L'offensiva germanica si allarga

L'offensiva germanica si allarga L'offensiva germanica si allarga Berlino, 11 settembre. Ogni giorno che passa dimostra iti modo sempre più evidente che il campo di battaglia di Stalin- grado è, per così dire, l'epicentro^di una gigantesca serie di azioni belliche che infuriano da Rscev a Novorossiisk e da Voronez a Grosny. I combattimenti per l'espugnazione della fortezza di Stalingrado, in altre parole, non sono oggi che l'episodio più importante nel quadro generale delle operazioni. La notizia sul raggiungimento del Volga a sud di Stalingrado (in una località a circo 15 chilometri a sud della città) diramata oggi dal bollettino germanico, chiarisce definitivamente la situazione odierna nella battaglia del Volga. Il fiume gigante, la « vena aorta » della .Russia è ormai controllato in due punti dalle artiglierie germaniche. Ciò significa che i vantaggi strategici che il Comando germanico si riprometteva fra Volga e Don, sono definitivamen te raggiunti. II controllo del fiume A nord di Stalingrado, le forze germaniche sono attestate lungo la riva deatra del Volga per una cinquantina di chilometri; a aud della città, invece, la reale situa zione è meno nota, sia per la estre ma riaervatezza del Comando germanico, aia perchè troppe notizie contraddittorie sono state dira mate. Comunque sia, resta oggi stabi Ufo die il Volga ha cessato di es sere la grande arteria che rifor niva di sangue umano e c*ì cannoni il fronte caucasico, ha finito di essere il grande oleodotto natii rale che alimentava la colossale macchina di guerra sovietica con i petroli del Caucaso. Questo, non solo per il controllo che mantengono le artiglierie piazzate sulle rive del fiume ma anche per la sorveglianza che le ali crociate mantengono quasi indisturbate sul corso del fiume, dal gomito di Stalingrado fino al delta. Dal notiziario supplementare diramato quelita sera dal Comando germanico si apprende infatti che l'aviazione germanica, non solo ha colato a picco e danneggiato varie navi in navigazione sul Volga, ma ha anche preso di mira la ferrovia Astrakan-Saratov, producendo gravi danni e fracassando due treni carichi di materiale bellico. Il fronte del Caucaso è quindi isolato. E la notizia riveste tanto maggiore importanza, in quanto dal Bollettino odierno si apprende ufficialmente che lo schieramento germanico del Terek è nuovamente passato all'offensiva. Sugli obiettivi di questa azione di attacco parleremo in seguito. Abbiamo detto che il campo di battaglia di Stalingrado deve essere considerato, come l'epicentro di un complesso di battaglie. Infatti, oltre i combattimenti in cofso a cavallo del Terek e ad oriente di Novorossiisk, vengono segnalate azioni offensive germaniche anche nel settore di Rscev e in quello di Voronez. Dunque, almeno per il momento, la furia offensiva sovietica nel settore centrale si è esaurita e non riesce eccessivamente difficile capirne le ragioni, dal momento che si apprende che nuove forze sono state lanciate da nord contro gli sbarramenti fra il Don e il Volga. Da Rscev a Voronez La notizia che a Rscev le trupI pe germaniche sono passate all'atI tacco — sia pure per azioni di carattere locale — e ufficiale essendo data dal Bollettino. Quanto all'azione offensiva in corso nella zona di Voronez, le cronache ufficiali sono mute. Ora noi non siaI mo in grado di sapere quali forze germaniche siano passate all'at tacco e tanto meno «e si tratti di un'offensiva a fondo. Però è evi dente che un'azione partente da Voronez — ora che grandi forze sovietiche si sono spinte nel vertice meridionale dell'angolo formato dai corsi del Don e del Volga —'■ non potrebbe non avere carattere di eccezionale importanza. Comunque, su questo punto è meglio attendere % prosarmi sviluppi delle operazioni. Come appare da tutte queste notizie, il campo di battaglia di Stalingrado è veramente il centro di vaste e complesse operazioni che nel corso delle prossime settimane prenderanno sempre maggiore sviluppo. E' necessario ora dividere crliatcdcsi i e i o i combattimenti in corso nel settore di Stalingrado in due gruppi: l'uno comprende tutti gli scontri, i duelli dì artiglieria, gli assalti alla baionetta che hanno luogo attorno alla città di Stalingrado e che, prima o poi, si coroneranno della conquista di tutte le case, che, a quanto pare, sono state trasformale in fortini collegati da trinceramenti; l'altro comprende invece tutte le azioni in corso al nord dello sbarramento Don-VoU ga. Benché dunque Timoscenko tenti di ridurre a un tutto unico le varie azioni, i due campi di battaglia appaiono ormai assolutamente separati l'uno dall'altro. E' quindi oggi necessario separare la « battaglia di Stalingrado » propriamente detta, dai combattimenti di alleggerimento che si svolgono una ottantina di chilometri più a nord. Attorno alla città-fortezza I duri combattimenti per la espugnazione della fortezza che porta il nome di Stalin sono continuati anche ieri con la massima violenza, contrassegnati da un formidabile duello di artiglierie, fuoco di sbarramento sovietico e fuoco di annientamento germanico. Qualche volta tedeschi e russi battono gli stessi obiettivi, e cosi i russi, smaniosi di sbarrare la strada al nemico, spesse volte aiutano le artiglierie germaniche nel distruggere i nidi di resistenza sovietici. Ciò è dovuto all'assoluta mancanza di informazioni dirette della quale soffre il comando sovietico. I tedeschi, che hanno ormai piazzato grosse artiglierie in attesa che arrivino — se necessari — anche gli spettacolosi mortai che hanno martellato Sebastopoli, procedono regolarmente alla sistematica distruzione di ogni edificio che st presenti nel raggio di azione dei loro cannoni. E' una necessità assoluta, questa, se si vuole arrivare alla conquista non diciamo della città, che ormai non esiste quasi più, ma del territorio sul quale essa sorgeva. E il mondo intero può essere certo che questa è la precisa volontà del Comando germanico. Mentre questo incessante duello di artiglierie romba spaventosamente lungo tutto il semicerchio che si stringe sempre più attorno alla città, le fanterie e i pionieri, in una serie di accaniti scontri, conquistano, uno dopo l'altro, i fortini e i trinceramenti del nemico. II lettore penserà che questa non è una notizia nuova. Invece questa è la notizia non solo più nuova, ma anche più importante: è nuova in quanto sono alati espugnati i nuovi centri difensivi nemici; è la più importante perchè è solamente per mezzo -di questi combattimenti isolati che le forze germaniche e alleate potranno conseguire la vittoria finale. Potentissime squadre aeree appoggiano dal cielo l'implacabile avanzata delle fanterie. Intanto a nord dello sbarramenito fra Volga e Don, il nemico ha lbtosimtsgsqcrrmnccttdms rinnovato ì suoi disperati attacchi rejrotormente falliti. E' interessante notare che nel la giornata di ieri sono stati di strutti solamente nove carri ar- primo if Qua- i — e moti nemici; dai 160 del giorno di attacco ai 9 di ierif le dimostrazione migliore che le sette brigate corazzate sono state duramente malmenate? Il Comando germanico, per ragioni ovvie, non rende i conti complessivi su queste operazioni, conti che metterebbero il Comando aovieUco al corrente della situazione. Ma possiamo fin d'ora asserire che i prigionieri nella battaglia di Stalingrado ammonta.no già a una cifra con cinque zeri, mentre i cannoni, i carri armati e gli aerei perduti dal nemico si contano a migliaia. Quando la battaglia sarà finita e il mondo verrà messo al corrente delle spaventose perdite subite dai russi in questo settore, solo allora anche i profani si renderanno conto di quello che sia stata questa battaglia del Volga. Oltre il Terek e oltre il Sunza, le operazioni proseguono. Dopo un breve periodo di assestamento, le truppe germaniche e alleate, due o tre giorni or sono, hanno ripreso la loro avanzata. L'obiettivo immediato, la città di Grosny, ormai è direttamente minacciato da tutte le parti; obiettivo mediato sono invece le rive del Mar Caspia. Verso Tuapse La distanza che separa le avanguardie germaniche dal Mar Caspio è relativamente modesta e quando saranno forzate le colline che difendono Grosny, non esisterà ostacolo naturale atto a sbarrare la strada ai vincitori. Il Comando germanico non fa nomi, U nemico li deve fare a vanvera perchè il suo notiziario è illogico e contraddittorio. E' quindi bene attendere. Ad ogni modo, un buon terzo della zona petrolifera detta di Grosny è ormai in mano germanica e alleata. Lungo il Mar Nero, ultimo fronte che presenti un interesse di attualità, le truppe germaniche avanzano vincendo una durissima resistenza nemica. Ieri le truppe sovietiche nanna sferrato una serie di contrattacchi per tentare di riprendere le alture che i tedeschi e i romeni avevano conquistato. Sono state respinte, aggirate, distrutte. Poi i aoldati deU'Aeae hanno ripreso l'offensiva protetti da forti nerbi di aerei che battono con grande successo la strada e la linea ferrata che si dirigono verso Tuapse. Questa città, che da quindici giorni è già sotto il tiro delle colonne celeri provenienti da Maikop, è stata anche oggetto di violentissimi bombardamenti aerei. Felice Bellotti

Persone citate: Felice Bellotti, Stalin