Rommel esalta il valore del soldato italiano di Guido Tonella

Rommel esalta il valore del soldato italiano Rommel esalta il valore del soldato italiano "Fornito delle armi necessarie, sa compiere grandi cose„ - "I nostri stanno a 100 km, da Alessandria, il che significa avere in mano la porta dell'Egitto,, Berlino, 3 ottobre. Non è nelle consuetudini militari tedesche che dei feld-marescialli partecipino a del ricevimenti di stampa con relative dichiarazioni ai giornalisti. Se a Berlino ci si è decisi tuttavia a fare un'eccezione per il feld-maresciallo Rommel, ciò è dovuto all'interessamento personale del dottor Goebbels. Rimasto egli stesso profondamente giornalista nell'animo, il Ministro tedesco della Propaganda ha perfettamente compreso quale insperata occasione di contatto costituisca, per i rappresentanti della stampa germanica, alleata e neutrale, la presenza nella capitale del Reich di una personalità come Rommel, che a Berlino solo pochi potevano sin qui vantarsi di conoscere personalmente per essere egli assurto alla celebrità soltanto in epoca recentissima e, per di più, lontano dal normale quadro dell'attività bellica germanica. Smentita a voci nemiche Un tale diretto contatto con 1 rappresentanti della stampa internazionale era inoltre tanto più opportuno in relazione ai diversi « sì dice » di tipico timbro britannico, diffusi in questi ultimi tempi all'estero sul maresciallo Rommel descritto prima gravemente ferito, poi ammalato senza speranza di guarigione, e, infine, caduto in disgrazia del Ftihrer e conseguentemente rimosso dalle sue funzioni di comandante in capo dell'« Afrlkakorp ». A quest'ultima «rivelazione» che ì servizi della propaganda britannica hanno preteso di fare non più tardi di una settimana fa, il maresciallo Rommel che, come si sa, ha avuto in questi giorni lunghi colloqui col FUhrer ha voluto fare egli stesso ironicamente cenno con un sobrio quanto significativo: «se ne accorgeranno». In quanto alle siie condizioni di salute, al maresciallo Rommel non è stato necessario di parlarne per dimostrare che sono eccellenti : a vederlo nella sua divisa cachi delle truppe dell' « Afrikakorp », saldamente piantato sulle gambe, proteso innanzi il busto da lottatore su cui spiccano, accanto alle più alte decorazioni tedesche, le insegne dell'Ordine militare di Savoia e il nastrino della nostra medaglia di argento, il viso spirante freschezza serenità ed energia nello stesso tempo, chiunque lo avrebbe creduto ancora di molti anni più giovane di quanto effettivamente sia Erwin Rommel, il più giovane dei marescialli del Relch. Secondo il giudizio del comandante dPl Corpo motorizzato italo-tedesco, la situazione sul fronte nord-africano è attualmente determinata dal fatto che « 1 nostri stanno ad appena cento chilometri da Alessandria, il che significa avere in mano la porta dell'Egitto ». « Indietro non si tornerà » Dopo aver ricordato le recenti affermazioni del Fuhrer, secondo le quali non basta occupare un dato spazio ma occorre organizzarlo militarmente, Rommel ha dichiarato fieramente che dalle nuove posizioni raggiunte sul fronte egiziano 1 combattenti det l'Asse indietro non torneranno certamente. La descrizione delle imprese fin qui portate vittoriosamente a termine e delle aspre prove subite nelle alterne fasi della lotta — in condizioni climatiche a cui anche gli elementi germanici del nord, grazie alla loro innata robustezza fisica, e al loro superbo spirito militare, hanno saputo meravigliosamente adattarsi — ha offerto occasione al maresciallo Rommel di sottolineare il carattere della collaborazione militare fra le forze dell'* Afrikakorp » e le forze italiane, e la profonda crescente cordialità di rapporti che fra queste forze intercorrono. Tali rapporti Rommel 11 ha definiti « eccellenti sotto tutti i punti di vista » in particolare tra soldati, sottufficiali e ufficiali; in questo senso egli ebbe l'onore di riferire al Duce. Sulle qualità del soldato italiano che ha ricordato di aver conosciuto come avversario valoroso e cavalleresco 25 anni or sono sul fronte alpino, il maresciallo Rommel si è soffermato a più riprese, nelle sue dichiarazioni, completandole successivamente, nel corso del ricevimento da parte dei giornalisti italiani, con calorosi accenni anche a singoli episodi di eroismo come a quello veramente epico del maggiore Frongia, immolatosi sul combattutlsslmo fronte di Tobruk. «Il soldato italiano combatte con bravura e valore meravigliosi, è deciso a tutto e, quando disponga delle armi necessarie, sa compiere grandi cose. Numerosissimi sono 1 soldati italiani decorati con la Croce di ferro del Reich di primo e secondo grado e, nel caso, anzi, di un ufficiale superiore, con le insegne del cavalierato dello stesso Ordine. «Come soldato e come camerata — ha aggiunto Rommel — provo ogni volta la più viva gioia quando posso appuntare nel nome del Fuhrer le insegne al valore sul petto di un combattente italiano. Dal canto loro, so che i vostri soldati portano con orgoglio queste insegne, considerandole, quali esse effettivamente sono, distinzioni di speciale valore ». Nonostante le gravissime disfatte inferte al nemico, Rommel non ha detto una parola che intendesse sottovalutarlo. « I generali britannici battuti hanno evidentemente fatto quanto era nelle loro possibilità: in quanto ai nuovi elementi di comando cui ha fatto ricorso il nemico sul fronte nord-africano, essi sono per me senza precedenti e quindi non posso giudicarli. La condotta della guerra è comunque un'arte che esige una sensibilità sviluppatissima, qualche cosa come un sesto senso ». Circa un punto però Rommel non ha esitato ad esprimere un giudizio severo sui britannici, per quanto riguarda cioè talune loro purtroppo non rare manifestazioni che non soltanto denotano mancanza di cavalleria e di lealtà in combattimento, ma che confinano addirittura con il gangsterismo. Guido Tonella Il feldmaresciallo Rommel ti Intrattiene con I giornalisti Italiani a Berlino (Telefoto)

Luoghi citati: Alessandria, Berlino, Egitto, Tobruk