Elogio del Duce alle maestranze industriali

Elogio del Duce alle maestranze industrialiElogio del Duce alle maestranze industriali "Sfasamenti, egoismi, speculazioni, incoscienza sono fenomeni che si verificano altrove e vengono accuratamente notati, nonché puniti. Finita la guerra, raggiunta la vittoria, e forse anche prima, si vedranno le conseguenze di queste mie osservazioni e dei relativi necessari confronti,, H Duce ha mandato il seguente telegramma al cons. naz. Giuseppe Landi, presidente della Confederazione dei lavoratori dell'Industria : « Ho ricevuto il telegramma che mi avete inviato dopo la riunione di Milano, durante la quale avete tenuto rapporto a cinquemila fiduciari sindacali rappresentanti la totalità dei lavoratori dell'industria di Milano e provincia. « Ho letto II resoconto della imponente assemblea. Come al camerata sansepolcrista MaIusardi, combattente fedele della Vecchia Guardia, cosi dò atto a voi che la disciplina delle maestranze industriali è, sotto ogni aspetto, semplicemente esemplare: in particolare di quelle milanesi dove il solco tracciato dall'apostolato Corridoniano non è chiuso né può chiudersi. | « lo seguo quotidianamente e molto atten! tamente il comportamento delle diverse categorie in questo momento nel quale l'Italia è impegnata in una dura lotta suprema. Le maestranze dell'industria sono perfettamente in linea secondo le esigenze dell'ora e il sacrificio dei combattenti. E ciò è tanto più degno di segnalazione in quanto nei grandi centri industriali, il disagio, dal punto di vista alimentare, si fa sentire più aouto. « Sfasamenti, egoismi, speculazioni, Incoscienza sono fenomeni che di verificano altrove e vengono accuratamente rotati nonohè puniti. Finita la guerra, raggiunta la vittoria, e forse anche prima, si vedranno le. conseguenze di queste mie osservazioni e del relativi necessari confronti. MUSSOLINI ». Le classi lavoratrici italiane leggeranno con vivo compiacimento questo fervido telegramma di Mussolini al camerata Laudi. Esso suona altissimo riconoscimento della prova di concreto patriottismo e di consapevole disciplina offerta dalle masse operaie, tra sacrifici, difficoltà e rinunce che non sono ignote al Regime. Non senza ragione il Duce ha voluto contrapporre a quest'esempio gli « sfasamenti, gli egoismi, le speculazioni e la incoscienza » che si verificano in.altri settori, e precisamente in alcuni ceti di quella borghesia benestante, che pure dovrebbe imporsi uno stile di vita consono ai tempi, dimostrando maggior senso di solidarietà sociale. Nelle città, coi salari bloccati e i generi alimentari razionati, la vita non è facile; e lo è meno c7iemai per gente che deve sobbarAcarsi a uh duro regime di lavoro,per assicurare lo svolgimento del- le attività essenziali alla resisten- za della Nazione, e alla Patria in armi gli strumenti per la conti- nuaziòne della guerra. Pure le masse operaie prodigano nel loro jcompito tutto quello che di fibra e d'anima è umanamente possibile dare. Estranee ai traffici obliqui delle «borse nero, aliene da sterili manifestazioni di impazienza o di malcontento, dimostrano coi fatti la loro adesione a una guerra che è essenzialmente una guerra di classe, e mira a realizzare l'obiettivo di una migliore esistenza per il popolo lavoratore. Il Regime, che sa valutare il contributo che ognuno dà a questa grande prova della- vita nazionale, ha già insto e giudicato. Dopo la vittoria, e « forse anche prima », le masse operaie italiane avranno la dimostrazione che l'ai' tisstmo esempio, da esse offerto, non è stato invano, conseguendo U premio meritato con la fatica silenziosa e i sacrifici di-sciplina- tamente accettati. Chi pensavu che la guerra avrebbe rimandato le soluzioni del problema sociale ie sterà deluso; essa al contrario, prima ancora della fine Vittorio sa, aprirà alle masse una più ampia partecipazione alla vita dello Stato, e al godimento dei beni della collettività nazionale.

Persone citate: Duce, Giuseppe Landi, Laudi, Mussolini

Luoghi citati: Italia, Milano