Sullo schermo del "San Marco,, di Mario Gromo

Sullo schermo del "San Marco,, Sullo schermo del "San Marco,, "La bella addormentata,, (Italia) e "Alla deriva,, (Danimarca) (DAL NOSTRO INVIATO) Venezia, 7 settembre. Dopo l'affermazione di Via delle cinque lune, Luigi Chiarini non ha certo -perduto il silo tempo; e iìi pochi mesi ha proparato c composto il sito.secondo film, La bella addormentata, presentato oggi nello spettacolo pomeridiano. Se per Via delle cinque lune lo spunto gli era stato offerto dal realistico racconto di Uàtildo Serao, « O Giovannino o la morte », qui il soggetto è tratto dall'in avventura colorata » di Rosso di San Secondo. Narra, di Carmela, una bella ragazza di campagna, rimasta orfana del padre, e indirizzata da alani conoscenti alla casa del notaio Domenico, come donna di servizio. A lei, troppe volte insidiata, darà la sua protezione Salvatore, un giovane ardente e generoso; ma Carmela, che aveva respinto ben altri... pretendenti, è alla fine vittima delle insidie del notaio, che la seduce. S'allontana allora da quella casa; una megera vorrebbe fare mercato della sua bellezza; ma Salvatore riesce a ritrovare Carmela, a salvarla dal fango nel quale stava per cadere; e imporrà al notaio di sposare Carmela. Il giorno delle nozze, mentre il paese è tutto un mormorio di commenti beffardi e salaci, il corteo s'avvia verso la chiesa. D'un tratto la sposa cade a terra, in deliquio. Il medico accorso la dice in fin di vita,* per una congestione, dovuta al caldo feroce, alle vesti pesanti, alla vergogna di sentirsi cosi esposta alla berlina; per mal d'amore, dicono le donnette del paese, giacchè Carmela, nel suo delirio, chiama appassionatamente Salvatore, il anale finalmente accorre, ma troppo tardi. Questa la lineare vicenda del meditato, accuratissimo film che è un po' il capovolgimento dei criteri segniti per ' Via delle cinque lune, sire per le fonti che per le sceneggiature che ne sono derivate. Il realismo drammatico della Serao, che poteva offrire un soggetto caldo e polente, era stato dal Chiarini eluso con una serie di sequenze episodiche e descrittive, talvolta raffinate in pezzi di bravura; qui l'« avventura colorata » del San Seconde, drammaticamente, ambigua come consistenza 'del suo personaggio, risolto infatti in uni estetica e più o meno lirica assenza, è stata invece affrontata dal Chiarini come un dramma in crescendo che avrebbe però cinematograficamente avuto bisogno di essere variegato e motivato in episodi più evidenti, sia per quel che è vicenda, sia per quanto poteva aspirare ad un lirico alone. Così, appare un po' risecchito, e volutamente, tanto scarna è talvolta questa tessitura, e incurante dell'ofjetlo. Di questo ritegno, di questa misura bisogna dare all'amico Chiarini la più ampia lode; è certo un raro senno di nobiltà; ma raggela talvolta le varie situazioni, umanamente, sentimentalmente. Quanto egli si ò proposto in questi suoi duo sorvegliatissimi funi è frutto di una singolare e opposta difficoltà. In Via delle cinque lune, se così si può dire, decorare ed eludere il concreto; ne La bella addormentata, rendere concreto l'evanescente e il decorativo. Su queste due opposte gamme il giovane, intelligente regista ha fatto le sue prove che sono certo due affermazioni; ora non c'è che da attenderlo a quella decisiva, che pienamente ci dica il suo talento e le sue possibilità. Gli attori tutti intonati, tranne la Franchini; Valenti, nella monocordo tessitura della sua parte ha trovato accenti duttili o acuti; la Ferida ha ottimamente seguito la quasi indifferenza del suo personaggio; e il Nazzari è stato un animoso e generoso Nero della Zolfara. Ottimo il commento musicale del Longo, buona la fotografia del Montuori. Alla sera, Alla deriva, un film danese diretto da, Ipsen. E. Lauritzen, e interpretato da Paul .Keu- e a i e , l a a a i a è l a a l ; e , a e r o mert, Ilona Wleselmann, Ebe Rodo. ,Una piccola sorpresa. Se nella prima parte il film è un po' qualunque e, a tratti, persino indisponente, nella seconda giunge a una sua drammatica compattezza, scandita in crescendo. Allora la figura, di questa giovane donna, una nevropatica fuggita dalla sua casa per abbandonarsi a un angoscioso peregrinare, e infine caduta in un ambiente da trivio dove incontrerà l'uomo del quale si innamorerà follemente, selvaggiamente, e al quale sacrificherà la sua vita, incitandolo a resistere alla polizia, a morire uccidendo; questa figura a volte isterica, ti volte come trasognata, a volte ferina, ha slanci e moti coerenti, trae rilievo da episodi ben delineati, anche se evidentemente ricordino ora lo stile, ora. la maniera di parecchi film del penultimo cinema francese. I corti metraggi della giornata: un Interessante Giornale tedesco, un bel documentario di F. Cerchio (Istituto Luce) sul Centro Sperimentale di Cinematografia, un altro di R. Saitti (Incorni che rievoca la vita degli artisti di Via Margutta, e il Vessillo dell'umanità (Svizzera), dedicato all'opera della Croce Rossa durante la guerra. Mario Gromo IIHIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIHIIIIIIIIIIUIIIIIIIIIIIIII Amedeo Nazzari e Luisa Ferida ne « La bella addormentata»

Luoghi citati: Danimarca, Italia, Svizzera, Venezia