L'avversione contro gli ebrei nella Turchia contemporanea di Italo Zingarelli

L'avversione contro gli ebrei nella Turchia contemporanea IDEOLOGIA E POLITICA AD ANKARA L'avversione contro gli ebrei nella Turchia contemporanea Chi sono i turchisti Accentuate manifestazioni di antisemitismo - Da Ziya Gókalp a Saragioglu ISTANBUL, settembre. Grandi acclamazioni e frenetici pplausi della Camera intera hano salutato ai 5 di agosto la frase del discorso programma del nuovo Presidente del Consiglio Ciukru Saragioglu che diceva: «Noi siamo turchi, siamo turchisti, e iMrhisti resteremo sempre; per noi l turchismo è una questione di angue, ed in misura per lo meno uguale una questione di coscienza e di cultura ». Parole destinate a imanere storiche, s'è letto nei commenti, essendo la prima volta, da quando esiste la Repubblica, che il turchismo, ideale nazionale dello Stato, viene citato in una dichiarazione governativa che è al empo sfesso un programma di azione: Saragioglu ha voluto dire che l'ideale deve ormai .uscire dal campo della teoria per essere reaizzato e ciò significa, lui specificato \in ufficioso, « che noi saremo urchisti in'tutte le nostre questioni e metteremo il turchismo in primo piano in ogni nostra azione ». Questo turchismo — in turco: « Turkeiuluk » — è insomma il nazionalismo turco e, come vedemmo altra volta, si distingue dal turanismo, concezione che abbraccian do popoli c terre al di là delle frontiere (terre e popoli, s'intende, turchi) non viene accettata dalla Turchia ufficiale, sebbene i commentatori ammettano che nel corso della sua storia il turchismo abbia avuto varii aspetti: c'è tuttavia un punto nel quale turchismo e turanismo s'incontrano, ge nerando perplessità- nello stranie ro che osserva, studia e cerca dcapire, e cioè che Ziya Gokalp (o Geukalp), scrittore e uomo politico morto nel 192//, è da taluni considerato padre dei turanismo e da altri colui che del turchismo fede un grande sistema completo un'ideologia e una dottrina sociologica nel senso vero della parola. Ne deriva che bisognerebbe to gliere a Ziya Gokalp la paternità di almeno una delle concezioni, oppure che fra la concezione massima e la minima esiste tanto sot tile differenza che praticamente non si riesce a farla. Origine del turchismo Turchista è, comunque, ogni buon turco nè ha sorpreso sentire affermare, dopo la citata dichiarazione dal banco del Governo, che da tempo il signor Ciukru Saragioglu, è conosciuto come un fer venie. Il turchismo moderno è nato, o risorto, col trattato di Losanna, con la fine delle capitolazioni, con la riforma della lingua e il bando all'arabo e al persiano — che però tenaci si mantengono in na scendigli dai quali fanno sovente capolino — e con l'adozione del criterio che pur essendo la Turchia uno Stato laico, non può essere ritenuto vero turco, e servire nell'esercito e lavorare per istituti statali, che il musulmano. E oggi pare voglia infondere nuovo vigore all'ideale e all'ideologia la visione della battaglia che dalla Russia mciidianalc s'è spostata verso il Caucaso e lentamente avvicinandosi alla lepubblica anatolica devasta terre che turchi resero fertili, ed ebbero nomi turchi la cui serie non sì conclude con i pochi che riferimmo in una precedente occasione: Pìatigorsk si chiamava Besdag, Novocercask Veni Cerkes, Staricercask Eski Cerkes, Eataysk Batay... Chi sia turchista, non può dimenticarlo. A prenderlo come fenomeno pu ramente locale, cioè a dire di movimento che esplica la sua azione solo entro i confini, di che tipo è il nazionalismo turco e che cosa vuole? Ziya Kòkalp. nel fare del turchismo « un sistema compie to », respinse il razzismo e solfiti mo che il respingerlo fu un punto capitale, giacché avendo messo da parte sangue e razza egli accettò la definizione della- nazione data da Renan e da Camille Jullian, considerando la nazione un'unità sociale d'individui legati dalla cultura, dalla storia, dalla lingua e dal sentimento. Ma il signor Sa ragioglu ha pur detto che « il turchismo è una questione di san gne » e in misura per lo meno eguale — ha aggiunto — di coscienza (o sentimento) e cultura Se gl'indizi non ingannano, una modifica delle idee di Ziya Gokalp è già avvenuta o è in corso, in quanto di sangue e di ruzza si parla con una frequenza che all'apostolo defunto non sarebbe forse appaisa desiderabile. Si nega, ad esempio, che « l'u inanità, utopia» debba dominare le leggi del paese, dovendo viceversa i giudici essere incitati a pensare « nazionalmente » e ad emettere delle sentenze «naziona li ». C'oso pratico, esposto dalla ri vista Bozkurt: « Se un cittadino di nome Salomone s'è reso colpevole di speculazione, il delitto rivela che i legami che lo uniscono a questa nazione sono assai deboliperciò la punizione va inflitta in primo luogo in virtù della legge contro la speculazione e quindi in virtù del paragrafo concernente coloro che, appartenendo ad altra razza, attaccano la nostra struttura nazionale. Giacché, secondo noi, fra la speculazione fatta da Maometto (turco) e da Salomone (ebreo) esistono delle differenze che in uno dei casi rappresentano delle circostanze aggravanti ». \ Chiaro linguaggio di un periodico che rimprovera a certi turchi « i quali da secoli mangiano del nostro pane e vivono sul nostro suolo» di «tradire» la bandiera nazionale, non consen'andola bene, sicché per le feste ne espongono di rammendate e di sudicie: « con quale audacia, domanda, osate voi mancare di rispetto alla bandiera rossa- con la mezzaluna e la stella che domina tutta la nostra gloriosa storia? ». Questo è razzismo bcll'c buono, e non dimentichiamo che nel maggio, per un discorso pronunziato alla Grande Assemblea nazionale dal deputato Etali, l'Agenzia telegrafica turca, o Agcnce d'Anatolie, fu costretta a licenziare su due piedi i ledattori ebrei degli uffici di Ankara e Istanbul, ch'erano in ventisei e dì non facile sostituzione, trattandosi di ottimi conoscitori dì lingue straniere. Razzismo bello e buono La rivista Claglayan scrisse che Etali aveva reso alla patria un servizio non meno importante della scoperta d'una organizzazione di spionaggio. Ora in Turchia una legislazione antisemita non esiste; esiste viceversa un'avversione innegabile che si estende perfino ai Donine, discendenti degli ebrei spaglinoli venuti qui, via Salonic co. dopo l'editto d'Isabella la cattolica e convertitisi all'islamismo, come i marrani che da ebrei si fc cero cattolici per costrizione o convenienza, i quali Donine li tollera solo la mescolata società stambulina. E un settimanale umoristico ha pubblicato la caricatura- di due ebrei con le tasche piene di banconote, con uno che dice all'altro: — Hai sentito die in America è proibito quadagnare più di 3000 lire turche al mese? — e l'altro risponde: — Sia lodato il Signore che viviamo in Turchia! Mai come oggi venne qui data agli ebrei la colpa del rincaro dei Unioni e della scomparsa dei tessuti e della biancheria — per quanto armeni e greci, e molti turchi, siano mercanti non meno abili ed accorti, — o li si accusò di avere accumulato fantastiche fortune, formando una classe di nuovi ricchi che pronta a pagare qualunque prezzo ha pure mandato alle stelle gli affitti nei luoghi di villeggiatura: a leggere notizie del genere, hanno scritto • dei giornali, si comprendono le cause dell'antisemitismo in altH paesi. Ora, ebrei o non ebrei, costoro sono sudditi turchi; se si comincia a distinguere, segno è che il fattore razziale agisce; e nel Tanridag del 1" luglio lo scrittore Sitki Tungel, il quale mostra di avere studiato il prò-e il contro, ha proclamato la necessità di un « nazionalismo razzista », da praticare partendo dal concetto che il turchismo non deve essere pacifico e, fissate le idee e identificati i nemici, deve esplicarsi secondo un pifino determinato. Utopie e realtà SitM Tungel consiglia ugualmente di liberare il nazionalismo turco dall'utopia, per poterlo dirigere verso la realtà, scegliendo fra le molte idee — dal tumnismo all'anatolìsmo — te meglio realizzabile; però a questo punto va notato che nei discorsi e negli scritti nebulosità, che certe volte può sembrare voluta, e certe altre tradisce utopia vera e propria, ce n'è parecchia. Chiava l'asserzione: « Il turchismo non è la lotta di una setta, bensì una sacra causa nazionale che riguarda tutti i turchi »; incomprensibile la seguente: « Il nazionalismo turco non può essere paragonato con nessun altro, perchè la caratteristica della sua azione è il non lasciarsi con familiare per nulla da sentimenti d'interesse; la base del suo sentimento è l'onore t>. Furono tutti gli altri nazionalismi contaminuti da interessi e privi di senso di ono re? L'autore senza dubbio non ha voluto dir questo: se non ha det to altro è perchè le sue idee non sono forse ancora ben precise. Il neo-turchismo, a volerlo analizzare oggi — col rischio che implica il precorrere gli eventi dimostrativi — è con grande verosimiglianza un prodotto delle idee di Ziya Gokalp rivedute alla luce delle teorie razziali e del desiderio di portare la- nazione turca « al livello delle nazioni contemporane salvaguardando le caratteristiche storiche », salvaguardia con la quale s'intende l'emancipazione dalle influenze straniere. Dipenderà dagli uomini che lo guidano, dimostrare, all'occasione, che turchismo e tumnismo non sono, in fondo, termini antitetici. Italo Zingarelli

Persone citate: Camille Jullian, Politica