DIZIONARIO

DIZIONARIO DIZIONARIO Sesso e carattere, n Gor- è un formaggio adulto. Giovane, si chiama Panerone: nome in verità inadatto a un infante, e che per di più ha il .torto di rammentare il nome di quel Paneroni, astronomo dilettante, il quale asseriva che la terra non gira intorno al sole, e andava scrivendo queste sue astronomiche asserzioni su per i muri di Milano. Pure, questo formaggio cosi potentemente maschio, il vocabolario lo chiama la Gorgonzola. Il Panerone, cioè a dire il Gorgonzolino, è bianco e grasso, delicato e umido come il ninf olD del vitello. Il Panerone è un formaggio impubere, se per pubertà, è lecito intendere fermentazione. Tra Panerone e Gorgonzola c'è tanta diversità, quanta tra una guancia imberbe e una guancia barbuta. Il Panerone è 11 Gorgonzola non messo ancora a fermentare nelle casere delle Prealpi, ove la fermentazione è accelerata talvolta con mezzi artificiali. Ma torniamo al sesso del Gorgonzola. Protagora d'Abdera, maestro itinerante come si diceva in principio, e sofista come si disse più tardi, riunì le sue ricerche grammaticali in un libro che si proponeva di esporre la sua teoria sulla Corretteza del linguaggio. Del resto, la correttezza era il pensiero dominante di Protagora, e un altro suo libro che trattava quistioni di etica, s'intitolava Del comportamento scorretto degli uomini. Delle tre sole considerazioni che ci sono rimaste del libro grammaticale di Protagora, una riguarda la parola greca collera Xmenis), considerata femminile e come tale usata anche da Omero nel primo verso dell'Iliade, « mentre, dice Protagora, il genere maschile le converrebbe meglio >. Teodoro Gomperz per parte sua, nel capitolo dedicato a Protagora de'.la sua monumentale opera sui Pensatori della Grecia, dice: « In nessun'altra parte del linguaggio, la formazione disordinata di esso si manifesta con altrettanta evidenza, come nell'assegnazione dei generi ai nomi delle cose. Molte famiglie di linguaggi hanno considerato un gran numero di oggetti inanimati come animati, e però 11 hanno fatti parte maschili, parte femminili. Questo fatto notabile deriva dallo stesso istinto di personificazione, che ha avuto così grande parte nell'origine della religione. A questo istinto propriamente detto si è aggiunto un sentimento estremamente fine e delicato dell'analogia, che ha considerato maschile tutto quanto ha attinenza con l'energia, l'attività, il vigore, la nettezza, l'asprezza, la durezza, e femminile tutto quanto ha attinenza con il riposo, la passività, la calma, la dolcézza, la mollezza ». Platone Nostra mostruosità vedeva nella Medusa il simbolo della natura sensuale dell'uomo. Ruskin asserisce che Carpaccio ha messo questo medesimo concetto nel drago del suo San Giorgio. Un giorno Ettore Romagnoli m'insegnò a riguardo della Medusa un particolare citato da Pindaro e che io non conoscevo. Mi disse che ogni mille anni la Medusa si libera per volontà degli dei della sua natura di mostro, ritrova per lo spazio di una notte quella natura di vergine bellissima e pura che era stata la sua prima che Poseidon la seducesse, c canta per tutta quella notte un canto di una tristezza infinita, di un infinito ricordo. Il numero mille, come si sa, è numero sacramentale: anche nelle mummie, 10 spirito di vita si doveva risvegliare in capo a mille anni. Le parole di Romagnoli m'impressionarono profondamente, risvegliarono in me il ricordo di una misteriosa coincidenza, da me ignorata fino a quel giorno. Perchè il passo di Pindaro che riguarda la millenaria riumanizzazione della Medusa, Romagnoli me lo insegnò nel 1920, e dunque nel 1912 io non lo conoscevo ancora, quando scrivevo la musica del mio balletto Perseo, su azione coreografica di Michele Fokin, e agli urli terrificanti della Medusa facevo seguire un canto lunare e nostalgico, a significare il dolente ricordo nel mostro del suo stato primitivo. Ma... il desiderio che hanno i mostri di ritrovare la purezza primitiva, è forse un nostro desiderio istintivo, un desiderio comune a tutti noi, un desiderio oscuro e nascosto ma latente in ogni uomo, di ritrovare, noi mostri giacenti sulla terra, una nostra originaria natura angelica, e che un poco si sveglia in taluni di noi di più chiara coscienza; e però... quel medesimo ■£ istinto » avrà ispirato a me 11 canto nostalgico dell'anguicrinita, che ispirò a Roberto Luigi Stevenson la doppia natura del dottor Jekyl. Di notte, nel gran silenzio di là dal mondo, sia che mi trovi in città nel canale di pietra di una via deserta fra case dalle persiane chiuse dietro le quali sudano nel sonno i dormienti e gemono come bambini malati; sia che mi trovi nel mio studio con l'universo mio sul foglio di carta e l'infinito desolato dietro le mie spalle e la voce di un uomo o di una donna o di un cane mi arrivi di passaggio da fuori come voce che entra nel sogno, sia che mi trovi a Ietto come in una barchetta galleggiante sullo sconfinato oceano del nulla, sempre io mi sto con l'orecchio teso, nell'attesa del canto dolcissimo e amarissimo assieme di Medusa riumanizzata. Misteri della periodo * della vendemvendemmia niia. il vino degli anni precedenti, che i suoi proprietari credono addormentato dentro le bottiglie e le botti, s'inasprisce invece e inacidisce. Si dice allora che il vino « va in amore >.

Luoghi citati: Gorgonzola, Grecia, Milano