Barricate nelle vie di Calcutta e tumulti e massacri in numerose località

Barricate nelle vie di Calcutta e tumulti e massacri in numerose località LE AGITAZIONI PATRIOTTICHE IN INDIA Barricate nelle vie di Calcutta e tumulti e massacri in numerose località Gli indiani rifiutano di far parte del "Commonwealth,, britannico e continuano la lotta per la cacciata degli oppressori Bangkok, 12 settembre. Secondo notizie provenienti da Bombay la situazione nelle Indie diventa sempre più torbida e i conflitti, i disordini, i tumulti, le dimostrazioni, le proteste, che negli scorsi giorni sembrava fossero diminuiti di numero e di intensità — hanno ripreso ovunque con maggiore violenza. « Gli indiani non si fanno illusioni e non vogliono farne agli inglesi — ha detto stamane « radio India libera ». Nessun compromesso Tutte le proposte del governo di Londra che parlano di Commonwealth e di altre combinazioni del genere verranno recisamente respinte. Essi continueranno la lotta, pronti ad ogni sacrificio, fino a quando l'India, veramente libera ed indipendente, non sarà arbitra del proprio destino >. L'avversione per gli oppressori è ormai diffusa in tutto il paese: le autorità inglesi con la loro incomprensione, con le misure repressive, le ammende, le perquisizioni, gli arresti e le flagellazioni, le esecuzioni sommarie, la stanno facendo diventare odio, sicché anche quei patrioti indiani che non erano favorevoli a metodi di violenza, adesso partecipano al movimento di rivolta che dilaga per le vie e le piazze di città e di villaggi e che si riassume, nel grido: «fuori gli inglesi! ». A Calcutta l'arresto di uno studente che distribuiva manifestini n.itinglesi ha suscitato un tumulto. La folla, esasperata dal contegno della polizia che aveva cominciato a distribuire bastonate alla cieca, ha assaliti i negozi degli inglesi, tagliati i fili dell'energia elettrica per impedire la circolazione dei tram, e rovesciate delle automobili, le quali, insieme ad alcuni autocarri, sono servite a costruire una, barricata. La truppa, accorsa, ha fatto ripetutamente fuoco. I dimostranti hanno risposto con una pioggia dì sassate mentre da alcune finestre venivano gettati sui soldati oggetti d'ogni genere e specie. Due carri armati hanno alla fine sfondato la barricata mettendone in fuga i difensori che si sono sbandati a piccoli gruppi nelle strade vicine dove hanno avuto luogo altri incidenti e conflitti più o meno gravi con la polizia la quale ha operati numerosi arresti. Altro grave conflitto si è svolto a Chabor, non molto lontano da Bombay. Il posto di polizia di questa località è stato" attaccato e circondato da una folla di parecchie migliaia di persone che reclamavano la liberazione dei patrioti arrestati perchè si erano rifiutati di pagare l'ammenda imposta al paese. Gli agenti si sono chiusi nell'edificio dalle finestre del quale hanno cominciato a sparare sui manifestanti. Quando, da Bombay, è giunta una sezione di autoblinde che ha liberato i poliziotti assediati, quattro indiani giacevano al suolo morti e 15 erano feriti. I moti nel Bengala L'agitazione è particolarmente violenta nella provincia del Bengala il cui presidente, sir FazluHay, ha voluto fare il tentativo dristabilire la calma parlando per radio agli indiani che nei giornscorsi hanno divelto in più località i binari della ferrovia, invaso e bruciato due stazioni e abbattuto tutti gli impianti delle segnalazioni ferroviarie, sicché il movimen to dei treni è praticamente impossibile. Egli ha detto una quantità di belle parole, ma ha avuto il torto di terminare invitando gli indiani ad avere fiducia nella giustizia inglese. «Vi parlo a nome del Viceré — ha concluso Fazlul Hay. — Se porrete fine al movimento di disobbedienza voluto dal congresso, vi sarà resa giustìzia! ». Il risultato immediato di questa infeice concione è stata una ripresa di manifestazioni anti inglesi in tutta la provincia. Due posti di polizia sono stati attaccati ed invasi da gruppi di indiani che hanno liberato 35 patrioti detenuti. A Kolapa, durante un comizio ndetto per protestare contro la ammenda di 10 mila rupie inflitta alla città, è stato innalzato un pallone frenato al quale era appeso una specie di stendardo su cui era scritto a lettere cubitali: « Non pagheremo! ». Una diecina di giovani indiani trattenevano 'aerostato per mezzo di una lunga fune, mentre la folla ripeteva n coro: «Non pagheremo! non pagheremo! ». La polizia ha eseguito una carica. Una zuffa si è mpegnata .'-ccanitissima tra i giovani indiani che trattenevano il pallone ed i poliziotti. Ad un tratto gli indiani hanno mollato e 'aerostato si è innalzato con un balzo nel ciclo ed è rapidamente scomparso trascinando uno degli agenti che rimasto attaccato alla fune si dibatteva furiosamente nel vuoto. Si ignora dove l'aerostato sia andato a cadere. Nel corso di una manifestazione a Bihar, la polizia ha aperto il fuoco ed un certo numero .di persone sono state uccise o ferite. I disordini continuano in tutto il distretto. Tre morti ed una dozzina di feriti si devono registrare a Silogari, provincia del Bengaladove x poliziotti hanno aperto il fuoco contro la folla che stava per assalire la stazione di polizia. Nel distretto occidentale di Kandesh, nel corso di una manifestazione di indiani, la polizia ha fatto uso delle armi uccidendo quattro dimostranti e ferendone quindici. pari di tutti gli altri partiti dell'India. Tutti i mussulmani dell'India guardano agli inglesi come ai peggiori nemici di tutto il mondo islamico e desiderano ardentemente che l'India raggiunga la sua completa indipendenza. I mussulmani non rimasero mai indietro nella lotta per la conquista della libertà. Il messaggio conclude: «Eminenza; a nome di tutti i mussulmani dell'India vi facciamo solenne promessa che combatteremo fino in fondo per l'indipendenza della nostra patria e che non saremo secondi a nessuno in questa lotta per la libertà dell'India». (Mondar) ' Popolane russe che osservano con devozione immagini sacre distribuite dai nostri soldati (Telefoto R. G. Luce)

Persone citate: Fazlul Hay