LA SITUAZIONE

LA SITUAZIONE LA SITUAZIONE • La battaglia di Stalingrado si svolge secondo quelle che apparivano le più logiche previsioni: i bolscevichi resistono accanitamente facendo affluire continui rinforzi, ma il Comando germanico ha tanti formidabili mezzi e sì vaste possibilità di manovra che si può esser certi che il Volga verrà raggiunto. Le rive di questo fiume sono il vero obiettivo della battaglia ; non importa se la città di Sta- '•lingrado potrà opporre una più lunga resistenza. L'investimento procede concentricamente da varie direzioni; ma senza dubbio la più importante è quella di nord-ovest poiché di lì si sta attuando la minaccia più grave, l'isolamento di Stalingrado dal cuore della Russia. Timoscenko, o chi per lui, si è lasciato confondere e ingannare dai movimenti delle altre colonne del centro e del sud-ovest; quando egli era abbastanza disorientato è venuto il colpo di grazia contro la ferrovia Mosca-Stalingrado. • L'azione delle truppe alpine germaniche nel profondo della catena caucasica ha sbalordito il mondo. L'opinione più diffusa era che la Georgia e l'Aserbaigian, cioè le regioni più importanti della Caucasia potevano essere attaccate solo lungo le strade ai margini del Mar Nero e del Mar Caspio; il forzamento dei valichi sembrava una impresa impossibile. Invece, mentre l'attenzione era concentrata sui porti del Mar Nero e sulle comunicazioni che portano a Grozny e a Baku, è venuta la f notizia dell'occupazione dell'El.brus e dell'avanzata attraverso le strade di montagna. La manovra compromette i piani sovietici alle ali del grande istmo caucasico. Naturalmente l'operazione incontrerà ancora notevoli difficoltà prima di poter essere condotta a termine; ma i successi iniziali erano i più problematici. jfe • Ogni giorno si accresce la lista dei morti per l'indipendenW indiana. Tutti i sottili calco li del Viceré che s'illudeva usando la maniera forte di determinare scissioni e di giuocare suglt equivoci delle vecchie rivalità, possono considerarsi definitivamente falliti: fra gli oppressori e gli oppressi la lotta è dichiarata aperta e senza quartiere. Era il peggio che gli inglesi potessero prevedere, perchè il solo fatto che nelle strade di cento e cento città indiane vi siano quotidianamente scontri fra polizia e nazionalisti, anche se le vittime siano naturalmente più numerose fra gli ìnei-mi, equivale per la Gran Bretagna ad ammettere la disfatta completa della sua politica. a. s.

Luoghi citati: Baku, Georgia, Gran Bretagna, Grozny, Mosca, Russia, Stalingrado