80 posti gratuiti a Ghianciano per infermi bisognosi

80 posti gratuiti a Ghianciano per infermi bisognosi ti generoso gesto di un bielìese 80 posti gratuiti a Ghianciano per infermi bisognosi Fra le città d'acque e le stazioni Ai cura ond'è così ricca -e varia l'Italia, grande rinomanza Ita conseguito Chìanciano, occhieggiantc fra i clivi in quel di Siena, là ove l'opima Toscana tende la mano all'Umbria verde. La fama di Chìanciano, per la cura dei mali epatici, è assai antica. Si dice che alla sua fonte bevesse Porsenna, ed è da credere che ne avesse giovamento, se il ricordo ne è rimasto. Comunque sia, l'efficacia dell'acqua — Acqua santa ì'hàn chiamata i paesani da tempi immemorabili ed anche il nome è rimasto — è confermata da secoli d'esperienza, da migliaia e migliaia, centinaia di migliaia, forse milioni di casi: gente quasi prodigiosamente restituita alla vita ed alla gioia di vivere, uomini e donne già in età matura i quali, dopo due soggiorni a Chianciano in due anni consecutivi non si capacitano d'aver potuto trascorrere tutta una giovinezza fra sofferenze, quando il rimedio era là, cosi vicino, così facile da raggiungere, per chi abbia, beninteso, danaro da spendere. E qui era, purtroppo, il neo, nel presupposto principe della cura: danaro da spendere. Chianciano si è andata, specialmente in questi ultimi anni, splendidamente attrezzando. Oh non si pensi, per carità — l'incappai e in questi errori è tanto facile! — alle mondanissime città d'acque straniere, popolate, durante la stagione, da una folla chiassosa ed ultra-elegante, ove i malati autentici non sono che una esigua, trascurabile minoranza, considerata con curio sita e con un tantino di sopportazione dai molti i quali si divertono: Chianciano, come tutte le consorelle italiane, e un luogo di cura serio, dove si va a cercare nuli'altro che sollievo e guarigione, L'attrezzatura cui accennava mo è, quindi, quella d'un luogo di cura: vi sono circa ccntottania fra alberghi e pensioni, raggruppati in vicinanza delle Terme, due cinematografi, uno dei quali con palcoscenico per allestire spettacoli di prosa o d'arte varia. In tempi normali si danno anche concorsi ippici, ma il campo, vastissimo, è oggi occupato da coltivazioni di guerra. Mancavano sino ad oggi quelle provvidenze che lo Stato ha ordinato altrove, a favore dei bisognosi di cura non abbienti. Chi non era in grado dì pagarsi il soggiorno sia pure in una modesta pensione, doveva rinunciare alla cura di Chianciano. Almeno alla cura sul posto, la quale è la sola veramente efficace. Il Demanio, il quale attraverso un'azienda da esso controllata, ha in questi ultimi anni acquistato varie terme in Italia ed anche Chianciano, sta affrontando il problema d'una più completa e adeguata attrezzatura scientifica, termale, sanitaria, alberghiera ed anche la questione delle cure gratuite — già risolta dal Regime a Montecatini, Salsomaggiore, Rccoaro — era già sul tappeto, quund'ecco un fatto nuovo è venuto a semplificare ed accelerare le cose. Già da tempo si sussurrava a Chianciano d'un signore il quale, essendo proprietario d'un grande albergo e di altri stabili in quella città, del valóre comi>lessivo di tre milioni, s'era offerto di donarli allo Stato, perchè fosse istituita una opera dotata di posti-letto annui da mettere a disposizione dei malati non abbienti. La notizia era esattissima. Il munifico signore non è un mito, ina un uomo in carne ed ossa, ha nome Tommaso Ramella Votta ed è un noto costruttore bielìese, il quale ha eseguito appunto a Chianciano la massima parte dei suoi lavori. Lo Stato, fatta eseguire una attenta perizia, ha potuto accertare la consistenza del patrimonio ed ha deliberato di ac cettare la donazione e le condìzio ni. I posti-letto annui, con vitto e cure completamente gratuiti, sono cento, ottanta dei quali, per esplicita condizione posta dall'ino. Ramella, debbono essere assegnati alla città di Torino, dicci a Biella e dieci a Siena, capoluogo della provincia ove siede Chianciano. Codesto reparto assistenziale, il quale sarà intitolato al nome della compianta signora Ramella Votta, madre dell'ingegnere, sarà incluso nel fabbricato che l'amministrazione dovrà costruire per fini pia generali allorquando le condizioni del mercato edilizio lo consentiranno; nel frattempo sarà adottata una soluzione provvisoria la quale consentirà ugualmente di ospitare a Chianciano un certo numero di malati. I cento posti sono ormai assicu rati, ma è nei voti, così del dona tare come delle città interessate, che a guerra ultimata, superate le difficili contingenze presenti, questo numero possa essere elevato <a 300. cosa che l'alto valore della donazione può permettere, nel quale caso a Torino spetterebbero 200 posti, 50 a Biella e 50 a Siena. Appena conosciuta la determinazione della commissione generale del bilancio, il Podestà di Chianciano, medaglia d'oro Giùlietti, ha pubblicato un manifesto additando all'ammirazione ed alla, riconoscenza dei chiancianesi il generoso gesto. Sappiamo che an che il Podestà, di Torino si è reso interprete dei sentimenti di gratitudine della città, specialmente favorita. I piemontesi, i quali furono sempre all'avanguardia della assistenza sociale — si ricorda che un reparto con fini analoghi fu per la prima volta istituito ad Acqui per il personale interessamento di Re Carlo Alberto — sono giustamente orgogliosi della nuova iniziativa.

Persone citate: Carlo Alberto, Ramella, Ramella Votta, Tommaso Ramella, Votta