Com'è stato infranto a Tobruk l'ambizioso piano nemico

Com'è stato infranto a Tobruk l'ambizioso piano nemico CRONISTORIA DELLA DIEPPE AFRICANA Com'è stato infranto a Tobruk l'ambizioso piano nemico La notte del 13 il primo sbarco era avvenuto a Marsa Sciausc; l'indomani alle 8.30 il nemico era stato spazzato dalla terra e dal mare ona di operazioni, 17 settembre. La vicenda di Tobruk è già noa. La miseranda fine dell'imprea nemica di forzare la nostra ase cirenaica nonostante il grane spiegamento di mezzi, rappreenta un insuccesso di notevole ortata, soprattutto dopo lo scaco morale di Dieppe. L'attacco aereo Per quanto già nota, questa vienda merita di essere ricostruita dopo una ricognizione « in loco » atta sotto la guida di coloro che ono stati additati alla Nazione come protagonisti principali della pronta tenace infrangibile resitenza italiana. La sera del 13 ebbe inizio alle ore 21 l'attacco aereo. La sua vioenza era particolarmente singoare, sia per il numero degli aerei che le nostre fotoelettriche e le nostre batterie dovevano mantenere a debita altezza, sia per 11 numero delle bombe lanciate. Successivamente nella notte giunse al Comando la notizia che un repar o nemico era sbarcato dal mare Marsa Sciausc, cioè a levante del porto di Tobruk. Il nemico era riuscito a prendere momentaneamente possesso di una nostra postazione. Questo è stato l'unico successo che abbia potuto realizzare l'avversario, poiché immediatamente il dispositivo di difesa adottato dal Comando taliano fin dal giorno successivo alla rioccupazione di Tobruk entrava in funzione paralizzando la tentata sorpresa e stroncando poi l'attacco. La zona era posta subito sotto il fuoco delle nostre batterie e circondata nel contempo da reparti del battaglione « San Marco ». La piccola baia di Marsa Sciausc è una delle tante innumerevoli baie che frastagliano il ciglione roccioso circoscrivente la grande baia di Tobruk: una insenatura di pochi metri, dove 11 nemico ha potuto spingersi, favorito dal buio della notte illune e dal rumoroso sciabordio delle onde contro la scogliera. A questo punto ci viene illustrato come gli uomini del battaglione « San Marco » siano riusciti a incapsulare prima e a sopraffare poi il nemico quando tentava di spingersi verso ovest. L'avversario era immediatamente attaccato ed era costretto ad asserragliarsi in una piccola casa, in attesa che l'attacco contro la piazzaforte si sviluppasse, e chiamasse altrove i nostri marinai, che frattanto attaccavano e attorniavano da ogni lato la casetta. Presa sotto il fuoco delle nostre armi questa piccola casa fu percossa fino a che l'avversario all'alba non si decise alla resa. Trentadue uomini furono cosi catturati, tra cui un ufficiale, mentre molti erano i morti rimasti sul terreno. Gli sbarchi a ponenteFin dal primo sintomo di attacco l'ammiraglio Lombardi aveva assunto il comando della difesa, coordinando l'impiego di tutti i mezzi disponibili sia navali che terrestri. Tutto ha funzionato alla perfezione. Alle ore 2 giunse una notizia che confermava lo sviluppo previsto dell'attacco. Il nemico era sbarcato in forze anche a ponente, a Marsa El Auda. Lasciamo Marsa Sciausc e raggiungiamo l'altro punto che con la località già visitata delimita lo spazio entro il quale il nemico ha posto in atto il suo piano. Anche qui la costa presenta le medesime caratteristiche. Il mare si addentra nelle piccole baie che frasta-fliano il ciglione. Ci viene spiega,o che questo è il punto dove il nemico era riuscito a penetrare maggiormente, dopo lo sbarco, per duecento metri. Ma l'avversario non andò più in là, mentre lo sbarco effettuato nella baia di Marsa El Auda era perfettamente contenuto. Il nemico aveva tentato di raggiungere il forte Perrone, ma la sua azione veniva violentemente contrastata. Prima il fuoco del forte e poi quello dei reparti dell'Esercito lo paralizzarono anche qui. All' alba tutto era liquidato. Quasi immediatamente unità veloci navali vennero avvistate mentre procedevano verso le ostruzioni del porto. I nostri mezzi di vigilanza intervennero immediatamente e respinsero un primo, un secondo e un terzo attacco. Molte unità vennero colpite, mentre le altre invertivano la rotta per raggiungere le navi da guerra che, cessato il bombardamento-aereo, avevano aperto il fuoco contro la nostre batterie costiere. Le ostruzioni inviolate Non un solo mezzo veloce nemico è riuscito a forzare le ostruzioni. Al contrario le nostre batterie da marina avevano già inquadrato e centrato alcune navi. Il sistema difensivo di Tobruk ha funzionato in pieno. La prima prova di ciò ce l'offre l'avversario stesso. Infatti le unità da guerra che fino a quel momento ayevano limitato la loro azione contro le batterie costiere per non colpire i reparti da sbarco, che avrebbero dovuto raggiungere il porto, ora sparavano disordinatamente sulla città. Evidentemente il nemico 'era già conscio del fallimento dell'impresa. All'alba le notizie pervenute al Comando riferivano che tutti i reparti nemici erano stati incapsulati. Le forze in loco erano state più che sufficienti per eliminarle, cosicché le riserve pronte fin dal primo momento fecero a meno di intervenire. Intanto sul mare al chiarore delle prime luci del giorno si vedeva un'unità nemica in preda alle fiamme che si allontanava lentamente verso nord-est. Un'altra unità ripetutamente colpita a poppa era rimasta immobilizzata e metteva in mare le imbarcazioni di salvataggio. L'ammiraglio Lombardi allora impartì l'ordine alle siluranti di uscire dal porto, di inseguire il nemico e nel contempo di apprestare i mezzi leggeri che procedevano al rastrellamento della zona e al ricupero dei naufraghi. Alle 8,30 il nemico era già stato completamente spazzato dalla terra e dal mare. Un ora dopo Tobruk- riprendeva la sua normale attività di guerra.

Persone citate: Lombardi, Perrone

Luoghi citati: Marsa El Auda, Tobruk