Quello che l'alunno tram può insegnare al maestro treno

Quello che l'alunno tram può insegnare al maestro treno Avvenire del Piemonte ferroviario Quello che l'alunno tram può insegnare al maestro treno Sairebbe assurdo pensare che le attuali benemerenze delle ferrovie possano ripagarsi, nel dopoguerra, con l'indifferenza e l'abbandono. Tuttavia il problema di mantenere all'esercizio ferroviario, sulle piccole distanze, una sfera di utilità, adeguata alle nuove esigenze, non sarà facile. Tra i nuovi mezzi per rinvigorire, al momento opportuno, la praticità di questo servizio, si può sin d'ora prevedere una sostanziale rielaborazlone del concetto basilare dell'esercizio ferroviario: quello della « linea ». Non è preeto l'impostare oggi il problema, perchè la sua soluzione presuppone un vasto materiale statistico e d'indagine, una profonda conoscenza di esigenze e d'aspirazioni locali; elementi che non si potranno improvvisare. Ed eccoci al vivo, con un esempio analogico. Che direbbero i torinesi di una organizzazione tranviaria che facesse di via Cernala un'unica linea a sè, nutrita di tante vetture quante assommano attualmente quelle delle varie linee da essa ospitate, ma tutte inizialiti il loro viaggio in piazza Solferino per finirlo a Porta Susa e viceversa, salvo altrettante linee di diramazione, con vetture ed orari indipendenti, per piazza Castello, corso Re Umberto, per via Consolata, per piazza Statuto, ecc.? I commenti non sarebbero fausti! Eppure la rete ferroviaria, soprattutto della regione piemontese, rappresenta, oggi, proprio un fenomeno di questo genere. Ac canto alle due arterie maestre del traffico (Modane-Genova; TorinoMilano) abbiamo un'estesa ramificazione minore, dove ogni tronco di binario compreso fra due determinate stazioni (che un tempo potevano apparire lontane, ma che oggi, sono reciprocamente a due passi) forma una linea a sè, riserbata con geloso esclusivismo al propri! convogli. I due capilinea (se non si tratta di una linea cieca di fondovalle) sono sempre stazioni comuni ad altre lince, sicché queste son tutte comunicanti: in teoria.dunque basta che il viaggiatore passi dall'una all'altra per raggiungere qualunque stazione della rete. Esempio pratico: il viaggiatore di Astiche voglia raggiungere Saluzzo (63 km. in linea d'aria) per la via più breve ed economica, non ha che da imbarcarsi per Castagnole Lanze; trasbordare per Bra-Cavallermaggioxe; trasbordare per Savigliano; trasbordare per Saluzzo. Se parte col primo, con pazienza e con provviste, prima di notte può essere a destino. Ed anche rassegnandosi alla via più lunga, dovrà sempre trasbordare a Torino e ad Airasca, oppure a Trofarello e a Savigliano. D quale trasbordo, a parte la seccatura per la persona e i bagagli, presuppone la famigerata « coincidenza », che se è stretta si perde, se è larga mortifica i nervi e gli affari. Il parallelo col servizio tranviario suggerisce il rimedio. Non tutti i passeggeri di via Cernaia hanno per mèta Porta Susa: e giudiziosamente l'Azienda vi convoglia varii tratti di linee divaricantisi, stabilite sulle abituali correnti di traffico. Sono pochi i tratti di binario urbano (esclusa qualche punta periferica) che non siano sede almeno di due linee diverse. Le rotaie insomma sono considerate come un semplice mezzo per combinare il maggior numero di itinerari: il tratto centrale e importante è servito non da una intensificazione di vetture, ma da un maggior numero di linee — ciascuna coll' adeguato modesto numero di vetture — che hanno in comune quel tratto. Ritorneremo sull'argomento. al. far. |

Persone citate: Esempio

Luoghi citati: Airasca, Bra, Piemonte, Saluzzo, Savigliano, Torino, Trofarello