L'assorbimento del risparmio nell'economia di guerra

L'assorbimento del risparmio nell'economia di guerra Problemi all'ordine del giorno/ L'assorbimento del risparmio nell'economia di guerra Non basta assicurarsi che ì sovraprofittl vengano investiti in titoli di Stato; bisogna ottenere che non si verifichino l ù e e e o 5 0 Il tema della finanza della guerra ha una vasta letteratura perchè oramai le guerre, accrescendosi la longevità del mondo, non si contano più e perchè impongono speciali dispendi e produzioni ed ognuna più delle precedenti. Ma quel che vi è di eflsenziale può essere detto semplicemente senza discorsi complicati p libresche voluminosità che servono piuttosto a confondere o ad altri scopi. Tutto si riduce al fondo ad uno spostamento del potenziale produttivo dalla produzione ordinaria di servigi e di beni ad una produzione che, senza compromettere le esigenze elementari della vita del popolo, alimenti le necessità della guerra. Il potenziale produttivo non deve essere pensato come una forza a rendimento costante perchè da noi dipende l'utilizzarlo più o meno e con bacie o alte dispersioni. Il potenziale produttivo è quello che è in un dato momento, ma può enormemente variare l'intensità e il modo del suo impiego. Perciò la sua produttività è elasticissima a somiglianza di quella dell'uomo che pure essendo sempre lo stesso uomo può impiegare se stesso molto, poco o anche niente. Le vicende della storia riflettono il diverso impiego che i popoli fanno di loro stessi. Se in tempo di guerra il potenziale produttivo è impiegato in misura costante, il restringersi delle ordinarie produzioni e dei corrispondenti consumi dovrà essere spinto al limite della sopportabilità umana con tutte le conseguenze fisiologiche, sociali e politiche che ne deri vano. Per alleggerire la pressio ne sul limite di esistenza e per ottenere insieme un accrescimento dei beni e dei servigi quel potenziale produttivo deve essere adoperato meglio e di più. In uno sforzo bellico continuato e imponente come l'attuale se non si vuole intaccare le fonti del potenziale produttivo, che si identificano con la vita degli uomini, occorre accrescerne l'impiego in modo da ottenere il massimo rendimento. Questo è un problema di tecnica organizzativa ma è anche il principale problema economico della guerra perchè ne dipendono la capacità offensiva e la possibilità di durarla. Sul totale della produzione dei beni e del servigi aumenta la parte destinata a scopi bellici e cioè quella parte che è comperata e pagata dallo Stato. Questa del pagamento è la fase in cui la tecnica e la mobilitazione finanziaria si inseriscono nella mobilitazione economica e vi coadiuvano. Il restringersi dei consumi e degli investimenti produttivi non di guerra influisce sul corrispondente reddito privato che, rimanendo i prezzi invariati, diminuisce con il diminuire della produzione. Si produce di meno per la circolazione economica privata perchè i consumi sono limitati o impediti. Nell'ipotesi di prezzi costanti la permanenza o l'accrescimento del reddito monetario privato non può derivare che dai pagamenti eseguiti dallo Stato per torniture militari o per acquisti di servigi o per l'esercizio della sua politica assistenziale. C'è anche qui uno spostamento tra il reddito di provenienza privata e il reddito di provenienza, diretta o indiretta, finanziaria. Questo è l'accrescimento di reddito che deve essere riassorbito per evitare che diventi capacità di acquisto utilizzata ai fini economici privati. Il danaro che Io Stato trae dai cittadini in misura' straordinaria con i tributi e con i prestiti e da esso posto in circolazione ai fini sopra indicati deve essere riassorbito con altre imposte e prestiti quando, diventato libera disponibilità dei privati, cessi di adempiere alla funzione di mo¬ b bilitazione finanziaria dell'economia di guerra per la quale è stato creato. Questo riassorbimento può ottenersi con provvedimenti di impero diretti- (risparmio forzato) o con l'impedire gli impieghi privati disciplinando le spese dei cittadini e impedendo quelle non necessarie e gli investimenti ai fini non bellici. Questo secondo metodo è stato saggiamente ed opportunamente scelto dal Ministro delle Finanze Paolo Thaon di Revel, mantenendo soltanto aperta la via agli impieghi in titoli pubblici per sottoscrizione diretta o indiretta e cicè attraverso i depositi negli Istituti di Credito che sono in continuo e progressivo sviluppo. Evidentemente questa tecnica dell'assorbimento del reddito monetario straordinario di provenienza finanziaria non avrebbe potuto avere uno svolgimento integrale se non fosse stata attuata anche dai settori amministrativi non finanziari (Ministero delle Corporazioni, Ministero dei Lavori Pubblici, ecc/). Qualche incompiutezza esecutiva è da addebitarsi al fatto che dovendo tale tecnica essere attuata da tutti gli organi della Pubblica Amministrazione, occorre che anche in ciascuno di essi maturi una persuasione attiva che è pregiudiziale per le volonterose e intelligenti collaborazioni. Anche lo Stato nell'esercizio delle sue funzioni amministrative e sociali si è, per iniziativa del Duce, autolimitato a simiglianza di ciò che si richiede ai cittadini. La gradualità dell'attuazione di queste direttive di tecnica finanziaria del circuito monetario non ha permesso d'un tratto il suo pieno funzionamento; donde l'avvenuto accrescimento dei prezzi (che sottrae al circuito mezzi finanziari che avrebbero dovuto essergli riservati e che aumenta il costo finanziario della guerra), il rialzo dei titoli azionari, dei valori fondiari e degli oggetti preziosi. H blocco dei prezzi, la nominatività dei titoli, i divieti di vendita, le imposte straordinarie sui plusvalori hanno praticamente ridotto a limiti marginali il coefficiente dinamico della iniziatasi inflazione che avrebbe finito per impedire la finanza e l'economia di guerra senza beneficio reale delle categorie sussidiate della popolazione. Nell'alternativa di forniture di guerra i cui soprapprofitti vengano investiti in titoli del debito pubblico o in cui essi non si verifichino è certamente da preferire questo secondo metodo, ed ogni sforzo deve essere fatto per impedirne all'origine la formazione. Non è desiderabile i! finanziamento fondato sui soprapprofitti in quanto in tal caso il debito dello Stato ha per contropartita un indebito arricchimento al quale sono corrisposti alti interessi. In questo quadro nel quale la tecnica finanziaria adempie l'ufficio di stromento della mobilitazione economica, occorre però sempre tener presente quel che si è detto in principio e cioè che essa non può reggersi efficacemente se non limitando la produzione ai fini privati i corrispondenti consumi e sfruttando al massimo e nel miglior modo il potenziale produttivo del popolo italiano. Alberto de' Stefani

Persone citate: Duce, Paolo Thaon, Revel