Stalin costretto a contare soltanto sulle proprie forze di Giuseppe Piazza

Stalin costretto a contare soltanto sulle proprie forze Dopo il fallimento di Diegpe Stalin costretto a contare soltanto sulle proprie forze I disperati appelli del dittatore alle sue truppe non mutano i dati del conflitto che avrà fatalmente per sbocco la vittoria dell'Asse Berlino, 25 agosto. | Mentre Churchill a Londra a- spetta ancora, ed aspetterà un bel pezzo, il telegramma di ringraziamento di Stalin per l'« alleggerimento t> offertogli con il tragico dilettantismo di Dieppe, e mentre probabilmente anche Roosevelt si meraviglia che un analogo telegramma non gli venga da Mosca per l'altro non meno utile «alleggerimento» procuratogli, nel momento più buono delle piste di Stalingrado e del Caucaso, col nuovo intrigo politico dell'Inter vento brasiliano, il signor Stalin, visibilmente per nulla alleggerito nè dall'uno nè dall'altro dei due aiuti alleati, continua a rivolgersi febbrilmente ai soli Cirenei che possono dividere con lui la sua stessa croce, o. per meglio dire, che soli sono condannati a portare il peso della croce dei suoi errori e dei suoi misfatti politici contro l'Europa . e contro l'umanità. La eco della battaglia di Sta lingrado, di una delle più grandi (e forse della più grandel e delle Fiù decisive battaglie, che il frone orientale abbia finora, in due estati di sangue e di fuoco, visto combattere per la redenzione di Euror-a, si riflette così nella stampa del Reich non solo in questa più drammatica forma, di espressione che le danno i disperati appelli del dittatore rosso (che per altro hanno il torto di non esser nulla di nuovo o tanto meno di irresistibile, che già non sia stalo superato ormai da tante precedenti esperienze di travolgenti avanzate germaniche non potute arrestare da automatici ordini del genere) ma anche nella forma più depressa e angosciata che caratterizza di momento in momento, a mano a mano che gli avvenimenti militari si sviluppano, le manifestazioni che da ogni parte vengono riferite dal campo della stampa e propaganda nemica, e che denotano un massimo di depressione dall'istante in cui col passaggio del Don e con la conseguente minaccia alla comunicazione ferroviaria Mosca-Stalingrado, ultima arteria nord-sud della vita sovietica, le truppe germaniche sembrano aver saldamente posto le premesse strategiche alla gigantesca prova in corso. Di questa preoccupazione danno ormai espressione non più trattenuta, giornali e organi di propaganda di ogni partito e di ogni colore, dal Daily Herald che fa un quadro fosco delle possibilità di vita e di resistenza sovietica per il prossimo inverno, dopo le vitali mutilazioni di territori, di fonti industriali, di comunicazioni a cui non si può più ormai sopperire, al Manchester Guardia-M il quale, dopo avere fatto una critica serrata alle residue ormai magre possibilità risultanti dal dilettantistico tentativo di Dieppe, conclude col mettere in rilievo, in perfetta consonanza dì parere col resto della stampa e con lo stesso dicitore della radio londinese che « dopo Dieppe ormai tutto si concentra nel fronte orientale il quale è e rimane sempre il teatro essenziale della guerra., quello in cui si stanno svolgendo avvenimenti i quali derideranno senz'altro dell'esito di tutto il conflitto *. La stampa tedesca riferisce tut ta questa piena di dimesse, de presse, allarmate e i| nettamente pessimistiche esplosioni del nervo- sismo nemico, unicamente al fine di non lasciare insaggiato lo spet- tro psicologico della resistenza av-versarla, ma senza lasciarsene mi- nimamente influenzare nella valu- fazione propria della situazione miHtare.P< NPoi siamo ben lungi - scrive fra gli altri la NachTaus-ci sottovalutare la gra- Y^'lL^^^.fl^^^ gabe — dal sottovalutare la questo momento attorno a Stalin-grado e nel Caucaso, cosi come del resto non sottovalutiamo mini-inamente l'importanza degli attac-noi insomma abbiamo la piena consapevolezza del fatto che que-sto nemico, il quale nientemeno mqiie anni si prepa- chi con i quali il nemico esercita su noi le sue pressioni nei settori medio e nordico del suo fronte: che da venticinque anni si prepa-rava ali assalto d Europa, ci lan- aera ancora contro come ci sta lanciando, sempre nuove masse di uonuni e di materiali: così, come appunto oggi il nuovo ordine delgiorno staliniano dimostra, noi abbiamo anche la consapevolezza ehc nella battaglia di Stalingrado il nemico ci opporrà una misura di resistenza, fuori dell'ordinario; ma il corso di tutta la lotta ci ha mostrato la infrangibile forza del le armate tedesche in tale misura che ci assiste l'assoluta certezza che la fine di questa via certamente seminata di sacrifici non potrà essere che una: la vittoria tedesca ». Giuseppe Piazza

Persone citate: Churchill, Cirenei, Roosevelt, Stalin

Luoghi citati: Berlino, Europa, Londra, Manchester, Mosca, Stalingrado