Larga eco in Germania al proclama del Fuhrer di Giuseppe Piazza

Larga eco in Germania al proclama del Fuhrer La campagna per il soccorso invernale Larga eco in Germania al proclama del Fuhrer Il popolo si appresta a dare una nuoprova della sua granitica unità va Berlino, 1 settembre. La più eminente per condensazione di significati, come lo è di fatto per rappresentanza e autorità, fra. le commemorazioni che ha destato in Germania l'ingresso nel quarto anno di guerra, appare ai giornali quella contenuta nel fatto stesso, oltre che nel tenore, del messaggio con cui il Ftihrer ha or ora additato al popolo tedesco l'inizio del decimo anno di azione, coincidente appunto col quarto anno di guerra combattuta, di quella che è, fuori di ogni dubbio, la più grandiosa, per numero e qualità di realizzazioni, delle opere assistenziali di raccolta pubblica che la storia della socialità umana abbia mai conosciuto: la «assistenza invernale di guerra cioè del popolo tedesco ». I giornali tutti, riecheggiando il nuovo messaggio del Plìhrer al popolo, rilevano come anche questa volta la parola del capo del nazionalsocialismo e della nazione in guerra non sarà, nella grandezza del presente momento storico, caduta e risuonata invano nel cuore del popolo tedesco il. quale ancora una volta, come fa da dieci anni, e da quattro anni di guerra guerreggiata, saprà tradurre la fiducia del suo Ftihrer in un nuovo monumento del suo sentimento sociale, il quale si identifica in definitiva con il fatto stesso, per cosi dire dinamizzato, della sua unione nazionale, dal nazionalsocialismo resa perfetta e compiuta; è questo monumento che viene posto davanti ai nemici, a dimostrare loro la fatuità della loro speranza di divi- sione interna tedesca, sulla quale fondavano, come il messaggio del Fuhrer or ora ricorda, in un primo tempo i loro fallaci, delittuosi calcoli di avere ragione della potenza tedesca e di renderla schiava, impotente e prona ai loro voleri sotto catene anche più gravi e infrangibili di quelle di Versaglia. Ma, si conclude, sarà compito del popolo tedesco, combattente, così nel fronte esterno come in quello interno, di dimostrare, facendo onore alle parole del Fuhrer, « alle iene internazionali dell'oro e alla bestia bolscevica », che tali speranze debbono ormai considerarsi come crollate per sempre e che questa guerra, lungi dell'eternare, come essi spera vano, la possibilità di sfruttamento delle nazioni ricche e privilegiate su quelle meno fortunate, non potrà finire se non con la vittoria assoluta del sentimento innato di giustizia, che è nella coscienza dei popoli giusti, la quale dovrà ridare il proprio diritto ai nullatenènti di ieri. Inaugurando il nuovo anno dell'assistenza, il Ftihrer non ha creduto questa volta, come altre volte aveva fatto, cedendo al più rapido stile di guerra, di sottolineare l'avvenimento con cerimonie e discorsi politici: ma tutto un discorso vale — si nota — e cade a cappello nel compiersi del triennio degli avvenimenti del settembre del '39, l'osservazione del manifesto odierno, in cui si rileva come il bolscevismo e il giudaismo mondiali non soltanto mirino necessariamente, per forza di cosealla generica distruzione della civiltà europea, che è prezzo e condizione automatica della vittoria stessa del bolscevismo, al quale hanno imprudentemente affidato tutte le proprie sorti, ma diretta mente, intenzionalmente e concre-tamente abbiano come loro fine1'abbattimento dell indipendenza-'wale di ogni più forte e deassertore degli ideali e dellenazionale ci so forme stesse di quella civiltà Se oggi — cosi ragiona press'a poco il Fuhrer nel suo manifesto — gli agenti americani e inglessostengono essere loro intenzione e loro programma nientemeno che la instaurazione di un mondo migliore di quello che non fosse iloro stesso mondo di ieri, un mondo cioè — come dicono — nel quale il lavoro, il cibo, il vestimento e la casa siano beni finalmente concessi a tutti gli uomini, allora non si capisce perchè essi abbiano creduto necessario di opporsi al minimum di fini nazionali che il popolo tedesco voleva raggiungere e in definitiva di aggredire iì popolo tedesco stesso. Il nazionalsocialismo — si os serva — aveva già da tempo ri-solti questi problemi, davanti a minore dei quali tutti i loro regimi democratici avevano fatto pietosamente per anni fallimento come dimostrava la cancrena della disoccupazione, sotto il cui peso infetto minacciavano di perire; il nazionalsocialismo è il regime che conta in materia socialeed economica il maggior numerodi soluzioni, di problemi e di rea-lizzazioni complete, nel quadro diuna organica sistemazione di tutta la vita di un popolo di ottanta milioni di uomini, i quali larga mente riposano nel sentimento di dignità della perfetta uguaglianza sociale e che sono stati liberati dal cancro della disoccupazione e de gradazione economica e morale e redenti dal lavoro, dalla sicurez za del benessere, e dalla fruizione completa e soddisfacente del diritto. E' qui, in questa contraddizione fra l'ostilità giurata, preconcetta, ideologica, che i nemici professano contro il nazionalsocialismo da un lato e dall'altro l'assunzione che fanno nel loro programma di fini sociali ed economici alla cui realizzazione, tipica nel nazionalsocialismo (come del resto anche nel Fascismo) chiudono gli occhi in malafede; è qui dove rifulge in tutta la sua essenza la loro innegabile menzogna. Il fatto è — si conclude — che non già alla redenzione dei popoli stessi mirano, bensì al contrario mirano alla schiavitù di uria parte dei popoli all'altra, la quale fa inconsapevolmente da tappeto sotto il trono di ingiustizia e di . ?*mrw° t l^SSSlh1'la cricca plutocratico-giudaica chesta dietro di loro e tira le loro fila. Giuseppe Piazza

Luoghi citati: Berlino, Germania, Versaglia