una pressione da nord a sudest. Contenuto validamente l'attacco russo, i tedeschi passavano poco alla volta dalla difensiva all'azione, fino a sviluppare localmente una vera e propria offensiva a seguito della quale il dispositivo di rottura incautamente manovrato dal comando sovietico finiva per essere accerchiato. Benché, come si è detto, il nemico stesso abbia creato le premesse favorevoli all' accerchiamento, le operazioni per la realizzazione della chiusura della.sacca hanno comportato per i tedeschi difficoltà straordinarie, trattandosi di superare una estesissima zona paludosa coperta nello stesso tempo da una fittissima vegetazione. Coadiuvati dai bombardieri iti picchiata e dagli autocannoni da assalto, i fanti tedeschi hanno quindi iniziato, il giorno 25 settembre, una sistematica azione di annientamento delle masse accerchiate. Sotto il pungolo dei commissari sovietici, i russi si gettarono in furibondi tentativi di sfondamento facendo intervenire concentramenti di carri armati; benché in molti casi i fanti germanici siano stati costretti a mantenere lo sbarramento unicamente con i fucili e le baionette, il nemico restò dovunque inchiodato sul posto. La visione che offre ora l'interno della sacca, dopo quasi dicci giorni di formidabile concentramento di fuoco, è delle più. impressionanti. Montagne di cadaveri, carcasse di carri armati, trattori in numero incalcolabile cmergono dalle paludi. Il nemico è impegnato anche in quei settori che sono al di fuori della zona della sua grande offensiva; il comando delle forze antibolsceviche ha saldamente in pugno la situazione e sa vibrare al momento voluto, con opportuni concentramenti di forze, quei colpi offensivi che possono rivelarsi necessari. Nel Sud le grandi operazioni offensive in corso proseguono vittoriose. A Stalingrado si avanza sistematicamente contro gli ultimi nuclei fortificati sovietici e conseguentemente ci si approssima all'ora finale della lunga battaglia. Dal Caucaso le notizie di nuovi successi giungono in particolare dal fronte di Tuapse; a nord di questa località, le truppe del Wiirtenberg hanno smantellato nuove importanti posizioni mentre nelle alte montagne i cacciatori alpini hanno migliorato le linee occupate sullo spartiacque, aprendo nuove brecce nelle difese nemiche. G. T.

Persone citate: Neva

Luoghi citati: Berlino, Pietroburgo, Stalingrado