Il fosco quadro fatto da Willkie della situazione sovietica

Il fosco quadro fatto da Willkie della situazione sovietica Il fosco quadro fatto da Willkie della situazione sovietica L'appello dell'inviato di Roosevelt per la creazione d'un secondo fronte non trova però alcuna eco tra gli alleati plutocratici Buenos Aires, 28 settembre. Dopo la sua nota e lunga anticamera al Kremlino, il signor Willkie venne finalmente ammesso, a quanto si è appreso sabato da Mosca, alla presenza di Stalin; e ciò solo dopo che i dirigenti sovietici si furono assicurati che il modesto inviato di Roosevelt avrebbe riferito con esattezza il pensiero russo sulla situazione e sul secondo fronte. Ecco infatti che Willkie ha consegnato una significativa dichiarazione scritta ai rappresentanti della stampa estera a Mosca. Senza sopravalutare in alcun modo la persona di Willkie, figura di secondo piano nella politica interna del suo paese, resta il fatto che la sua dichiarazione ufficiale è assai significativa, specie perchè, partendo da Mosca, non può non rappresentare, almeno in parte, la realtà della situazione locale. « A cinque milioni — ha dichiarato — ammontano i russi uccisi, feriti o dispersi; ad almeno 60 milioni gli abitanti nel territorio che era della TJ.R.S.S. e che ora è controllato da Hitler e dai suoi alleati. In Russia, questo inverno, i viveri saranno scarsi, e forse peggio che scarsi, il riscaldamento sarà sconosciuto in milioni di case russe, gli articoli di abbigliamento, eccetto quelli destinati all'esercito, sono quasi spariti, molti medicinali di vitale importanza non esistono più. E' facile stare comodamente seduti in America — ha proseguito Willkie — e leggere delle gesta dei russi della difesa di Stalingrado; ma io ho trovato difficile spiegare a un soldato russo, al fronte, perchè l'Inghilterra e l'America non vogliono tentare di combattere in Europa, attaccando direttamente la Germania. Il soldato non ha dimostrato alcun interesse alla enunciazione dei rischi a cui, secondo i nostri esperti, noi andremmo incontro. Sono convinto — ha concluso l'inviato di Roosevelt — che il migliore aiuto che possiamo dare consista nell'aprire, insieme alla Gran Bretagna, un secondo fronte in Europa. La prossima estate può essere troppo tardi ». Non è da credere tuttavia che questo estremo appello dei bolscevichi per bocca di Willkie emozioni oltre misura gli alleati pia tocratici. A quanto trasmette da Londra l'agenzia A/i, le dichiarazioni di Willkie sono si riportate in prima pagina e tutti gli articoli di fondo parlano della questione: ma in generale il tono è che bisogna lasciare alle autorità militari la libertà di prendere una decisione quando lo riterranno utile, senza affrettarsi. A sua volta il New York Times qualifica la dimostrazione organizzata a Nuova York dal partito comunista per la costituzione di un secondo fronte lo spettacolo più sciocco che si sia verificato ds. molto tempo a questa parte, e prosegue: «. Noi non combattiamo questa guerra per salvare la Russia; come del resto la Russia non la combatte per salvare noi. L'autopreservazione costituisce la prima preoccupazione della Russia e costituisce anche la nostra. La nostra auto-preservazione incita noi e la Gran Bretagna a non sacrificare inutilmente mezzo milione di uomini per il fatto che ammiriamo profondamente i coraggiosi difensori di Stalingrado ». ■ Che poi la situazione sovietica sia ancor più nera di quella dipinta da Willkie risulta da un editoriale del quotidiano sovietico Krasnia Zviesda affermante: «Il paese attraversa un grave momento. La situazione non migliora con dello stupido ottimismo fidando nell'estensione del nostro paese e nella possibilità della nostra organizzazione industriale. Gli obiettivi del nemico sono: 1) I giacimenti petroliferi; 2) Separare il nord della Russia dai territori meridionali; 3) Rendere impossibile la cooperazione degli eserciti sovietici; 4) Tagliare la via di comunicazione del Volga conquistando Stalingrado; 5) Proteggere il fianco dei suoi eserciti operanti nel Caucaso occupando la suddetta città; 6) Disporre delle grandi forze oggi impiegate contro Stalingrado per scatenare una nuova offensiva contro Mosca e Pietroburgo ». Pure affermando che l'avanzata tedesca è diminuita di velocità, il giornale scrive: « Soltanto gli imbecilli possono credere il pericolo diminuito per i Sovieti : invece aumenta ogni ora. Non debbono più verificarsi nuove ritirate: ogni ulteriore passo indietro aumenterebbe le difficoltà della lotta, provocherebbe nuove complicazioni del comando, sarebbe la nostra rovina ». Prima di lasciare Mosca, Willkie ha partecipato ad un banchetto d'onore offertogli al Kremlino da Stalin. Il caratteristico aspetto di un villaggio sovietico conquistato nel Cuban. (Foto Atlantic).

Persone citate: Hitler, Roosevelt, Stalin