Italia e Germania aprono all'Europa le nuove porte del secolo XX di Giuseppe Piazza
Italia e Germania aprono all'Europa le nuove porte del secolo XX Italia e Germania aprono all'Europa le nuove porte del secolo XX V Inghilterra, vecchio immutabile nemico del continente, presa nel laccio delle sue alleanze Berlino, 31 agosto. La guerra che dai suoi motivi occasionala di tre anni or sono, quali Danzica o il Corridoio, e se si voglia anche la Francia o i Balcani, o qualsiasi altra delle sue positive ragioni localmente limitate, ha finito a poco a poco per slargarsi in una totale rimessa in crogiuolo di tutti gli assetti e le forme di vita dei popoli, non d'Europa soltanto ma del mondo intero, per l'instaurazione di un nuovo ordine, è oggetto, sulla soglia del quarto anno, di considerazioni di circostanza, alle quali la coincidenza fortuita del rapporto del Comando Supremo sull'impresa di Dieppe contribuisce a conferire al massimo grado quel che è forse il timbro maggiore dei risultati finora raggiunti: il sentimento collettivo cioè della sicurezza europea. Questo sentimento di sicurezza — si osserva — non è soltanto il risultato di uno sviluppo militare di cui il rapporto di Dieppe può costituire la testimonianza forse più brillante finora, ma è anche qualche cosa di più: è l'avvertimento indubitabile e universale di una realtà assolutamente esistente: l'Europa. ■. Non soltanto la Germania — scrive in un suo bilancio d'occasione la D. a. D., rilevando il senso di fiducia e di sicurezza, non soltanto militare, ma anche economico ed alimentare che rafforza e consolida sulla soglia del quarto anno la resistenza del popolo tedesco in seguito alle conquiste orientali ed alla conferma della difesa occidentale — non soltanto la Germania è ormai compatta e ferrata in un blocco, ma in crescente misura con essa anche l'intera Europa partecipa alla difesa contro gli attacchi e le ingerenze bolscevicoanglosassoni, e per evidenti segni prova con ciò di aver raggiunto la consapevolezza piena dell'idea europea: quell'idea per la quale tutte le forze vengono impegnate al fine della vittoria una e comune ». Svolgendo considerazioni del genere la Frankfurter Zeitung nota come questa rinascita europea abbia avuto e rechi la sua centrale consistenza nucleare nell'Asse italo-tedesco, e ne dice le ragioni ideali e di potenza. « La Germania e l'Italia — scrive il giornale — sono assurte alla direzione d'Europa principalmente perchè il Nazionalsocialismo ed il Fascismo — l'uno e l'altro inconcepibili peraltro senza le due grandi personalità di Hitler e di Mussolini — hanno saputo dalle grandi crisi vitali del secolo XIX estrarre e creare nuove produttive superiori forme d'ordine politico, sociale ed economico, e le hanno saputo proporre e difendere. La storia non ha mai nulla propriamente da regalare ; essa non offre che delle possibilità di ascesa cosi alle per¬ sqsptsvtlc—lcècpchrlldudtsecncasprmnprndvnzlsnevlatslOrzipp■llllllllillimilllllllllliimillltm iiiNiiiiniiiiiiiHi sonalità come alle Potenze, le quali riconoscano le leggi necessarie del suo sviluppo, e le sappiano realizzare. Essa soffre certamente della violenza; ma si lascia alla fine violentare quando vede che il suo « mandato > è stato compreso. La Germania e l'Italia cosi oggi chiaramente — conclude il giornale su questo punto — sono chiamate ad aprire all'Europa le nuove porte del secolo XX, e insomma di una nuova èra, non solo perchè esse sono a ciò forti abbastanza, ma principalmente perchè esse hanno qualche cosa da offrire agli europei: hanno eie da offrire loro il superamento della crisi politica, sociale ed economica dell'ultimo secolo, a mezzo di uno stabile ordine di pace, e di nuove possibilità di una larga sociale ascesa, nel quadro di un regolato sviluppo di tutte le forze produttive >. Per contro la guerra ha dimostrato l'inconciliabilità del vecchio ed immutabile nemico d'Europa, che è l'Inghilterra. Essa è il vero nemico, non già per la sua forza, che invece prende a prestito dagli altri popoli, ma perchè sono in sostanza sempre forme di vita, di politica, di economia e di empirismo politico inglese quelle che muovono quegli « inglesi in maniche di camicia > che sono sempre gli americani, cosi come del resto il bolscevismo in definitiva nasce dall'incapacità di superare dall'intimo le forme di vita e le vie liberalistiche, sboccando cosi necessariamente ad una degenerazione patologica e pervertita del liberalismo stesso: «Il bolscevismo cosi appartiene alla fenomenologia delle malattie della storia, e al processo di dissoluzione del vecchio mondo >. L'Inghilterra trova però il suo limite nel suo stesso errore. Tre anni or sono essa ha osato il tentativo di porre un veto alla rinascita tedesca. «Essa non' capi allora che in Europa come in Asia Orientale un nuovo processo stòrico era ormai in corso, che le forze e i metodi del vecchio mondo isterilito dalle sue crisi non erano più in grado di signoreggiare > per il giornale però, imprigionata nella contraddizione fra le sue ambizioni di potenza e la realtà della sua forza imprestata, l'Inghilterra è stata colta nel laccio delle sue stesse alleanze, per cui l'aiuto del neo-imperialismo americano rappresenta per essa forse il maggior pericolo d'attacco, mentre dall'aiuto bolscevico essa non potrà mai sperare il ritorno dell'Europa sotto il suo controllo, bensì al contrario soltanto — se non ci fossero le armi dell'Asse! — la sottomissione all'Inghilterra stessa, con l'Europa intera, al dominio dissolutore del nemico della civiltà continentale. Giuseppe Piazza HiiiniiMiiiiiiiiiiiiiiiiinMiiniiiniMiiiiMMiiiiiMiiiiiiiiin
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