Il contratto anglo-sovietico frustrato dalle armi dell'Asse di Giuseppe Piazza

Il contratto anglo-sovietico frustrato dalle armi dell'Asse LA VENDITA DELL'EUROPA AL COMUNISMO Il contratto anglo-sovietico frustrato dalle armi dell'Asse Churchill condannato a espiare il tradimento consumato ai danni del continente subendo la bolscevizzazione dell'Inghilterra Berlino, 28 agosto. Quanto più sobrie e interlocutorie si fanno nei momenti importanti le comunicazioni del Comando sui grandi avvenimenti in corso ai fronti combattuti della guerra, tanto più si può dire che l'attenzione generale è su di essi ugualmente rivolta, nella coscienza e nell'esperienza ormai consolidate che è proprio in queste soste di silenzio che il Comando Supremo tedesco scrive le principali pagine della nuova storia che le Armate collegate d'Europa preparano. Il pessimismo li Londra Tutta la situazione del resto — cosi nota questa sera un'autorevole Agenzia desiderosa di sostituire con una formula il più possibile concludente e comprensiva la rarefazione del notiziario concreto — è nel contrasto fra gli incessanti e progredienti successi tedeschi nei settori sud del fronte e la mancanza assoluta di succes- so dei cosiddetti « tentativi di al-leggerimento » sovietici in altri settori, come in quello medio e nord, dell'immensa estensione combattuta. Dato il grande chiasso fatto nei giorni scorsi dalla propaganda sovietica su questi cosiddetti « tentativi di alleggerimento », del resto già messi sufficientemente « a punto » a Berlino, l'Agenzia crede utile di rilevare come da tutte le segnalazioni dei corrispondenti neutrali da Londra si possa rilevare come nemmeno colà si abbia ormai alcun resto di fiducia sull'importanza operativa di quelle azioni, per quanto riguarda i riflessi che avrebbero dovuto avere sui punti essenziali e veramente importanti del fronte, come ad esempio a Sta- lingrado. 'L.'Evening Standard per esempio — nota l'Agenzia — stabilisce oggi « che il serio pericolo che i Soviet! correrebbero nel caso di perdita di Stalingrado, non è stato evidentemente in alcun modo diminuito da questi tentativi di alleggerimento fatti in altri punti del fronte ». Per l'Agenzia tedesca si può da ciò senz'altro desumere che nei circoli politici e giornalistici anglosassoni, come del resto negli ambienti di Mosca, le preoccupazioni per la perdita di Stalingrado sono ormai infinitamente superiori a quella che poteva essere finora l'aspettazione che tali tentativi di alleggerimento in altri punti del fronte potessero avere un benché minimo coefficiente di utilità ». Oltre a queste che potrebbero essere definite del « secondo fronte interno sovietico », altrettanto seguite e sorvegliate continuano ad essere a Berlino le discussioni sul secondo fronte esterno, connesse come sono a quella sorta di « pessimismo di parata » che ha fatto bella mostra di sè in questi■Illlltllllllllllllllllllllllllllttlllllllllllliuillllllllll1ll stificato' dalla situazione militare, n0n potrebbe da una sana opinione ultimi giorni a Londra, e che abbiamo avuto più volte occasione di segnalare sulla stregua della stampa tedesca. Si continua ad osservare, a proposito di questo pessimismo, come, astrazion facendo dal fatto che per una gran parte esso è indubbiamente giustificato da una obiettiva osservazione dello sviluppo degli avvenimenti al fronte, per una non minore parte esso è indubbiamente un « pessimismo addomesticato * a « scopi precisi », che sono vari e diversi, ma che tutti possono in qualche modo riassumersi nell'attuale sforzo, in gran parte inconsulto, ma in altra parte indubbiamente occhiuto, che si cerchi in questo momento a Londra di divincolarsi dalla sempre crescente dipendenza sovietica, nelle decisioni* stesse della direzione militare la Nachtausgabe — che'da Mosca si mobilita con sempre crescente intensità l'opinione britannica, sof- . dipendenza che per molti segni si fa sempre più esigente. Si tratta in ogni modo di un pessimismo — si osserva a. Berlino — che perSK2?*?^Y£^^ tedesca essere preso alla lettera, perchè, mentre è indubbiamente il portato di una parola d'ordine di Mosca di tenere mobilitata l'opinione inglese ai fini di una riattivazione degli aiuti, può da un momento all'altro sempre condurre quella direzione di guerra a nuove avventure, che per quanto possano essere valutate per quello che sono, è però dovere di non « bagattellizzare », ma di tenere sempre presenti al fine di farvi tranquillamente fronte. Le suggestioni di Mosca E' un fatto — nota questa sera fiando sempre più nel fuoco d'onore degli impegni presi. Una importante prova di ciò si vede oggi, non già In manifestazioni ufficiali sovietiche a cui non si è dato mano, bensì in un commento di stampa affidato ai corrispondenti delle nazioni alleate di Mosca. Una di queste manifestazioni è un articolo del corrispondente moscovita della rivista america na New States?nan and Nation, il quale prende direttamente di pet to tutte le manifestazioni di stampa inglesi di ieri, a Berlino riportate, le quali tendevano per loro buone ragioni a dimostrare che gli impegni di secondo fronte presi da Churchill a Mosca non fossero perentori, ed oppone a questa tesi, che sprezzantemente chiama sofistica, quella che dice corrispondere all'opinione degli ambienti di Mosca, e cioè che quegli impegni erano assolutamente perentori, e che il « comunicatodi Molotof » ne era la manifesta-zione ufficiale indubitabile. Se gliinglesi ora tentano di discutere ellfllllllltllllllll1lltlll1ltllllllllllllllllllllllll1llllllllllll di ritrarsi indietro, commettono per il corrispondente, il quale lascia a divedere di riflettere pareri autorevoli, una delle più grandi fellonie della storia. E il corrispondente aggiunge ancora, non nascondendo di riflettere in ciò informazioni autorevoli, come presso le truppe sovietiche stesse si diffonda e già esista l'opinione che l'Inghilterra abbia finora lasciato in asso tutti i popoli che ad essa si erano affidati. Sono manifestazioni importanti, le quali dimostrano fino a che punto Mosca possa far la voce grossa a Londra. « Churchill — scrive ancora la Nachtausgabe — si è guadagnato i bolscevichi contro le promesse loro fatte di consegnare l'Europa a loro discrezio ne. Ma a dispetto di questo giuo catore d'azzardo venditore e traditore dei rEuropa non si lascia vendere nè consegnare al nemlco. E a cio provvedono, e di cio garentiscono le Armate tedeed alleate dei cui successi militari in corso, i quali rappresentano la volontà di redenzione e di liberazione del continente intéro, l'Inghilterra, con tutte le sue convulsioni propagandistiche, non può cambiare nulla ». Rilevata viene ancora in proposito l'importanza sintomatica della riammissione alla pubblicità, decisa dal Governo britannico al ritorno di Churchill da Mosca, dei due organi comunisti che aveva precedentemente sospesi per attività rivolta contro lo Stato, e vi si vede un sintomo sempre più chiaro della dipendenza della politica e della vita inglese da Mosca, e ad un tempo quella debolezza e quella mancanza di programma da cui quella direzione di guerra è ormai visibilmente attinta. « Se è un fatto — cosi nota ancora il giornale che stiamo citando — che Churchill ha venduto, con il Trattato anglo-sovietico, l'Europa ai Sovieti, è anche un fatto, che da questi sintomi è ormai chiaramente dimostrato, che egli comincia a pagare il suo debito con anticipi che sono però in glesi. L'ex-nemico del bolscevismo comincia ad espiare il tradimento di cui si è reso colpevole. I due organi comunisti riammessi alla pubblicità aumenteranno ora an che di più la marea delle grandi agitazioni propagandistiche e politiche sovietiche che minacciano di sommergere e sconvolgono le piazze britanniche; ciò mentre ■— conclude il giornale — <; il vero popolo inglese oscuramente già comincia a comprendere che Churchill non pagnerà affatto con l'Europa il non adempimento dei suoi impegni di aiuto ai Sovieti. ma lo pagherà, come già di fatto comincia a pagare, precisamente con l'Inghilterra stessa ». Giuseppe Piazza flll1lllllllllllllfl1llllllllllllllllllllllil1llltlllllllll1|l|tl* Colonna di rifornimenti in marcia verso le linee del Don. (Foto Atlanti e).

Persone citate: Churchill