LA TERZA VIA

LA TERZA VIA CAPITALISMO E COMUNISMO LA TERZA VIA In un recente volume di 410 pagine un economista tedesco, Guglielmo Ròpke, cerca anche egli una terza via tra il capitalismo e il comunismo. Questa opera ha suscitato un certo interesse tra noi per la segnalazione e il commento che ne ha fatto Luigi Einaudi. Non sono mai mancati, specialmente nei momenti più drammatici della storia del mondo, i cercatori di una terza via. A giudicare dalle ventiquattro pagi ne che l'Einaudi dedica all'ope- ra nella sua rivista di storia economica non pare che il RSp ke abbia tenuto presenti alcu ni dati storici di non dubitabile importanza. La necessità e la possibilità di una terza via tra il eapitalismo storico e il comunismo sono state tempestivamente, e con un'assoluta priorità, affermate da oltre venti anni, sul terreno della lotta e della costruzione politica, da Benito Mussolini e dalla Rivoluzione Fascista. E neppure sembra che si possa trascurare l'orientamento della Chiesa Cattolica sulla questione sociale, precisato in documenti ufficiali di alta risonanza spirituale e politica. Anch'essi, benché concepiti in funzione universale, hanno tratto la loro origine da Roma. E non è neanche mancata in Italia, nell'ordine più modesto degli studi economici, una scuola, quella di Giuseppe Toniolo, generatrice di alte ispirazioni, che additava appunto in una solidarietà corporativa, animata da spirito cristiano, la via per guarire la società dal capitalismo in atto e per evitare i pericoli del comunismo. Queste nostre impostazioni, e le conseguenti attuazioni politiche, possono essere utilmente fatte presenti, perchè appunto dall'Italia sono venuti solenni ammonimenti e impegnative esperienze che; se non hanno raggiunto pienamente lo scopo divisato, deve farsene addebito alla sopravvivenza delle infiltrazioni capitalistiche e alle insorgenti straordinarie difficoltà dei tempi. Dalla constatazione degli elementi più-deteriori della società contemporanea il Ròpke progetta, per risanarla, un regime di concorrenza disciplinata. A noi tale proposta non sembra una grande novità, perchè il problema della conciliazione della libertà economica col pubblico interesse ha tro- vato la sua risoluzione legislativa e politica nei nostri più importanti documenti, dalla Carta del lavoro al discorso del Campidoglio. Salvare la concorrenza dalla sua degenerazione capitalistica è un problema che il Fascismo non si è mai nascosto, e nel quale ha assunto non equivoci orientamenti. Luigi Einaudi rappresenta, georgicamer.te, la concorrenza come un arboscello delicato, che deve essere difeso con affetto contro le malattie dell'egoismo e degli interessi particolari. Si vuol dire con ciò che la concorrenza non sta in piedi da sè, se lo Stato non la difende e non ne tutela la fragile esistenza. Sarebbe forse più utile e di maggior rendimento concreto sostituire alle nostalgie, alla critica e ai disegni che non hanno ancora trovato il loro innesto politico, una collaborazione a quanto si sta già facendo e a quanto è nel nostro proposito di fare. Di fronte al capitalismo anglo-americano e al comunismo russo, naturalmente alleati, due popoli e due regimi stanno appunto lottando per la terza via, la quale ha un contenuto più vasto di quello economico ed esige pertanto la sua propria maturazione spirituale. Ma un ordine del mondo diverso dall'attuale non può evidentemente costruirsi s.e non tenendo conto delle esigenze della realtà tecnica e delle conse guenze che si possono avere dal contrastarla. La visione avveniristica del Ropke — diffusione del tipo contadinesco, moltiplicazione della piccola proprietà, decentramento industriale, sviluppo dell'artigianato e delle medie e piccole intraprese, eli minazione dei colossi capitali stici e societari — implica problemi di trasformazione e di adattamento di non piccola portata, e che non possono essere affrontati che con la piena consapevolezza delle difficoltà e col ritmo che esse impongono. Da questi accenni si trae la convinzione che è preferibile innestare le proprie aspirazioni e le proprie tendenze riformistiche negli ordini già costituiti, e portarvi il contributo della passione e della saggezza: operare dal di dentro. Se tutti gli uomini si mettessero a progettare l'avvenire e ciascuno a modo suo, ci sarebbero molti più o meno interes-santi dibattiti, ma intanto la corrente della storia continuerebbe inalterata. Siamo tutti convinti della fondatezza delle critiche mosse al capitalismo e al comunismo, cui il Ropke ha voluto dedicare una altra opera particolarmente meditata. Siamo anche convinti, insieme col suo autore e col suo commentatore, che nulla è fatale nella storia, e che essa è creata dalla volontà. Il volontarismo è stato appunto pur esso sin dall'origine un principio fascista contro l'imperante determinismo. Ma anche ciò pare sia sfuggito al professor Ropke. Alberto de' Stefani Ritorno dalla battaglia: come è rientrato alla base un aereo tedesco da combattimento

Persone citate: Benito Mussolini, Einaudi, Giuseppe Toniolo, Guglielmo Ròpke, Luigi Einaudi, Ropke

Luoghi citati: Italia, Roma