Pensieri mattutini di Riccardo Forte

Pensieri mattutini Pensieri mattutini BARCELLONA, settembre. Erano le otto di mattina, l'ora in cui in Ispagna la maggior parte della popolazione dorme; ma a Barcellona è un'altra cosa, 1 Catalani son metodici e ragionatori, e amano le abitudini sane. Uscii] sulle ramblas; c'era già molta gente fuori; avevo fame perchè all'albergo non m'avevano potuto dar pane insieme al caffè e latte; era una giornata senza pane come ve ne sono spesso in Ispagna. Camminai dunque fino a raggiungere il porto e mi sedetti a un caffè. Era una giornata fredda di agosto, la prima giornata dall'aria leggera, umidiccia, frizzante, sembrava che l'estate se ne fosse andata via di colpo dopo alcune settimane grevi ed afose, o piuttosto che fosse venuto un anticipo dell'autunno. SI, era una giornata autunnale di agosto. Intorno al monumento a Cristoforo .Co'ombo che è nel centro del porto girava una folla spicciola e rara di gentucola affaccendata a cose precise, brevi, umili. Che lezione mi dava quella gente! Meccanici in' tuta portavano una macchinetta tartassata che aveva fatto la guerra a un'officina militare vicina; passavano autocarri carichi di carta straccia da macero e poi uno pieno di pneumatici recuperati sulle auto mobili fuori uso. Ognuno di quegli uomini aveva un compito serri plice e limitato alla giornata. Non c'era nessun finanziere, nessun deputato, nessuno scrittore. E quella gente che non viveva di parole ma di piccole cose aveva come sfondo uno scenario dei più singolari che l'umanità futura potrà immaginare. Noi duriamo fatica a ricostruire col pensiero i periodi di lotta, di transizione, di travaglio che la storia ci prospetta. Diciamo: ma com'era? Come si viveva in una giornata di quel • tempo in cui si facevano cose tanto grandi? Quale poteva essere l'aspetto della nostra città in giorni cosi tumultuosi? Ed ecco quello che era l'aspetto di Barcellona In una mattina d'agosto del 1942. Davanti al monumento di Colombo, erano i piccoli battelli che fanno il giro del porto, fermi, per che il servizio è stato sospeso: le spie, )a •guerra, i doveri della non belligeranza... Accanto a quelle imbarcazioni disoccupate era un battèllo più grande, tutto bianco, di quelli che vanno fuori del porto in gite di piacere; fermo anch'esso da almeno un anno. Più-a sinistra, un bastimento che era stato tratto dall'acqua allora allora: di quelli affondati dall'aviazione durante la guerra civile, e tutto incrostato di muggine del mare, come se le parti lignee della nave si fossero pietrificate, Più indietro, lungo un molo, erano due .navi col solo scafo, ridipinte di fresco: su quella più lontana balenava1 di tanto .in tanto la" fiamma ossidrica. Anche quelle erano state tirate su dal fondo del mare, e. gli operai cercavano di rimettere a nuovo le chiglie, per affidarle poi agli armatori. I ma gazzlnl lungo , il porto erano di strutti, sventrati. Dietro di me, sui due lati d'un vasto edificio di cui non esisteva più che un murlcciuolo di cinta pietosamente edificato intorno alle rovine, erano dipinte a lettere di scatola le parole: «Lotta per una Spagna migliore, partecipando all'Ausilio sociale ». Ed erano parole vere, parole giuste ed umane dalle quali esulava ogni più lieve accenno di irò nia e non c'era nulla che urtasse in quell'appello a una vita migliore sorgente da un mondo di rovine. L'uomo veramente nel male geme e anela il miglioramento tanto ììbìco che spirituale. Cominciò a piovere, é su quei muri croi-lanti, sulle case sventrate si stese la patina nera dell'acqua, che tutto confende in una silenziosa e dolce tristezza. Pensavo: anche dopo questa guerra, l'attuale, vi saranno portdistrutti, città rovinanti, e un mondo nuovo sorgerà da essa come è nata qui una nuova SpagnaOgni guerra si fa perchè nasca un mondo nuovo: e chi fa. la guerra, chi ne patisce il duro prezzoignora il valore Immenso del suo gesto, che permette l'avvento dnuovi tempi, che spazza vecchie scorie. Nessuno può innanzi tempo annunziare con esattezza le linee del mondo che si preparaCosi la madre che porta nel grembo una creatura non può dire dquale colore saranno i suoi capelli, nè figurarsi le abitudini e i pensieri del figliolo. Eppure la madre vive e soffre perchè quefiglio compia certi atti, certi gestche ella non può neppure immaginare. La vita della madre, gl'Incidenti delle sue giornate sono uno dei fattori della vita futura. Cosmio padre quando viaggiava per tutta l'Italia trasportando disagevolmente la sua famiglia secondo gli ordini di un'amministrazione da una città all'altra, ignorava che forse uno degli scopi di quesacrifici era di dare ai suoi figlfin da bambini la conoscenza e la pratica degli ambienti e delle umanità diverse. E se un giorno io sapessi scrivere quella pagina che sogno di scrivere, raccogliendo ifrutto delle osservazioni e della vita in. mondi opposti, lo dovrepure in gran parte a quelle dure in apparenza sterili fatiche. Cosi il giorno di oggi prepara quello di domani e non vi è alcuna sofferenza che sia inutileAnche se Ignoriamo 11 fine future ultimo delle cose che ci soncomandate, sappiamo che esse nopossono avere che lo scopo voluto da Dio. Non domandiamocse le cose avrebbero potuto svolgersi in un altro modo, se nosappiamo neppure quale è la flsonomia vera e definitiva delle nostre giornate. Una sola cosa cè nota, ed è che ogni sacrificioogni obbedienza, ogni gesto eroicod elevato, ogni azione buona Isè conserva un valore permanente, è buona anche cinquantanni dopo, nel ricordo, negli effettin se stessa. Facciamo 11 nostrdovere. Riccardo Forte

Luoghi citati: Barcellona, Ispagna, Italia, Spagna