Economia di guerra

Economia di guerra Economia di guerra (uno studio della B.I.Z.) L A B.I.Z., la celebre Banca Internazionale del Pagamenti di Basilea, 1 cui compiti internazionali sono evidentemente limitati, dedica nel" suo rapporto annuale un ampio studio all'economia- di guerra. Incomincia col rilevare che nel 1042 U 90% degli abitanti della terra partecipano direttamente al conflitto, il 8 % è rappresentato dalle popolazioni dell'America del Sud (ora anche il Brasile è in guerra) ed il 4 % da pochi Paesi ancora neutrali. Qual'è la caratteristica principale che si nota negli scambi internazionali? Gli sforzi di tutti gli Stati mirano ad importare e non ad esportare merci. Tra le Nazioni alleate sl cerca di eliminare a questo scopo le difficoltà finanziarie, come dimostrano gli accordi italo-tedeschi, quelli anglo-americani ed i rapporti tra Londra ed 1 Domini!. Non sl hanno più preoc- cupazloni che manchi lavoro all'industria ed alla mano d'opera nazionale. Gli. Stati agrari cercano di sviluppare la loro capacità Industriale ma la difficoltà di acquistare all'estero o di costruire macchine utensili limita questo sforzo. La guerra è molto cara, assorbe, in media, l'SO % di tutte le spese statali. Per, il 1941 le spese del Relfcn sonò calcolate dalla B.I.Z: in cento miliardi di marchi, per l'Inghilterra in cinque miliardi di sterline, per l'Italia in cento miliardi di lire, per il Giappone (anno fiscale 1942-43) sono previste in 24 miliardi di yen e per gli S. U., nello stesso periodo, cinquanta miliardi di dollari. Nessun Paese può coprire queste spese con le entrate normali e neppure con 11 nuovo risparmio volontario o forzoso, consumare, In parte, patrimonio nazionale. Tuttavia la B.I.Z. è ottimista. Ritiene che le ferite di guerra, dati l dinamici e moderni mezzi di produzione, potranno essere guarite in un periodo relativamente breve. Anche i metodi finanziari degli Stati impegnati nel conflitto, che hanno imposto subito alti tributi fiscali, eviteranno il caos finanziario che segui alla guerra '14-'18. Naturalmente bisognerà che politici ed economisti evitino gli errori del 1919 e seguano alla conclusione della guerra nuove strade. Quali siano queste strade la B.I.Z. non lo dice. Si limita a ricordare il precetto economico-cristiano: nessuno può illudersi di arricchire immiserendo il proprio vicino.

Luoghi citati: America Del Sud, B.i.z., Basilea, Brasile, Giappone, Inghilterra, Italia, Londra