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Il gangsterismo a Cuba prende nome di Fronte antifascista Il gangsterismo a Cuba prende nome di Fronte antifascista Estorsioni e ricatti a danno dei commercianti e deg|i industriali Santiago del Cile, 28 settembre. (S.l.A.) - Quel che sta avvenendo nella Repubblica di Cuba, specialmente nei riguardi dei cittadini delle Potenze dell'Asse, sorpassa l'immaginazione: le gesta dei « gansters » impallidiscono al confronto. Per un caso che non è del tutto fortuito e che non è ad ogni modo da attribuirsi ad una qualunque azione della polizia cubana, occupata a puntellare il seggio presidenziale del colonnello Ritinta, autoproclamatosi generale d'Armata, sono stati finalmente smascherati gli scopi aelittuosi della famigerata associazione cubana « Fronte antifascista ». Era un'associazione questa che dedica vasi esclusivamente a compiere estorsioni, ricatti 3i danni dei commercianti e industriali italiani e tedeschi, ai quili imponeva lo sborso di forti somme con la minaccia, se si fossero rifiutati ai denunziarli alle autorità dello Stato quali « simpatizzanti dell'Asse e nemici della democrazia ». Per vincere la resistenza al ricatto da parte del personale direttivo di una glande Compagnia lta!o-todesca per il commercio del petrolio, il « Fronte antifascista » non ha trovato di meglio che provocare lo scoppio di un grande deposito del combustibile situato alle porte della capitale cubana con conseguenti ingenti danni ai fabbricati vicini e vittime umane. Dello scoppio, per le male arti di agenti di polizia associati al criminale « Fronte antifascista », si fece risalire la colpa al direttore della Compagnia del quale fu chiesta l'espulsione e che fu posto in seguito sott'inchiesta dall'autorità governativa. L'opinione pubblica attribuisce ora apertamente il disastro ai recisi dinieghi opposti dal direttore alle sollecitazioni intimidatorie del « Fronte antifascista » di versare un forte contributo a favore della propaganda antitaliana e antitedesca nella Repubblica di Cuba.