Il Giro del Piemonte

Il Giro del Piemonte La "sesia,, del Giro d'Italia di guerra Il Giro del Piemonte Sul difficile percorso i velocisti dovranno far fronte al sicuro attacco di Coppi e Bartali Col Giro del Piemonte si ripren derà domani la disputa di quello d'Italia, che è al sesto dei tuoi otto tempi. Di solito, in una coi sa a tappe, a questo punto si co mincia a veder chiaro, se non si è già individuato il vincitore. Qui, invece, siamo ancora nel buio pesto e si procede tntt'attro che sul filo della logica. Non voglio coti' siderare le cifre nude e crude, che autorizzerebbero a dire che almeno una dozzina di uomini ha ancora la matematica possibilità di enfiare in possesso definitivo della maglia rosa; ma-, anche a leggervi bene dentro, questa possibilità va estesa alla metà di essi. E se Leoni al primo posto, data la natura delle gare e dei percorsi, non fa arricciare il naso a nessuno, non pensereste, al vedere Bailo al secondo, che basti una buona dose di velocità e altrettanta e più di astuzia per diventare un « asso », e nel trovare relegato Coppi all'ottavo, con 8ervadei, Chiappini e De Benedetti, non vi viene da sospettare un rapido declino o uno strambo comportamento di chi pur è campione d'Italia? Ma chi ha ben seguito i primi cinque episodi del Giro sa che queste cose sono più strane in apparenza che in realtà e dovute, in parte, al fatto che esso è una corsa a tappe... solo sulla carta; che va preso, Quindi, con tutto il rispetto per il suo passato e il suo atiucitiie, ma che, nella forma attuale, non può avere e non ha pretese di assoluta attendibilità tecnica. Più positive delle sue indicazioni individuali — che non 7l'escono a vincere la valutazione che ognuno di noi si è fatta dei singoli uomini — sono quelle che riguardano le squadre. I bianco-celesti avevano cominciato la stagione di gran carriera; sembravano meglio /tisi nell'organicità di marca, più animosi e autorevoli, individualmente più a punto, pronti a sfruttare le caratteristiche dei percorsi ad essi favorevoli. E, salvo lo scherzetto ad essi giocato a Roma da Bailo, fecero man bassa sino al Giro dell'Emilia. I verderossi, invece, stentavano a raggiungere con la forma il livello della classe, si lagnavano dei percorsi facili e non sapevano fare la corsa dura, perdevano la sicurezza che li aveva fatti padroni nell'anno precedente e, con essa, quattro corse di seguito. Questa situazione si capovolse completamente nel campionato taliano. E impossibile mi sarebbe ora tornare ad illustrare i vari perchè. Il capovolgimento trovò conferma nel Giro del Veneto, anche se in esso la menomazione maggiore dovette .subirla la squadra di Pavesi con l'assenza di Coppi. Delle altre compagini quella che ha messo di più io zampino fra le due maggio) i è stata, come era da attendersi, quella di Viscontea, che ha avuto in Bailo esponente più redditizio-che in Bini, Cottur e Mollo. Con questo specialista delle miracolose riprese e delle intelligenti volate la marca di Tamassia continua a tenere una freccia nel fianco delle maggiori concorrenti. Il Giro del Piemonte riprende la situazione a questo punto e ha il compito di chiarirla, se non di definirla. Buona promessa è la com- pletezza dei quadri; elemento pri- mario la felice scelta del percorso.Non direi che esso si attiene per-fettamente alle attuali tendenze federali (perchè, se la distanza è eccezionalmente ridotta, le difficoltà non sono poche), ma attrae per la sua originalità e, se i corridori non tradiranno l'attesa, sarà movimentato campo di gara, severo, ma giusto selezionatore e inappellabile giudice: dei valori atletici. Inoltre, e non e poco, facendo perno su Torino e le vicine coltine, sarà una giostra piacevole per gli sportivi che certo vi .ti affolleranno. Le salite di Giaveno, di Casalborgone, di Moriondo, del Pino e tre volte quella de La Rezza costituiscono altrettanti salienti del suo tracciato che, su ZIO, non presenta che un centinaio di Km. di piano, con un complesso di dialivelli che quasi tocca i 1300 m. Il fatto, poi, che questi siano distribuiti specie nella seconda parte ne aumenta l'influenza sullo sviluppo finale della gara, a tutto favore, naturalmente, di chi... li gradisce. Il che vale quanto dire che esso attribuisce l'iniziativa e i favori del pronostico agli airampicatori. E, siccome sappiamo che essi prevalgono, per quantità e Dualità, nella squadra legnanista, logico pensare che questa dovrà e vorrà attaccare e, di riflesso, che le altre, in cui prevalgono i velocisti, preferiranno difendersi. Il tema, cioè, che rappresenta il filo conduttore di tutte le nostre borse sarà domani accentuato e quasi esclusivo. E sarà svolto essenzialmente dagli uomini che sappiamo: Coppi, Bartali, Ricci, Volpi e De Benedetti, che FavaUi rimarrà di riserva per il caso, quasi da escludere, ai cui, nonostante tutto, si finisca in una grossa volata. L'incognita principale, che non permette di dire con sicurezza dell'esito di questo attacco, è la forma del campione d'Italia, assente da quasi tre mesi dalle corse. Se lo sapessi tornato nelle condizioni in cui conquistò la maglia tricolore non esiterei a pronosticarlo trtnettore. Nel dubbio, bisogna tener gran conto del Sarta-li del Giro del Veneto, nonché del Ricci da giugno in poi. Non basterà alla compagine di Lattuada che a questi tre sicuri attaccanti faccia da guardia l'agile, ma non veloce De Stefanis; e neppure Ortelli, anche egh non più in gara dal campionato, o il sempre coriaceo Vicini; bisogna che sulle loro ruote rimanga un Bizzi, un Leoni, un Cinelli, un Servadei. E qui starà il diffìcile, se alla forma degli scalatori avversari corrisponderà la energia di un attacco ben preparato. Ci vuole il concorso di questi due elementi per far pendere la bilancia in favore dei verderossi; perchè non bisogna .dimenticare che le salite sono parecchie, ma non durissime e se all'ultima i ueloeisft oiuni/essero — per aver preso fiato tra l'una e l'altra — senza averlo speso tutto, .potrebbero rappresentare una seria minaccia. Supponendo che tale concorso ci sia, la faccenda dovrebbe liquidarsi fra Coppi e Bartali, cioè in famiglia. In questo caso, molto problematico sarebbe per Leoni non dover consegnare al fiorentino la maglia tricolore, attaccata alle sue spalle da tre punti di filo tutt'altro che di acciaio. E sarà interessante vedere se e come i biancoceJestl manovreranno perchè ciò _ \tìonavvenga'' \ ] Giuseppe Ambrosinì